Blog
Preghiamo insieme
31.10.2020 22:38Suona allarme della coscienza
12.10.2020 22:14ABBANDONARE IL MALE
28.09.2020 15:44SMETTI DI ODIARE
21.09.2020 22:10Grazie
11.07.2020 16:42Ombre del superbo
04.07.2020 22:42Essere un gigante
26.06.2020 22:24Sei un cristiano ???
21.06.2020 22:51Chiedi a Gesù la docilità...
21.06.2020 22:47Blog
L'ARTE DEL SOFFRIRE
13.07.2014 16:59L'arte più urgente ed importante, la più sublime, e di cui abbiamo maggiore bisogno tutta la vita, è l'arte del bene soffrire. E' l'arte dell'uomo, per diventare sempre di più uomo.
Bisogna imparare a soffrire meglio; con coraggio, con gioia, con entusiasmo. Soffrire da atleti, da campioni, esperti nello sfruttare al massimo la minima pena per farne uno strumento non di autodistruzione, ma di formazione spirituale, di perfezione personale e di edificazione soprannaturale e sociale. Impariamo a trasformare ogni dolore in amore, cioè in forza spirituale.
Soffrire da vincitori, come i santi; calma, sicura, sereni, sorridenti, per mezzo della croce. Vincere da atleti per mezzo della croce.
Cosi, Cristo ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce, fu dal Padre esaltato al di sopra di ogni cosa. La risurrezione è la ricompensa della sua sofferenza, sopportata con pazienza, in spirito di ubbidienza.
Cristo , L'uomo-Dio sulla croce è la calamìta che attrae ogni sofferenza per trasformarla in sacrificip, in strumento di redenzione, di santificazione, di deificazione.
Il dolore cristiano ha proprio il segreto di innalzare, di divinizzare l'uomo. E' il massimo tesoro, il privilegio supremo riservato ai prediletti di Dio; e più da Lui sono amati, e più sono tribolati.
Tale è prezioso della croce e della morte di Gesù; che quando Pietro tenta di dissuaderlo ; Gesù lo respinge e lo chiama satana. Mi sei di scandalo; non capisci le cose di Dio ma soloquelle del mondo.
Se Gesù non accettasse la sofferenza, la sua missione sarebbe fallita e l'umanità perduta.
Ora impariamo ad accettare e amare la sofferenza, convinti del suo valore; che è un mezzo per arrivare all'amore perfetto, e, attraverso l'amore, al Signore. Impariamo a fare della cosa che sembra la più distruttiva, ma che in realtà la più costruttiva, per la nostra santificazione. E' l'unico mezzo per trovare la felicità su questa terra cosi fertile in spine.
OGNI PASSO VERSO L'ALTO COSTA SUDORE.
07.07.2014 22:42L'ETERNO PROBLEMA DELL'UOMO
Il dolore è l'eterno problema dell'uomo e il suo grande rimprovero a Dio !! E' causa di infiniti malintesi e dissensi tra Lui e noi. Dio, Bontà infinità, ci può volere solo del bene, eppure permette il male per il bene nostro.
Il dolore è apparentemente un male, ma realmente è per noi un immenso bene se sappiamo accettarlo. La convinzione dell'utilità e della fecondità delle nostre ior pene forma la nostra forza e capacità di sopportazione. Il dubbio invece, peggio, la certezza della loro inutilità ne raddoppia la virulenza, e genera debolezza e scoraggiamento, togliendoci con la speranza, ogni coraggio. Abbiamo troppo bisogno di coraggio e di ottimismo. E' stimolo per studiare i benefici della sofferenza. D'istinto ne abbiamo orrore, incapaci di credere al suo valore che pure è reale.
In un uomo senza fede il dolore perde ogni significato, appare soltanto un brutto scherzo, una odiosa. Dobbiamo rispettare la sofferenza di chi non condivide la nostra fede, perchè è privo dell'unico conforto nelle sue pene delle quali non riesce a capire la ragione. Il peggior dolore è soffrire senza capire nè aderire, perdendone cosi tutto il frutto. La maggiore sofferenza non proviene dal patire, ma dal ribbellarvisi che ne fa un mezzo di rovina invece che di salvezza.
E' l'inferno dei non credenti, si esaspera la minima pena con la disperazione e cosi ne fa la più nera disgrazia, mentre la speranza lenisce ogni ferita.
Troppo duro patire senza frutto. Nulla di deprimente come ignorare i motivi del dolore.
