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Preghiamo insieme
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21.06.2020 22:47Blog
VA' D'ORA IN POI NON PECCARE PIU'
07.03.2016 22:30CHI E' SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA !! ( Gv 8,1-11 )
Dopo la discussione, descritta alla fine del capitolo 7 ( Gv 7, 37-52 ), tutti tornarono a casa (Gv 7,53 ). Gesù non ha una casa a Gerusalemme . Per questo si reca sul monte degli Ulivi. Lì trova un giardino, dove è solito trascorrere la notte in preghiera ( Gv 18,1 ). Il giorno dopo, prima che spunti il sole, Gesù è di nuovo nel tempio. La folla si avvicina per poterlo ascoltare. Solitamente la gente si sedeva in circolo, attorno a Gesù, e lui insegnava . Cosa mai avrà insegnato Gesù ? Sicuramente sarà stato bello, poichè giungono prima dell'aurora per poterlo ascoltare !
Improvvisamente, giungono gli scribi e i farisei, e portano con loro una donna sorpresa in flagrante adulterio. La mettono in mezzo al circolo tra Gesù e la folla. Secondo la legge, questa donna deve essere lapidata. E chiedono; Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne comw questa. Tu che ne dici?. Era una provocazione, una trappola. Se Gesù avesse detto; * Applicate la legge *, gli scribi avrebbero detto alla folla, non è così buono come sembra, perchè ordina di uccidere la donna. Se Gesù avesse detto; Non uccidetela; avrebbero detto; Non è così buono come sembra, perchè non osserva la legge! Sotto l'apparenza di fedeltà a Dio, manipolano la legge e si servono di una donna per poter accusare Gesù.
Sembrava una trappola senza uscita. Ma Gesù non si spaventa, nè si innervesisce. Piuttosto il contrario. Con calma , da persona padrona della situazione, si china e comincia a scrivere per terra, con il dito. Scrivere per terra, che significa ha ?? Alcuni pensano che Gesù sta scrivendo per terra i peccati degli accusatori. Altri dicono che è un semplice gesto di chi è padrone della situazione e non fa caso alle accuse degli altri. Ma è possibile che si tratti anche di un atto simbolico di un'allusione a qualcosa di molto più comune. Se tu scrivi una parola per terra, la mattina dopo non la ritroverai, perchè il vento o la pioggia l'avranno portata via, cancellata. Troviamo un'allusione a quanto detto in Geremia, dove si legge che i nomi attribuiti aDio sono scritti per terra, cioè vuol dire che non hanno futuro. Il vento e la pioggia li portano via ( cf Ger 17,13 ). Forse Gesù vuole dire agli altri; il peccato di cuì voi accusate questa donna, Dio lo ha perdonato già con queste che sto scrivendo per terra. D'ora in poi non si ricorderanno più i peccati.
Davanti alla calma di Gesù, chi si innervoeisce sono gli avversari, Insistono e vogliono da Gesù la sua opinione. E allora Gesù si alza e dice; Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra! E inchinandosi ricomincia a scrivere per terra, non entra in una discussione sterile ed inutile attorno alla legge, quando in realtà il problema è un altro. Gesù sposta il centro della discussione. Invece di permettere che la luce della legge si levi al disopra della donna per poterla condannare, chiede che i suoi avversari si esaminino alla luce di ciò che la legge esige da loro. Gesù non discute la lettera della lege. Discute e condanna l'atteggiamento malevolo di chi manipola le persone e la legge per difendere interessi che sono contrari a Dio, autore della legge.
La risposta di Gesù sconvolge gli avversari. I farisei e gli scribi si ritirano, pieni di vergogna, uno dopo l'altro, a cominciare dai più anziani. Succede il contrario di ciò che volevano. La persona condannata dalla legge non era la donna, ma loro stessi che credevano di essere fedeli alla legge. E alla fine Gesù rimane solo con la donna. Gesù si alza, si dirige verso di lei; Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata ? Lei risponde; Nessuno, Signore. E Gesù; Neanch'io ti condanna; và, e d'ora in poi non peccare più ! Gesù non permette a nessuno di usare la legge di Dio per condannare il fratello o la sorella, quando lui stesso, lei stessa è peccatore, peccatrice. Chi ha una trave nel proprio occhio, non può accusare chi nell'occhio ha solo una pagliuzza. * Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Questo episodio, meglio di qualsiasi altro insegnamento, rivela che Gesù è la luce del mondo che fa apparire la verità. Fa vedere ciò che è nascosto nelle persone, nel loro intimo. Alla luce della parola di Gesù, coloro che sembravano essere i difensori della legge, si rivelano pieni di peccato e loro stessi lo riconoscono, e se ne vanno, cominciando dai più anziani. E la donna, considerata colpevole e meritevole della pena di morte, è in piedi dinanzi a Gesù, assolta, redenta, piena di dignità. Il gesto di Gesù la fa rinascere e le restituisce dignità come donna figlia di Dio.
