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VEDERE NELLA NOTTE
03.04.2015 10:35LA RISURREZIONE DI GESU' SECONDO IL VANGELO DI GIOVANNI
Per l'evangelista Giovanni, la risurrezione di Gesù è il momento decisivo del processo della sua glorificazione, con un nesso inscindibile con la prima fase di tale glorificazione, cioè con la passione e morte. Levvento della risurrezione non è descritto con i particolari spettacolari e apocalitici dei vangeli sinotici; per Giovanni la vita del Risorto è una realtà che si impone senza chiasso e si fa avanti in silenzio, nella potenza discreta e irresistibile dello Spirito.
Il fatto della fede dei discepoli si annuncia quando era ancora buio e s'inizia mediante la visione di segni materiali che rimandano alla Parola di Dio.
HANNO PORTATO VIA IL SIGNORE DAL SEPOLCRO
Queste parole, rivelano che Maria teme uno dei furti di cadavere che avvenivano spesso all'epoca, tanto da costringere l'imperatore romano a emanare severi decreti per arginare il fenomeno. A questa stessa possibilità ricorrono, in Matteo 28,11-15, i capi dei sacerdoti per diffondere discredito sull'evento della risurrezione di Gesù ed, eventualmente, giustificare il mancato intervento dei soldati posti a guardia del sepolcro.
CORREVANO INSIEME.. MA L'ALTRO.. GIUNSE PER PRIMO.. MA NON ENTRO'
La corsa rivela l'ansia che vivono questi discepoli. Il fermarsi dell'*altro discepolo * è più che un gesto di cortesia o di rispetto verso un anziano; è riconoscimento tacito e pacifico, nella sua semplicità, della preminenza di Pietro all'interno del gruppo apostolico, sebbene questa non vada enfatizzata. E', dunque, un segno di comunione.
I TELI POSSATI LA', E IL SUDARIO AVVOLTO IN UN LUOGO A PARTE
Già l'altro discepolo, pur senza entrare, ne aveva visto qualcosa. Pietro, varcando la soglia del sepolcro, scopre la prova che non vi era stato alcun furto del cadavere, distendere ordinatamente le fasce e linzuolo ( per terra potrebbe essere tradotto meglio con * stese * o adagiate sul piano ) e anche arrotolare a parte il sudario. L'operazione sarebbe stata complicata anche dal fatto che gli olii con cui era stato unto quel corpo ( specialmente la mirra = agivano quasi come un collante, facendo aderire perfettamente e saldamente il lenzuolo al corpo, quasi come avveniva per le mummie. Il sudario, inoltre, è piegato; il verbo greco può voler dire anche arrotolato, oppure indicare che quel drappo di stoffa leggera aveva conservato in gran parte le forme del volto sul quale era stato posto, quasi come una maschera mortuaria. Nel sepolcro, tutto risulta in ordine, anche se manca il corpo di Gesù e Pietro riesce a vedere bene all'interno, perchè il giorno sta salendo.
LA PASSIONE DI GESU' SECONDO GIOVANNI
02.04.2015 16:42Pilato presenta Gesù ai sommi sacerdoti e alle guardie; * Gesù il Nazareno, il re dei Giudei * che gridano la sua morte in croce. Comincia cosi per Gesù il cammino della croce verso il Gòlgota, dove sarà crocifisso. Nel racconto della Passione secondo Giovanni, Gesù si rivela padrone di se stesso, controllando così tutto quello che gli succede. Il testo giovanneo abbonda di frasi che indicano questa realtà teologica, di Gesù che offre la sua vita. Gli eventi della passione lui li subisce attivamente non passivamente. Portiamo quì solo alcuni esempi facendo enfasi su qualche frase e parola ; Gesù sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro; * Chi cercate ?? * . Gli risposero; Gesù, il Nazareno. Disse loro Gesù; Sono io. Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro * sono io *, indietreggiarono e caddero a terra. Domando loro di nuovo; Chi cercate ??. Risposero; Gesù, il Nazareno. Gesù replicò; Vi ho detto; sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano, perchè si compisse la parola che egli aveva detto; Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato.
Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. A Pilato dice; Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto.
Anche sulla croce Gesù prende parte attiva alla sua morte, non si lascia uccidere come i ladroni ai quali vengono spezzate le gambe, ma consegna il suo spirito . Molto importanti i dettagli portati dall'evangelista; Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre; Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo; Ecco tua madre. Queste parole semplici di Gesù portano il peso della rivelazione, parole con le quali egli ci rivela la sua volontà; ecco tuo figlio, ecco tua madre. Parole che ci rimandano a quelle pronunciate da Pilato sul litostroto; Ecco l'uomo. Quì Gesù, dalla croce, suo trono, rivela la sua volontà e il suo amore per noi. Egli è l'agnello di Dio, il pastore che dà la sua vita per le pecorelle. In quel momento, presso la croce, egli partorisce la Chiesa, rapresentata da Maria, sua sorella Maria di Clèofa e Maria di Màgdala con il discepolo amato.
LAVANDA DEI PIEDI
01.04.2015 16:55Gesù si trova in una cena con i suoi. Ha piena coscienza della missione che il Padre gli ha affidato; da lui dipende la salvezza dell'umanità. Con tale consapevolezza vuole mostrare ai suoi, mediante la lavanda dei piedi, come si porta a compimento l'opera salvifica del Padre e indicare in tale gesto la donazione della sua vita per la salvezza dell'uomo. E' volontà di Gesù che l'uomo si salvi e uno struggente desiderio lo guida a dare la sua vita e a consegnarsi. E' consapevole che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, tale espressione lascia intravedere che il Padre lascia a Gesù la completa libertà di azione.
Gesù, inoltre, sa che la sua vera provenienza e la meta del suo itinerario è Dio. sa che la sua morte in croce, espressione massima del suo amore, è l'ultimo momento del suo cammino salvifico. La sua morte è un esodo, è l'apice della sua vittoria sulla morte, nel suo donarsi ( dare la vita ) Gesù ci rivela la presenza di Dio come vita piena ed esente dalla morte.
Con questa piena consapevolezza della sua identità e della sua completa libertà Gesù si accinge a compiere il grande e umile gesto della lavanda dei piedi. Tale gesto d'amore viene descritto con un accumulo di verbi 8 ( otto ) che rendono la scena coinvolgente e pregna di significato. L'evangelista nel presentare l'ultima azione di Gesù verso i suoi, usa questa figura retorica dell'accumulo dei verbi senza ripetersi perchè tale gesto rimanga impresso nel cuore e nella mente dei suoi discepoli e di ogni lettore e perchè venga ritenuto un comandamento da non dimenticare. Il gesto compiuto da Gesù intende mostrare che il vero amore si traduce in azione tangibile di servizio. Gesù si spoglia delle sue vesti e si cinge di un grembiule, simbolo del servizio. Più precisamente Gesù che depone le sue vesti è un'espressione che ha la funzione di esprimere il significato del dono della vita. Quale insegnamento Gesù vuole trasmettere ai suoi discepoli con questo gesto ?? Mostra loro che l'amore si esprime nel servizio, nel dare la vita all'altro come lui ha fatto.
Al tempo di Gesù la lavanda dei piedi era un gesto che esprimeva ospitalità e accoglienza nei confronti degli ositi. In via ordinaria era svolto da uno schiavo oppure dalla moglie, nei confronti della moglie e anche dalle figlie verso il loro padre. Inoltre era consuetudine che tale rito della lavanda dei piedi avvenisse sempre prima di mettersi a mensa e non durante. Tale inciso dell'azione di Gesù intende sottolineare la singolarità del suo gesto.