La sofferenza è sempre un rischio che mette a repentaglio le nostre relazioni; con Dio; fa pregare o bestemmiare, benedire o maledire. col il prossimo; apre o chiude il cuore che intenerisce o inaridisce. Con noi stessi; l'ora del dolore è l'ora della verità; rivela il carattere e il coraggio dell'uomo, il suo eroismo.
Imparate a soffrire, cosi imparate tutto. Bisogna essere pazienti, e fino in fondo, con i mali e con i rimedi, con gli altri e con noi stessi. La pazienza ci è indispensabile quanto la sofferenza è inevitabile. Chi vuol salire deve soffrire.
Più l'uomo deventa uomo, e più problema del male da capire e del dolore da subire incide sulla sua carne, sui suoi nervi, sul suo spirito. Nessuno progresso dell'essere senza un tributo di lacrime. Ogni passo verso l'alto costa sudore. Bisogna imparare a rendere con la fede e con l'amore il dolore costruttivo che distruttivo.
SEI POVERO IN SPIRITO...?
30.06.2014 15:25LA POVERTA' IN SPIRITO CONSISTE NEL NON DESIDERARE NULLA FUORI DI DIO;
Se sei povero in spirito; possederai la vera umiltà interiore e la semplicità del fanciullo; vivrai nella verità senza preoccupazione alcuna di apparire diverso da quello che sei, mantenersi tranquilli nella sofferenza, nelle prove della vita e nell'aridità spirituale.
Quando Gesù dichiara beati i poveri in spirito, mostra che il regno dei cieli va assegnato a coloro che hanno l'umiltà interiore, anzichè la semplice mancanza dei beni esteriori . Sarai ammaestrato da Gesù se non sarai gonfio della tua scienza. Se vuoi essere il più grande nel Regno dei cieli fatti piccolo come un bambino .
Se vuoi che Dio ti esalti, fatti umile. Dio solleva dalla polvere il povero, abbatte i superbi e innalza gli umili.
Dio, prima di darti i suoi tesori, ti fa toccare con mano la tua miseria, perchè ti convinca che da te puoi fare ben poco e non ti debba inorgoglire.
Il Regno di Dio non è un regno materiale fondato sull benessere, la gloria e la potenza umana, ma un Regno spirituale fondato sull'umiltà e la povertà. Gesù con l'umiltà ha vinto la superbia del mondo.
Ellimina in te stesso la superbia e fuggi gli onori del mondo.
La superbia offusca l'intelletto dell'uomo e lo rende incapace di conoscere Dio. L'amor proprio è come una nube che ti impedisce la conoscenza di Dio e di te stesso. Il tuo peggior nemico è l'amor proprio, l'attaccamento cioè alla stima di te stesso.
Copri i difetti del tuo fratello con la considerazione dei tuoi peccati. L'umiltà è nutrice della carità.
Per questa via giungerai alla grande virtù di considerare gli altri migliori di te, e te peggiore di tutti.
Anche se hai un incarico di comando, non perdere l'umiltà e lo spirito di servizio.
La dignità del posto non ti rende più grande o migliore di quello che sei.
LA TUA PATRIA E' IL CIELO
28.06.2014 22:28LA VITA E' UN VIAGGIO VERSO LA PATRIA CELESTE;
Convinciti che non sei nato per le cose di questa terra ma per quelle del cielo; a queste devi tendere non a quelle della terra. In questa vita terrena sei in pellegrinaggio per arrivare alla dimora eterna, cammini nella via per giunegere alla patria ; vive nella fede per dimorare nella visione; ti eserciti nella fatica per godere il riposo; pratichi la vita attiva per il premio della contemplativa.Non potrai essere abitante del cielo se avrai voluto esserlo solo della terra; rifiutando la fatica del viaggio, non avrai il riposo della patria; fermandoti dove bisogna camminare, non giungerai dove bisogno arrivare.Non puoi avere posto fisso quaggiù dove sei venuto per passare, il tuo vivere è un lasciare ogni giorno la vita. Vivi dunque sulla terra come pellegrino e ospite, a cui niente importa delle facende di quaggiù. Conserva il tuo cuore libero e sempre elevato verso Dio, perchè non hai qui una stabile dimora ( cf Eb 13, 14 ).
Non fermarti ma passa come viaggiatore frettoloso tra cose corrutibili, sospirando l'incorrutibiltà celeste. Usa dei beni terreni per il viaggio e brama quelli eterni per il giorno dell'arrivo. Sappi che per quanto sia bella la terra è pur sempre un esilio, la tua patria è il cielo.