L'AMORE DEL PADRE
01.03.2016 22:26FIGLIO PRODIGO ;LUCA 15,1-3. 11-32
Luca ' stato chiamato da Dante * scriba mansuetidinis christi *. E' infatti l'evangelista che ama sottolineare la misericordia del Maestro per i peccatori e raccontare scene di perdono. Nel suo vangelo la misericordia di Dio si manifesta in Gesù Cristo. Si può dire che il Gesù di Luca è l'incarnazione della presenza misericordiosa di Dio tra noi. * Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso *. Luca sottolinea una immagine di dio, già rivelata nell'Antico Testamento, ma che purtroppo sembra sia stata trascurata dagli scribi e i farisei che sottolineavano l'immagine di Dio * che castiga la colpa dei padri nei figli. I farisei e gli scribi infatti si vantano di essere giusti agli occhi di Dio perchè non trasgrediscono la legge. Gesù critica questo atteggiamento con il suo insegnamento e anche con il suo modo di agire. Lui, il *giusto* di Dio, accoglie i peccatori e mangia con loro. Si pensi alla parabola del pubblicano che tornò a casa sua dal tempio giustificato, a differenza del fariseo che si esaltò davanti a Dio giudicando il suo prossimo ( Lc 18,9-14 ). Gesù ci fa vedere che il pensiero e l'agire di Dio sono assai diversi da quelli umani. Dio è diverso, e la sua trascendenza si manifesta nella misericordia che perdona le colpe. * Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione *. Non darò sfogo all'ardore della mia ira... perchè sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira * ( Os 11,8-9 ).
Questa parabola del figlio prodigo; sottolinea questo volto di Dio Padre misericordioso. Per questo alcuni fanno riferimento al racconto come * la parabola del padre prodigo nella misericordia e nel perdono *. Il brano evangelico fa parte di un susseguirsi di tre parabole della misericordia, con un preambolo che ci fa contemplare * tutti i pubblicani e i peccatori * che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo. Questi si rispecchiano nell'atteggiamento del figlio minore, che rientra in se stesso e comincia a riflettere sulla sua condizione e su ciò che ha perso andandosene via dalla casa di suo padre.
Alla misericordia del padre che si commuove ( Lc 15,20 ), si contrappone l'atteggiamento severo del figlio maggiore, che non accetta suo fratello come tale, ma nel dialogo con il padre lo definisce; * questo tuo figlio il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute... Quì si itravede l'atteggiamento degli scribi e dei farisei che * mormoravano; Costui riceve i peccatori e mangia con loro *. Loro non si mescolano con i peccatori considerati immondi, ma si distanziano da loro. L'atteggiamento di Gesù è diverso, è scandaloso ai loro occhi. Lui ama trattenersi con i peccatori e qualche volta si autoinvita a casa loro per mangiare con essi ( Lc 19, 1-10 ). La mormorazione degli scribi e dei farisei impedisce l'ascolto della Parola.
Molto suggestivo fra i due fratelli. Il minore, che riconosce la sua miseria e la sua colpa, torna a casa dicendo; Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Il maggiore fa vedere un atteggiamento di arroganza non solo nei confronti di suo fratello, ma anche nei confronti di suo padre ! Il suo rimprovero contrasta molto con la tenerezza del padre che uscendo da casa, gli va incontro per * pregarlo * di entrare. Il padre agisce nello stesso modo con tutti e due i suoi figli, è lui che va incontro a loro per farli entrare in casa sua. E' l'immagine di Dio padre che ci invita alla conversione, a ritornare da lui.
LA LOGICA DELLA CONVERSIONE
01.03.2016 15:23PADRE, DAMMI LA PARTE MIA.... ( Lc 15,1-3, 11-32 )
Un uomo aveva due figli. Il giovane dei due disse al padre; Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta !!. Ed egli divise tra loro le sue sostanze.
L'ESPERIENZA DEL PECCATO;
L'agire di ognuno si caratterizza in modo particolare. Innanzitutto, il figlio minore; pretende la parte di eredità che gli spetta; poi parte per un paese lontano, in terra pagana; sperpera ogni avere; vive una vita disordinata; è costretto dai fatti a riflettere sulla propria esperienza deludente ( ritornò in sè ); prende la decisione di ritornare dal padre costretto dalla necessità ( .. quanti salarìati di mio padre hanno pane in abbondanza e io quì muoio di fame ); prepara la * confessione * da fare al padre, al suo ritorno; viene accolto incondizionatamente dal padre, che risponde alla sua * confessione * con una grande festa da condividere.
Il figlio maggiore; si arrabìa per la festa fatta al fratello e non vuole parteciparvi; è supplicato dal padre; rivendica da lui un trattamento speciale * per non aver mai disobbedito a un comando * e lo rimprovera. Il padre, infine; è la figura che domina. Egli si rapporta tanto al figlio minore quanto al figlio maggiore. Lascia partire il figlio minore; lo vede quando ritorna ( segno che lo aspettava ); gli corre incontro, gli si getta al collo, lo bacia, lo accoglie e gli fa festa. Esce di casa per pregare l'altro figlio di entrare pure lui a *fare festa* vuole che egli condivida la sua gioia per il ritorno del figlio/ fratello.
LA PAZIENZA DEL PADRE NEI CONFRONTI DEI SUOI DUE FIGLI
L'atteggiamento del padre è descritto in termini positivi tanto verso il figlio minore quanto verso il figlio maggiore. Prevale l'accoglienza gratuita, il perdono, la necessità quasi improrogabile di gioire e di fare festa.
Notiamo un dato significativo che rende l'amore del padre ancora più paradosale; il cammino di ritorno del figlio è sotto il segno di una certa ambiguità. Non è il pentimento che spinge il Figlio a ritornare in se stesso, la la fame; il suo punto di riferimento non è nè il dispiacere nè l'amore del padre, ma i salarìati che hanno pane in abbondanza. La motivazione è la volontà di vivere, anche a prezzo della propria dignità filiale; è meglio essere un salarìato con lo stoamco pieno che un figlio decaduto o morto. Eppure, al ritorno, è accolto gratuitamente e incondizionatamente dall'amore del padre.
Il figlio maggiore non contesta l'amore del padre quanto piuttosto il suo * eccesso *: un eccesso che abolisce ogni distinzione tra chi si è sempre dimostrato fedele e chi invece ha infranto i comandi. Il suo comportamento è provocatorio; egli è in casa * ma con l'anima del mercenario, convinto che lo stare in casa sia faticosa sacrificio, convinto anch'egli che fuori si stia meglio. E' un figlio fedele, ma nel profondo incapace di condividere la gioia del padre, perchè non vede nel fratello un povero da salvare, ma semmai un fortunato da punire *.
L'accoglienza che il padre ha attuato verso il figlio minore è per l'altro un comportamento che deforma l'immagine del padre giusto. E' in gioco, dunque, un'odea di giustizia che sembra impedirgli di entare in casa e condividere la festa iniziata.
L'AMORE GRATUITO DEL PADRE
Dio ama in mdo gratuito tutti gli uomini, giusti o peccatori. Tuttavia, questo amore esplode in modo * sproporzionato * quando ritorna chi si è allontanato da casa. E crea scandalo .
E' paradosale anche l'insistenza del padre nel far comprendere la necessità di condividere la gioia di un ritorno.
DIO NON CI SALVA SENZA DI NOI
24.02.2016 22:14LA CONVERSIONE E' UN ATTO LIBERO DELL'UOMO
L'urgenza di conversione per l'approssimarsi del giudizio di Dio che i segni dei tempi continuamente ci richiamano è la nostra risposta all'esperienza di un Dio che viene per farci uscire dall'Egitto, ( dalla schiavitù del peccato ), che viene ad aiutarci a ritrovare la nostra identità di uomini. Egli sente il grido del suo popolo e manda Mosè a liberarlo dalla mano dell'Egitto e farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso. Un popolo liberato è un popolo in conversione. Una conversione continua. Come al popolo d'Israele non fu sufficiente passare il Mar Rosso, cibarsi della manna e dissetarsi all'acqua della roccia per essere fedele a Dio. Cosi al nuovo popolo di Dio, a noi, non basta essere battezzati e aver partecipato alla mensa del corpo e sangue di Cristo per entrare nel regno della promessa.
La parola di Dio vuol provocarci pertanto alla conversione e l'urgenza di questo appello assume in Cristo una tonalità particolare; egli è la misericordia del Padre; ancora una occasione offerta all'uomo per fare penitenza. Il tempo di Cristo è il tempo della pazienza del Padre. Dio non impone scadenza fisse. Un lungo passato di sterilità non impedisce quindi a Dio di dare possibilità di riuscita al fico. Non si tratta di debolezza, ma di amore.
LA CONVERSIONE; ATTO IMPEGNATIVO
Il rischio è di sottovalutare le esigenze di tale atto e di confinarlo in gesti che solo superficialmente ci toccano, ma in realtà lasciano intatto il fondo della nostra vita. Conversione è una profonda verifica di sè e della direzione che ha assunto la propria vita. Implica un * cambio di direzione *. Conversione è un passaggio da una fede accettata passivamente, fede-ereditata, a una fede attivamente conquistata, come risposta al dono di Dio e al'ntervento dello Spirito nella nostra vita. Conversione è rottura di una mentalità orientata verso il peccato, verso valori puramenti umani, verso l'autosufficienza e l'orgoglio, per aderire ai segni di penitenza che non siano soltanto rituali. Conversione è adesione al regno che viene e impegno per esso; è atteggiamento di povero, di piccolo, di servo, di figlio; è autenticità di comportamento contro ogni dissociazione tra fede e vita. Dio ci attende a questo istante decisivo. Aspetta dalla nostra fede un atto coraggioso; e nessuno può farlo al nostro posto, neppure Dio. Liberta scelta.
LA CONVERSIONE; ATTO CHE COSTA
Il cammino di conversione può portare a scelte strazianti e sconvolgenti. Ci sono situazioni in cui non è facile agire o da cui è ormai impossibile tornare indietro; scelte come quella di chi ha rotto con la Chiesa, con la vita religiosa, ecc... non si possono facilmente modificare;
La conversione è un cammino che strazia la carne e che esige il rispetto e l'aiuto di tutta la comunità. Esige la comprensione di chi sa che certe scelte non sempre dipendono dalle persone, e che certe situazioni possono verificarsi per ognuno di noi. Cristo non ha permesso di sradicare una pianta a prima vista improduttiva. Un germe di vita nuova è possibile ad ogni primavera.
I SEGNI DEI TEMPI
22.02.2016 11:22INTERPRETARE I SEGNI DEI TEMPI ( Lc 13, 1-9 )
La gente fa sapere a gesù del massacro dei Galilei. Come oggi, il popolo parla dei fatti che avvengono e vuole un commento da coloro che possono interferire nell'opinione pubblica. E' cosi che alcune persone giungono vicini a Gesù e raccontano il fatto del massacro di alcuni Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello delle sue vittime. Probabilmente si tratta di un assassino commesso sul monte Garizim, che continuava ad essere un centro di pellegrinaggio e dove la gente soleva offrire sacrifici. Il fatto conferma la ferocia e la stupidità di alcuni governanti romani in Palestina che provocavano la sensibilità religiosa dei giudei mediante azioni irrazionali di questo tipo
GESU' COMMENTA IL MASSACRO E NE TRAE UNA LEZIONE PER LA GENTE
Interpellato a dare un'opinione, Gesù chiede; Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte ??. La domanda di Gesù rispecchia l'interpretazione popolare comune dell'epoca; sofferenza e morte violenta sono il castigo di Dio per qualche peccato che la persona ha commesso. La reazione di Gesù è categorica; * No, io vi dico * ! Nega l'interpretazione popolare e trasforma il fatto in esame di coscienza. * Ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo * ! Ossia, se non avviene un vero e proprio mutamento, accadrà per tutti lo stesso massacro. La storia posteriore conferma la previsione di Gesù. Il mutamento non è avvenuto. Loro non si converitrono e quarant'anni dopo, nel 70, Gerusalemme venne distrutta dai Romani. Venne massacrata molta gente. Gesù percepiva la gravità della situazione politica del suo paese. Da un lato, il dominio romano sempre più pesante e insopportabile. Dall'altro la religione ufficiale, sempre più alienata e incapace di capire la portata della fede in JHWH per la vita della gente.