Passa in questo esilio, sfiorando la terra, col cuore e lo sguardo rivolto alla patria, senza lasciarti distrarre dalle cose terrene.
La vita è silmile a un viaggio verso la patria celeste; eppure, durante questo viaggio, pensiamo tanto poco al luogo d'arrivo. Sei venuto in questo mondo per guadagnarti il cielo. Quanto saresti stolto se tu vivesti sulla terra come se dovessi starci per sempre. Ricorda le parole che il Signore disse al ricco che confidava di vivire felice coi suoi beni; Stolto ! questa stessa notte ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà...?
Se vivi immerso nelle cose della terra, come se non dovessi mai lasciarle, sei totalmente avulso dalla realtà. Tieni sempre presente che la tua vita è un breve passaggio e che sei semplicemente imprestato alle cose di quaggiù. Distaccati per amore da queste cose per non dover distaccartene per forza. Il mondo non è fine a se stesso, è una sala d'attesa. Attendi che si compia la beata speranza e venga il Signore tuo Gesù Cristo.
Se il tuo tesoro sarà in cielo, là sarà pure il tuo cuore, e vivrai nell'attesa che il Signore ti chiami. Questa è la realtà della vita. E' beato chi cerca di viverla sul serio.
FELICITA' , GIOIA , TRISTEZZA
23.06.2014 23:02FELICITA;
Dio ti creato per comunicarti la sua felicità. Solo Dio può riempire il tuo cuore; non illuderti che lo possano fare le creature. Esse sono come il cibo nei sogni, simile in tutto a quelle della veglia, ma che non nutre i dormienti. Le promesse del mondo sono fallaci e piene di inganni.
Gli uomini attendono alle occupazioni più disperate, ma tutti aspirano a una sola cosa; la felicità. Molti però si perdono, pur perseguendo la felicità, perche la cercano dove impossibile trovarla.
Dio è l'unica felicitàdella vita, chi la cerca fuori di lui in realtà non la vuole. Gli uomini sono infelici percgè cercano di spremere un sorso di felicità dall'istante che passa. Per parte tua anteponi la ricerca della felicità celeste alla scoperta dei tesori . Troverai la tua felicità dopo aver cominciato a dimenticarti, lasciando al buon Dio la cura di te. Dopo aver girato il mondo cercando la felicita, ti accorgerai che essa stava alla porta di casa.
La felicità non consiste nell'avere ciò che vuoi, ma nel volere ciò che hai. La felicità è una ricchezza inesauribile, più ne dispensi, più ne avrai. E' la sola cosa che sei sicuro di possedere appena la partecipi. Se troverai la gioia in quella dell'altro, avrai scoperto il segreto della felicità. Sarai felice se temerai il Signore e troverai la tua gioia nell'osservanza dei suoi comandamenti. Solo in Dio è riposta la garanzia della tua felicità.
Se vedi la felicità dei cattivi non perdere la solidità della tua fede, poichè la loro felicità è fondata su cose transitorie che tendono al nulla. Non valutare le cose secondo la sofferenza o la gioia immediata e transitoria, ma secondo quella futura ed eterna. Non rallegraanno mai meno. Rallegrati perchè il tuo nome è scritto nel cielo. Dio nel tuo spirito alterna con sapienza infinita la gioia allo sconforto perchè non ti esalti la soavità dei suoi doni nè ti deprima l'asprezza della prova. Non anteporre agli incolti felici la tua vasta cultura se nonostante quella sei un colto infelici.
Se crederai in Gesù, nulla potrà scalfire la tua gioia, nè separarti dall'amore di Dio. Come discepolo di Gesu sarai apparentemente triste, ma in realtà sempre lieto . Pur percorrendo le vie della terra, conoscerai la gioia celeste, quella che riempie gli eletti con i quali Dio rimarrà per sempre, asciugando ogni lacrime.
La vera gioia non è riposta nelle cose che ti circondano, ma risiede nel più intimo della tua anima; potrai trovarla tanto nel fondo di uan prigione, quanto in uno splendido palazzo.
La gioia che dà il mondo è un'ombra fugace. Anche dalle lacrime del pentimento può nascere e fiorire la pianta della tua gioia. Essa sia riposta nella certezza che Dio ti ama fino al punto di abitare in te, di farsi il compagno del tuo esilio, il confidente e l'amico di tutti i momenti. L'intima gioia che Gesù ti dona, nessuno te la potrà togliere. Pe rgodere veramente la gioia non chiedergli di scendere dalla croce ma di salirvi con lui. Beato sarai quando gli uomini ti perseguiteranno per causa di Gesù, gioisci in quel giorno perchè la tua ricompenza sarà grande nei cieli. La gioia nel Signore è tale che neppure le tribolazioni esteriori te la possono togliere. San Paolo scriveva ai cristiani di Corinto; Sono pieno di consolazione pervaso di gioia in ogni nostra tribolazion, siamo afflitti, ma sempre lieti.