IL PENSIERO DI GESU'
Gesù stesso prende l'iniziativa di commentare un altro fatto. Una tormenta fa crollare la torre di Siloe e diciotto persone muoiono schiacciate dalle pietre, Il commento della gente; * Castigo di Dio !* . Comento di Gesù; * No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo *. E' la stessa preoccupazione di interpretare i fatti in modo tale che diventi in essi trasparente la chiamata di Dio al cambiamento e alla conversione. Gesù è un mistico, un contemplativo. Legge i fatti in un modo diverso. Sa leggere ed interpretare i segni dei tempi. Per lui, il mondo è trasparente, rivelatore della presenza e degli appelli di Dio.
LA PARABOLA DEL FICO CHE NON DA' FRUTTI
Dopo Gesù racconta la parabola del fico che non dà frutti. Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna. Durante tre anni non aveva dato frutti. per questo dice al vignaiolo; Taglialo !. Ma costui risponde; Padrone, lascialo ancora quest'anno. Se non dà frutti, allora lo taglierai. Non sappiamo se Gesù raccontò questa parabola immediatamente dopo il commento che fece del massacro e il crollo della torre di Siloe. Probabilmente, fu Luca che colloca in questo luogo la parabola, perchè lui, Luca, vede qualche legame tra il commento dei fatti e la parabola del fico. Luca non dice qual è il legame. Lascia a noi il compito di scoprirlo. Quale significato vi scorge Luca ?
Il padrone della vigna e del fico è Dio. Il fico è il popolo. Gesù è il vignaiolo. Il padrone della vigna si è stancato di cercare frutti sul fico, senza trovarne. Decide di sradicare l'albero. Così ci sarà posto per una pianta che possa dare frutti. Il popolo scelto non stava dando il frutto che Dio aspettava. Vuole dare la Buona Notizia ai pagani. Gesù il vignaiolo, chiede di lasciare il fico in vita ancora un poco. Aumenterà i suoi sforzi per ottenere il cambiamento e la conversione. Più avanti nel vangelo, Gesù riconosce che il duplicare lo sforzo non ha dato risultato. Loro non si convertiranno. Gesù lamenta la mancanza di conversione e piange sulla città di Gerusalemme.
RISPLENDA SU DI NOI SIGNORE LA LUCE DEL TUO VOLTO
20.02.2016 16:55Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e la sua veste uguagliano il candore della neve.
Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall'animo dei discepoli. Lo scandalo della croce, perchè l'umiliazione della Passione, volontariamente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.
Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava un fondamento solido alla speranza della santa Chiesa, perchè tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato oggetto, e perchè anche le membra si ripromettessero la partecipazione a quella gloria, che era brillata nel Capo.
Di questa gloria lo stesso Signore, parlando della maestà della sua seconda venuta, aveva detto ; Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. La stessa cosa affermava anche l'apostolo Paolo dicendo; Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. In un altro passo dice ancora; Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio ! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.
Ma, per confermare gli apostoli nella fede e per portarli ad una conoscenza perfetta, si ebbe in quel miracolo un altro insegnamento. Infatti, Mosè ed Elìa, cioè la legge e i profeti, apparvero a parlare con il Signore, perchè in quella presenza di cinque persone si adempisse esattamente quando è detto: Ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Che cosa c'è di più stabile, di più saldo di questa parola, alla cui proclamazione si uniscono in perfetto accordo le voci dell'Antico e del Nuovo Testamento e, con la dottrina evangelica, concorrono i documenti delle antiche testimonianza ?
Le pagine dell'uno e dell'altro Testamento si trovano vicendevolmente concordi, e colui che gli antichi simboli avevano promesso sotto il velo viene rivelato dallo splendore della gloria presente. Perchè, come dice san Giovanni; La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. In lui si sono compiute le promesse delle figure profetiche e ha trovato attuazione il senso dei precetti legali; la sua presenza dimostra vere le profezie e la grazia rende possibile l'osservanza dei comandamenti.
All'annunzio del vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale e stato redento il mondo.
Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perchè attraverso la fatica si passa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita. Avendo egli assunto le debolezze della nostra condizione, anche noi, se persevereremo nella confessione e nell'amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e conseguiremo il premio promesso.
Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice; Questì è il Figlio mio predieltto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo.
TRASFIGURAZIONE DI GESU'
17.02.2016 15:27MAESTRO........!!! E' BELLO PER NOI ESSERE QUI' ; ( Lc 9,28b-36 )
Varie volte Gesù era entarto in conflitto con la gente e con le autorità religiose e civili dell'epoca ( Lc 4,28-29; 5,21-25; 6,2-11; 7,30,39; 8,37;9,9 ). Lui sentiva che non gli lasciavano fare ciò che stava faccendo. Prima o pio, l'avrebbero preso. Inoltre, in quella società, l'annuncio del Regno, come lo faceva Gesù, non era tollerato. O tornava indietro, o l'aspettava la morte ! Non c'era altra alternativa. Ma Gesù non tornò indietro. Per questo nell'orizzonte appare la croce, non già come una possibilità, bensì come una certezza ( Lc 9,22 ). Insieme alla croce appare la tentazione di continuare il cammino del Messia Glorioso e non il cammino del Servo sofferente, annunciato dal profeta Isaìa ( Mc 8,32-33 ). In questa ora difficile Gesù va sulla montagna per pregare, portando con sè Pietro, Giacomo e Giovanni. Nella preghiera Gesù cerca la forza per non perdere la direzione della sua missione ( cf Mc 1, 35 )
LA PREGHIERA LO TRASFORMA
Appena Gesù prega, il suo aspetto cambia ed appare glorioso. Il suo volto cambia d'aspetto e la sua veste diviene candida e sfolgorante. E' la gloria che i discepoli immaginavano per il Messia. Questo cambiamento dell'aspetto dimostrava loro chiaramente che Gesù, di fatto, era il Messia che tutti aspettavano. Ma la sequenza dell'episodio della Trasfigurazione indicherà che il cammino verso la gloria è ben diverso da quello immaginato da loro. La Trasfigurazione sarà una chiamata alla conversione.
DUE UOMINI PARLANO CON GESU';
Insieme con Gesù, nella stessa gloria appaiono anche Mosè ed Elìa, i due maggiori esponenti dell'Antico Testamento, che rappresentavano la Legge e i profeti. Parlano con Gesù dell'esodo che avrebbero portato a compimento a Gerusalemme. Così davanti ai discepoli, la Legge e i Profeti confermano che Gesù è veramente il Messia Glorioso, promesso nell'Antico Testamento ed atteso da tutto il popolo. Inoltre confermano che il cammino verso la Gloria passa per la via dolorosa dell'esodo.
L'esodo di Gesù è la sua passione, morte e risurrezione. Per mezzo del suo * esodo * Gesù rompe il domino della falsa idea del Messia divulgata sia dal governo che dalla religione ufficiale e che manteva tutti intrappolati nella visione del glorioso Messia nazionalista. L'esperienza della Trasfigurazione confermava che Gesù nella sua opzione di Messia Servo costituiva un aiuto per liberarli dalle loro idee sbagliate sul Messia e per scoprire un vero significato del Regno di Dio.
LA REAZIONE DEI DISCEPOLI;
I discepoli erano profondamente addormentati. Quando si svegliarono, potettero vedere la gloria di Gesù e i due uomini che stavano con lui. Ma la reazione di Pietro indica che non si resero conto del significato della gloria in cui Gesù appariva davanti a loro.
Come avviene con noi tante volte, si rendono conto solo di ciò che li interessa. Il resto sfugge alla loro attenzione. * Maestro, è bello per noi essere quì ! * . E non vogliono scendere più dalla montagna! Quando si parla di croce, sia sul monte della Trasfigurazione come sul Monte degli Olivi ( Lc 22,45 ), loro dormono ! A loro piace più la gloria che la croce ! Non piace loro parlare e sentire parlare della croce. Loro vogliono assicurare il momento della gloria sul Monte, e si offrono per costruire tre tende. Pietro non sapeva ciò che stava dicendo.
Mentre Pietro parlava, una nube scende dall'alto e li ricopre con la sua ombra. Luca dice che i discepoli ebbero paura quando li avvolse la nube. La nube è un simbolo della presenza di Dio. La nube accompagnò la moltitudine nel suo cammino per il deserto.
Quando Gesù salì al cielo, fu coperto da una nube e non lo vìdero più. Un segno che Gesù era entrato per sempre nel mondo di Dio.
LA VOCE DEL PADRE;
Una voce esce dalla nube e dice; Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo! . Con questa stessa frase il profeta Isaìa aveva annunciato il Messia-Servo ( Is 42,1 ). Dopo Mosè ed Elìa, ora Dio stesso presenta Gesù come Messia-Servo che giungerà alla gloria mediante la croce. E ci lascia un'avvertenza finale; Ascoltatelo !. Nel momento in cui la voce celeste si fa sentire, Mosè ed Elìa scompaiono e rimane solo Gesù. Ciò significa che d'ora in avanti è solo lui che interpreta la Scrittura e la Volontà di Dio. E' lui la Parola di Dio per i discepoli; Ascoltatelo !!.
L'affermazione * Questi è il Figlio mio, l'eleto; ascoltatelo * era molto importante per le comunità della fine degli anni 80. per mezzo di questa affermazione Dio Padre confermava la fede dei cristiani in Gesù come Figlio di Dio. Nel tempo di Gesù, cioè verso gli anni 30, l'espressione Figlio dell'uomo indicava una dignità e una missione assai elevata. Gesù stesso relativizzava il termine e diceva che tutti sono figli di Dio ( cf Gv 10,33-35 ). Ma per pochi il titolo di Figlio di Dio diventò il compendio di tutti i titoli, oltre cento, che i primi cristiani dettero a Gesù nella seconda metà del secolo primo. Nei secoli seguenti, fu in questo titolo di Figlio di Dio che la Chiesa concentrò tutta la sua fede nella persona di Gesù.