E' la carità come servizio al prossimo che ti procura una gioia costante e che nella durezza della prova ti conduce a una delizia perfetta, alla gioia della croce; alla letizia anche nelle sofferenze che sopporti per i fratelli. Il pensiero di essere trasferito nel Regno diletto del Figlio di Dio, ti deve riempire di gioia. La gioia spirituale è un frutto dello Spirito. Se vuoi condividere la gioia del Cristo risorto devi amare come egli ha amato. Scaccia dal tuo animo la tristezza che è il peggiore di tutti gli spiriti; la tristezza del mondo produce la morte. Rivestiti invece di giocondità. La persona allegra ha dei buini pensieri
Il gran male che ti può capitare, dopo il peccato, è la tristezza. Essa ti ferisce dolorosamente, ti rode il cuore come il tarlo i vestiti, inaridisce la sorgente della devozione, ti rende pusillanime e inetto alle battaglie spirituali.
Ci sia in te una sola tristezza; quella di non essere santo. Fuori dell'ordine regna l'inquietudine, nell'ordine la quiete. L'inquietudine è madre della tristezza e la tristezza è la paralisi dell'anima. Non c'è cosa più dell'inquietudine che peggiori il male e allontani il bene. Quando hai l'inquietudine nel cuore non tenerla per te, confidala a chi ti puo aiutare.
PECCATO E CONVERSIONE
22.06.2014 22:47Se il peccato è rifiuto dell'amicizia con Dio, la possibilità della resipescenza è offerta solo dalla sua iniziativa, anteriore ad ogni sforzo e tentativo della creatura.
Ora, come la prima infusione della grazia si deve alla causalità del Cristo, fonte e tipo d'ogni santità, angelica ed umana; così il ricupero della medesima può attribuirsi solo ai meriti della sua Passione.
A questa, infatti, risale-e in essa si ritrova e acquista un senso - il processo di quella conversione che si svolge come trapasso dalla negazione alla ri-affermazione di Dio, dal rifiuto alla sua intimità, dalla rottura alla riconciliazione.
E' per quie meriti che la grazia del Cristo Cricifisso- risorto investe l'anima, ne irradia la coscienza, ne stimola il cuore cedendo alle sue sollecitazioni, il peccatore è straziato dal rimorso dell'offesa di Dio.
Il dramma ritrae l'Agonia del Getsemani in ciò che di salutare esso significa per una creatura colpevole e pentita. Il suo * rimorso * è condanna del proprio operato, disgusto di sè, confusione e tristezza tanto più profonda quanto più l'amore, purificandosi, fa intuire la gravità del peccato come folle ripudio di Dio assai più che come danno personale che ne segue nell'ineluttabile sanzione dell'apostasia dal Bene...
Siamo a quella penitenza che, capovolgendo le disposizioni dell'anima, le fa sperimentare le sublimi angosce di uan morte che rigenera alla nuova vita del Cristo; umliato come personificazione del peccato; ed esaltato nel trionfo della sua innocenza di Vittima.
Egli perciò emerge come il Penitente- tipo, criterio universale del ravvedimento, che partecipa ad ogni peccatore la sua vittoria su tutto il male del mondo; ogni conversione celebra il mistero pasquale come ineffabile passaggio dalla morte alla vita, dalla Giustizia che espia alla Misericordia che salva.
LA PACE SIA CON TUTTI NOI
11.06.2014 22:31BEATO CHI AMA LA PACE;
Beato chi invoca la pace da Dio, riconoscendo che è dono suo,
promesso da Gesù Cristo, mediante lo Spirito Santo.
Beato chi ama la pace, e la assume come stile di vita.
Beato chi costruisce la pace, iniziando da se stesso,
dalla propria famiglia e dalla comunità in cui vive,
per irradiarla nel mondo intero.