GESU' NEL DESERTO VIENE TENTATO DAL DIAVOLO
12.02.2016 21:56LA VITTORIA PER MEZZO DELLA PREGHIERA E DELLA PAROLA DI DIO ( Lc 4,1-13 )
Luca con la raffinatezza di un narratore racconta in 4, 1-44 alcuni aspetti del ministero di Gesù dopo il suo battesimo, tra cui le tentazioni del demonio. Infatti narra che Gesù * pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni * ( 4,1-2 ). Tale episodio della vita di Gesù è preliminare al suo ministero, ma può essere inteso anche come il momento di transizione dal ministero di Giovanni Battista a quello di Gesù. In Marco tale racconto delle tentazioni è più generico. In Matteo, di Gesù si racconta che * fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo * ( Mt 4, 1 ), queste ultime parole attribuiscono l'esperienza della tentazione ad un influsso che è insieme celeste e diabolico. Il racconto di Luca modifica il testo di Matteo in tal maniera da mostrare che Gesù, * pieno di Spirito Santo *, s'allontana di sua iniziativa dal Giordano ed è condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove egli * è tentato dal diavolo * ( 4,1 ). Il senso che Luca vuol dare alle tentazioni di Gesù è che esse furono un'iniziativa del diavolo e non un'esperienza programmata dallo Spirito Santo . E' come se Luca volesse tenere ben distinti il personaggio del diavolo dalla persona dello Spirito Santo.
Un altro elemento da osservare è l'ordine con cui Luca dispone le tentazioni; deserto - veduta dei regni del mondo - pinnacolo di Gerusalemme. Invece in Matteo l'ordine varia; deserto - pinnacolo - alto monte. Gli esegeti discutono quale sia la disposizione originale, ma non riescono a trovare una soluzione unanime. La differenza potrebbe essere spiegata a partire dalla terza tentazione ( quella culminante ); per Matteo il * monte * è il vertice della tentazione perchè nel suo vangelo pone tutto il suo interesse sul tema del monte ( basti ricordare il discorso della montgna, la presentazione di Gesù come * il nuovo Mosè * ; per Luca, invece, l'ultima tentazione avviene sul pinnacolo del tempio in Gerusalemme perchè uno degli interessi maggiori del suo vangelo è la città di Gerusalemme ( Gesù nel racconto lucano è in cammino verso Gerusalemme dove si compie in modo definitivo la salvezza ).
Il lettore può porsi legittimamente una domanda; In Luca, come in Matteo, ci furono dei possibili testimoni alla tentazione di Gesù ? La risposta è certamente negativa. Dal racconto lucano traspare chiaramente che Gesù è il diavolo sono uno di fronte all'altro, totalmente soli. Le risposte di Gesù al diavolo sono attinte dalla S.Scrittura, sono citazioni dell'Antico Testamento. Gesù affronta le tentazioni, e in particolare quella circa il culto che il diavolo pretende da Gesù stesso, ricorrendo alla parola di Dio come pane di vita, come protezione di Dio. Il ricorso alla parola di Dio contenuta nel libro del Deuteronomio, ritenuto dagli esegeti una lunga meditazione sulla legge, mostrano il tentativo di Luca di raccordare questo episodio della vita di Gesù con il progetto di Dio che vuole salvare l'uomo.
Tali tentazioni sono avvenute storicamente ? perchè alcuni, tra credenti e non credenti, ritengono che tali tentazioni siano fantazie su Gesù, inventate di sana pianta ? tale questione + estremamente importante in un contesto come il nostro che cerca di svuotare del suo contenuto storico e di fede i racconti dei vangeli. Certamente non si può dare una spiegazione letterale e ingenua, nè pensare che possano essere accadute in modo esterno. Ci sembra quella di Dupont una spiegazione abbastanza plausibile; * Gesù parla di un'esperienza che egli ha vissuto, ma tradotta in un linguaggio figurato, adatto a colpire le menti dei suoi ascoltatori *. Più che considerarle come un fatto esterno, le tentazioni vanno considerate come un'esperienza concreta nella vita di Gesù. Sono prive di fondamento le opinioni di chi ritiene le tentazioni di Gesù fittizie o inventate, come anche non si può condividere l'opinione dello stesso Dupont, quando dice che esse sono state * un dialogo puramente spirituale che Gesù ebbe con il diavolo . Dando uno sguardo all'interno del Nuovo Testamento, risulta chiaro che le tentazioni furono una realtà evidente nella vita di Gesù. Interessante e condivisibile è la spiegazione di R.E.Brown- Matteo e Luca non avrebbero fatto alcuna ingiustizia alla realtà storica drammatizzando tali tentazioni all'interno di una scena, e mascherando il vero tentatore col porre queste provocazioni sulle sue labbra ( The Gospel According to John, 308 ). In sintesi potremmo dire che la storicità delle tentazioni di Gesù o il radicamento di esse nell'esperienza di Gesù sono state descritte con un lunguaggio figurato o drammatizzato. E' necessario distinguere il contenuto ( le tentazioni nell'esperienza di Gesù ) dal suo contenitore ( il linguaggio figurato o drammatizzazione ). E' certo che queste due interpretazioni sono molto più correte di quelle che le interpretano in senso ingenuamente letterale.
Luca, inoltre, con queste scene intende ricordarci che le tentazioni sono state rivolte a Gesù da un agente esterno. Non sono il risultato di una crisi psicologica o perchè si trova in un conflitto personale con qualcuno. Le tentazioni, piuttosto, rimandano alle * tentazioni * che Gesù ha sperimentato nel suo ministero; l'ostilità, l'opposizione, il rifiuto. Tali * tentazioni * sono state reali e concrete nella sua vita. Non ha fatto ricorso al suo potere divino per risolverle. Queste prove sono state una forma di * seduzione diabolica * . una provocazione a usare il suo potere divino per mutare pitre in pane e per manifestarsi in modi eccentrici.
Le tentazioni terminano con quest'espressione; * dopo aver esaurito ogni specie di tentazione * il diavolo si allontanò da Gesù ( 4,13 ). Quindi le tre scene che contengono le tentazioni sono da considerarsi come espressione di tutte le * tentazioni o prove che Gesù ha dovuto fronteggiare. Ma il punto fondamentale è che Gesù, in quanto Figlio, ha affrontato e vinto la * tentazione * . Ancora di più; è stato provato nella sua fedeltà al Padre ed è stato trovato fedele.
Un'ultima considerazione riguarda la terza tentazione. Nelle prime due tentazioni il diavolo ha provocato Gesù a usare la sua filialità divina per negare la finitezza umana; evitare di procurarsi il pane come tutti gli uomini; richiedendogli, poì, un'onnipotenza illusoria. In entrambe le prove Gesù non risponde dicendo; non voglio ! Ma si appella alla legge di Dio, suo Padre; Sta scritto... è stato detto.... Meravigliosa lezione. Ma il diavolo non demorde e gli rivolge una terza provocazione, la più forte di tutte; di risparmiarsi la morte. In fondo lanciarsi dal pinnacolo significa andare incontro a una morte sicura. Il diavolo cita la Scrittura, il Salmo 91, per inviatre Gesù all'uso magico e spettacolare della protezione divina e , fin dei conti, alla negazione della morte.
PREGHIERA , ELEMOSINA , DIGIUNO...
07.02.2016 22:43LE OPERE DI PIETA' ( Matteo 6,1-6. 16-18 )
Gesù parla di tre cose; l'elemosina, preghiera e il digiuno. Erano le tre opere di pietà dei giudei. Gesù critica il fatto che pratichino la pietà per essere visti dagli uomini. Non permette che la pratica della giustizia e della pietà venga usata come un mezzo per la promozione sociale nella comunità. Nelle parole di Gesù appare un nuovo tipo di relazione con Dio che si dischiude per noi. Lui dice; Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiedeate. Se voi perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi.
Gesù ci offre un nuovo cammino di accesso al cuore di Dio. La meditzione delle sue parole riguardo alle opere di pietà potrà aiutarci a scoprire questo nuovo cammino.
STATE ATTENTI......
Gesù dice; State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. La giustizia di cui parla Gesù consiste nel raggiungere il luogo dove Dio ci vuole. Il cammino per giungervi è espresso nella legge di Dio. Gesù avvisa del fatto che non si deve osservare la legge per essere elogiati dagli uomini. Prima aveva detto; Se la vostra giustizia non supereà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Nel leggere questa frase non dobbiamo pensare solo ai farisei del tempo di Gesù, ma soprattutto al fariseo che dorme in ciascuno di noi. Se Giuseppe, sposo di Maria, avesse seguito la giustizia della legge dei farisei, avrebbe dovuto denunciare Maria. Ma lui era giusto, possedeva già la nuova giustizia annunciata da Gesù. Per questo, trasgredì l'antica legge e salvò la vita di Maria e di Gesù. La nuova giustizia annunciata da Gesù riposa su un'altra base, scaturisce da un'altra sorgente. Dobbiamo costruire la nostra sicurezza dal di dentro, non in ciò che noi facciamo per Dio, ma in quello che Dio fa per noi. E' questa la chiave generale per capire l'insegnamento di Gesù sulle opere di pietà. In ciò che segue, Matteo applica questo principio generale alla pratica dell'elemosina, della preghiera e del digiuno.
FARE L'ELEMOSINA IN MODO SBAGLIATA;
Il modo sbagliato, sia allora che oggi, di fare l'elemosina è quello di usare un modo vistoso, per essere riconosciuti ed acclamati dagli altri. In televisione, ai politici piace mostrarsi come grandi benefattori dell'umanità nelle inagurazioni di opere pubbliche al servizio della comunità. Gesù dice; Coloro che agiscono così hanno già ricevuto al loro ricompensa.
IL MODO GIUSTO NEL FARE L'ELEMOSINA;
Il modo corretto di fare elemosina è questo; non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra !. Ossia devo fare l'elemosina in modo tale che nemmeno io devo avere la sensazione di star facendo una cosa buona, che merita una ricompensa da parte di Dio ed elogio da parte degli altri. L'elemosina è un obbligo. E' un modo di condividere qualcosa che possiedo con coloro che non hanno nulla.
MODO DI PREGARE;
Parlando del modo sbagliato di pregare , Gesù menziona alcuni usi e costumi strani di quell'epoca. Qunado veniva suonata la trombetta per la preghiera del mattino, di mezzogiorno e del pomeriggio, c'era gente che cercava di trovarsi in mezzo alla strada per pregare solennemente con le braccia aperte facendosi così vedere da tutti ed essere quindi considerata gente pia. Altri nella sinagoga, assumevano atteggiamenti stravaganti, per attirare l'attenzione delle comunità.
Per non lasciare dubbi, Gesù esagera su come pregare. Dice che bisogna pregare, in segreto, solo davanti a Dio Padre. Nessuno ti vedrà. Anzi , forse, per gli altri, tu sarai una persona che non prega. Non importa! Anche di Gesù lo dissero; Non è da Dio!. E questo perchè Gesù pregava molto di notte e non gli importava dell'opinione degli altri. Ciò che importa è avere la coscienza in pace ed essere certi che Dio è il Padre che mi accoglie, e non a motivo di ciò che io faccio per Dio o per la soddisfazione che cerco nell'essere apprezzato come una persona pia e devota.
DIGIUNO;
Gesù critica le pratiche sbagliate del digiuno. C'era gente che si rattristava nel volto, non si lavava, usava vestiti stracciati, non si pettinava, in modo che tutti potessero vedere che stava digiunando, e in modo perfetto.