Beato chi non si accontenta di parlare di pace, ma ne compie le opere,
Dove c'è odio porta amore,
Dove c'è offesa porta perdono,
Dove c'è discordia porta unione,
Dove c'è vuoto di ideali porta progetti di vita,
Dove c'è ingiustizia porta giustizia,
Dove c'è povertà porta solidarietà,
Dove c'è razzismo porta fraternità
Dove c'è incomprensione porta dialogo ,
Dove c'è sottosvilupo porta promozione umana,
Dove c'è egoismo porta apertura verso gli altri,
Dove c'è intolleranza porta benevolenza,
Dove c'è ira porta dolcezza ,
Dove c'è violenza porta mitezza,
Dove c'è guerra porta la pace,
Dove c'è carenza di amore porta tenerezza,
Dove c'è morte porta la vita.
Beato chi, attuando anche una sola di queste dimensioni della pace
diventa * contruttore di pace * ,
perchè Gesù lo chiamerà * figlio di Dio * .
LA FIDUCIA IN DIO
11.06.2014 11:00Avventùrati a vele spiegate nel mare della speranza in Dio, Non ha forse detto Gesù che Dio è nostro Padre e noi siamo suoi figli...?
Dio direge la tua vita come se tu fossi il centro dell'universo e tutto fosse ordinato unicamente a tuo vantaggio. Egli ti porta lungo il cammino della vita come un padre porta il proprio figlio.
Se confiderai nel Signore sarai come il monte Sion; non vacillerai, sarai stabile per sempre. Il Signore sarà la tua forza in proporzione della tua speranza in Lui. Ciò che ti tratiene nella vita spirituale è la mancanza di confidenza. Se avrai conoscenza della tua miseria, potrai avere fiducia in Dio. Se cadi in qualche mancanza ti inquieti e ti ratristi, è segno che confidavi troppo in te stesso e non in Dio. Dio ti accetta come sei con tutte le tue debolezze e peccati, sempre pronto a perdonarti. Egli è sempre disposto a rifare al suo disegno, purchè tu sappia sperarlo.
Pur essendo dolente per le tue inevitabile miserie, abbi un'assoluta speranza in Dio. Forse pensi che le tue colpe passate ti rendano incapace di giungere alla perfezione...? Dio non serba rancore per il passato. Con la sua grazia in poco tempo potari fare grandi progressi.
Non ti esalti la protezione degli uomini nè ti deprima la loro inimicizia ; Dio sarà la tua difesa . Anche se tutti abbandonassero, egli non ti tradirà. Non c'è delusione per coloro che sperano in Dio. E' meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Se commetterai degli sbagli gli uomini perderanno la stima di te e ti abbandoneranno. Non così Dio . Egli è paziente e fedele e tutto governa secondo misericordia.
Se sei staccato da tutto e vivi nelle braccia di Dio, creatore del mondo, cosa ti importa che tutto il mondo ti condanni...? Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrà timore...? Non confidare neppure nelle tue forze, e non appoggiarti alla tua intelligenza, poichè quando sei agitato dalla tentazione scompaiono tutti i buoni propositi. I tuoi propositi saranno tanto più validi quanto più saranno fondati nella confidenza in Dio e nella diffidenza di te stesso.
Cerca nel Signore la tua gioia, poichè se crederai in te stesso perderai la speranza. Se pretenderai di avere in te la forza di fare il bene disprezzerai la grazia di Dio e non ricorrerai al suo aiuto. Se vuoi conquistare la vera stabilità non abbandonare colui che sempre sta salto. Se riconoscerai il tuo nulla, Dio si porrà al timore della tua vita; ma se avrai fiducia in te stesso, egli gli l'affiderà a te. Lasciati guidare da Dio. Non perderti nella tua goccia. Dio può concederti un oceano sterminato di beni.
In ogni tua impresa metti tutta la tua fiducia in Dio, convinto che la riuscita sarà sempre il meglio per te. Nell'abbandono confidente in Dio sta la tua forza. Sarai piccolo nella misura in cui confiderai in te stesso, e grande nella misura in cui confiderai in Dio. Riconosci in ogni circostanza della vita l'attuazione di un piano divino, anche se resta avvolto nel mistero. Al di là delle vicende terrene vedi la mano di Dio che ordina e guida ogni cosa per la tua santificazione. Abbi fiducia nel disegno di Dio sopra di te, e cerca nella sua parola il senso della vita. Ciò che più ferisce il cuore di Dio è la mancanza di fiducia in Lui.
La fiducia, l'avvilimento, l'ansia provengono dagli spiriti cattivi. Fidati di Dio il quale altro non vuole che il tuo bene. Senza tua colpa non permetterà mai che tu perisca. Tutto potrai se, diffidando di te stesso, porrai la tua fiducia e la tua speranza unicamente in Dio. Egli possiede il futuro come il presente; ciò che promette non è meno di ciò che mantiene.