Gesù raccomanda il contrario; Quando tu digiuni, spargi profumo sulla tua testa, lavati ilviso, in modo che nessuno capisca che tu stai facendo digiuno, ma solo tuo Padre che è nei cieli.
Come dicevamo prima, si tratta di un cammino nuovo di accesso al cuore di Dio che si apre davanti a noi. Gesù, per assicurarci interiormente, non chiede ciò che noi facciamo per Dio, bensì dice ciò che Dio fa per noi. L'elemosina, la preghiera e il digiuno non sono soldi per comprare il favore di Dio, ma sono la risposta di gratitudine all'amore ricevuto e sperimentato.
LA FEDE NELLA PAROLA DI GESU'
04.02.2016 22:10SULLA TUA PAROLA GETTERO' LE RETI ; ( Lc 5,1-11 )
Gesù è in piedi, sta presso la riva del mare, è innalzato al di sopra delle oscurità monacciose e ignote dei flutti del mare e della vita. Si pone di fronte a questo popolo radunato, pronto per l'ascolto e per l'esodo, lui, il buon pastore, con la verga della sua Parola. Vuole condurci attraverso i mari e gli oceani di questo mondo, in un viaggio di salvezza che ci porta sempre più vicini al Padre. Il Signore parla e le acque si aprono davanti a lui, come già è avvenuto presso il Mar Rosso e presso le rive del fiume Giordano. Anche il mare di sabbia del deserto viene sconfitto dalla potenza della sua Parola e si apre, diventando un giardino, una strada pianeggiante e percorribile per quanti decidono il viaggio di ritorno a Dio e da lui si lasciano guidare. In questi pochi versetti del Vangelo, il Signore Gesù prepara, ancora una vilta, per noi il grande miracolo dell'esodo, dell'uscita dalle tenebre di morte per la traversata salvifica verso i pascoli verdeggianti dell'amicizia con lui, dell'ascolto della sua voce. tutto è pronto; il nostro nome è già stato pronunciato con infinito amore dal pastore buono, che ci da sempre e ci guida per tutta l'eternità, senza lasciarci cadere mai dalla sua mano.
L'ASCOLTO DELLA FEDE CHE CONDUCE ALL'OBBEDIENZA
E' il secondo passaggio del glorioso cammino che il Signore Gesù ci offre attraverso questo brano di Luca. La folla si stringe attorno a Gesù, spinta dal desiderio intimo di ascoltare la Parola di Dio; è la risposta all'invito perenne del Padre, che percorre tutta la Scrittura; * Ascolta, Israele *. E' come se la folla dicesse; Sì, ascolterò che cosa dice Dio, il Signore. Ma l'ascolto che ci viene indicato e suggerito è completo, non superficiale; è vivo e vivificante, non morto; è ascolto della fede, non dell'incredulità e della durezza di cuore. E' l'ascolto che dice; Sì, Signore, sulla tua Parola io getterò la mia rete.
La chiamata che il Signore ci sta rivolgendo, in questo momento, è prima di tutto la chiamata alla fede, a fidarci di lui e di ogni parola che esce dalla sua bocca, sicuri e certi che tutto ciò che lui dice, si realizza.
Non possiamo essere soltanto ascoltatori, perchè illuderemmo noi stessi, come dice san Giacomo ( 1,19-25 ); resteremmo ingannati dalla smemoratezza e ci perderemmo. La Parola va realizzata, messa in pratica, compiuta. E' grande la rovina di chi ascolta, ma non mette in pratica la Parola; bisogna scavare profondo e porre il fondamento sulla roccia, che è la fede operosa.
LA PESCA COME MISSIONE DELLA CHIESA
L'adesione dell'ascolto e della fede porta alla missione, cioè ad entrare nella comunità istituita da Gesù per la diffusione del regno. Sembra che Luca, in questo brano, voglia già presentare la Chiesa che vive l'esperienza post-pasquale dell'incontro con gesù risorto; noto, infatti, i molti richiami al brano di Gv 21,1-8. Gesù sceglie una barca e sceglie pietro e, dalla barca, chiama uomini e donne, figli e figlie, a continuare la sua missione. Noto che il verbo * prendi il largo* è al signolare, riferito a Pietro che riceve l'incarico di guida, ma l'azione della pesca è al plurale; * gettate le reti * , riferita a tutti coloro che vorranno aderire e partecipare alla missione. E' bella e luminosa, è gioiosa quest'unica missione e fatica comune per tutti! E' la missione apostolica, che inizia ora, in obbedienza alla Parola del signore e che giungerà molto al largo, fino agli estremi confini della terra.
E' interessante notare il vocabolo usato da Luca per indicare la missione che Gesù affida a Pietro e, con lui, a tutti noi, quando gli dice; * Non temere sarai pescatori di uomini * . Quì non viene usato lo stesso termine che troviamo già in Mt 4,18ss, in Mc 1,16 o anche in questo brano al v.2., semplicemente pescatore; quì c'è una parola nuova, che compare solo due volte in tutto il Nuovo Testamento e che deriva dal verbo * catturare *, nel senso di * prendere vivo e mantenere in vita *. I pescatori del Signore infatti, gettano le loro reti nel mare del mondo per offrire agli uomini la Vita, per strapparli dagli abissi e farli ritornare alla vita vera. Pietro e gli altri, noi e i nostri compagni di navigazione in questo mondo, possiamo continuare, se lo vogliamo, in qualsiasi stato ci troviamo, quella sua stessa meravigliosa missione di inviati del Padre * a salvare ciò che era perduto *.