E cosi Gesù si mette a lavare i piedi ai suoi discepoli. Il reiterato uso del grembiule con cui Gesù si è cinto sottolinea che l'atteggiamento del servizio è un attributo permanente della persona di Gesù. Difatti quando avrà terminato la lavanda Gesù non si toglie il panno che funge da grembiule. Tale particolare intende sottolineare che il servizio-amore non termina con la sua morte. La minuziosità di tali dettagli mostra l'intento dell'evagelista a voler sottolineare la singolarità e l'importanza del gesto di Gesù. Lavando i piedi dei suoi discepoli Gesù intende mostrare ad essi il suo amore, che è un tutt'uno con quello del Padre. E' davvero sconvolgente questa immagine che Gesù ci rivela di Dio; non è un sovrano che risiede esclusivamente nel cielo, ma si presenta come servo dell'umanità per innalzarla a livello divino. Da questo servizio divino scaturisce per la comunità dei credenti quella libertà che nasce dall'amore e che rende tutti i suoi membri liberi perchè servi. E' come dire che solo la libertà crea vero amore. D'ora in poi il servizio che i credenti renderanno all'uomo avrà come scopo quello di instaurare rapporti tra gli uomini in cui l'ugualianza e la libertà siano una conseguenza della pratica del servizio reciproco. Gesù con il suo gesto intende mostrare che qualsiasi dominio o tentativo di sopravvento sull'uomo è contrario all'atteggiamento di Dio che, invece, serve l'uomo per elevarlo a sè. Inoltre non hanno più senso le pretese di superiorità di un uomo sull'altro, perchè la comunità fondata da Gesù non ha caratteristiche piramidali, ma dimensioni orizzontali, in cui ciascuno è a servizio degli altri, sullesempio di Dio e di Gesù.
In sintesi, il gesto che Gesù compie esprime i seguenti valori; l'amore verso i fratelli chiede di tradursi in accoglienza fraterna, ospitalità, cioè in servizio permanente.
RESISTENZA DI PIETRO ;
La reazione di Pietro al gesto di Gesù si esprime in atteggiamenti di stupore e protesta. Anche nel modo di rapportarsi a Gesù avviene un cambiamento; Pietro lo chiama * Signore * . Tale titolo riconoscere a Gesù un livello di superiorità che stride con il * lavare * i piedi, un'azione che compete, invece, a un soggetto inferiore. La protesta è energicamente espressa dalle parole ; * tu lavi i piedi a me ?? * Agli occhi di Pietro questo umiliante gesto della lavanda dei piedi è sembrato come un'inversione dei valori che regolano le relazioni tra Gesù e gli uomini; il primo è il Messia, Pitero è un sudito. Pietro disapprova l'uguaglianza che Gesù vuole creare tra gli uomini.
A tale incomprensione Gesù risponde invitando Pietro ad accogliere il senso del lavargli i piedi come una testimonianza del suo affetto verso di lui. Più precisamente gli vuole offrire una prova concreta di come lui e il Padre lo ama.
Ma la reazione Pietro non desiste; rifiuta categoricamente che Gesù si metta ai suoi piedi. Per Pietro ognuno deve ricoprire il suo ruolo, non è possibile una comunità o una società basata sull'uguaglianza. Non è accettabile che Gesù abbandoni la sua posizione di superiorità per rendersi uguale ai suoi discepoli. Tale idea del Maestro disorienta Pietro e lo porta a protestare. Non accettando il servizio d'amore del suo Maestro, non accetta neanche che muoia in croce per lui. E', come dire, che Pietro è lontano dalla comprensione di cosa sia il vero amore, e tale ostacolo è di impedimento perchè Gesù glielo mostri con l'azione.
Intanto se Pietro non è disposto a condividere la dinamica dell'amore che si manifesta nel servizio reciproco non può condividere l'amicizia con Gesù e rischia, davvero, di autoescludersi.
In seguito all'ammonimento di Gesù * se non ti laverò, non avrai parte con me * , Pietro aderisce alle minacciose parole del Maestro, ma senza, però, accettare il significato profondo dell'azione di Gesù. Si mostra aperto, disposto a farsi lavare da Gesù, non solo i piedi, ma anche le mani e la testa. Sembra che a Pietro sia più facile accettare il gesto di Gesù come un'azione di purificazione o abluzione piuttosto che come servizio. Ma Gesù gli risponde che i discepoli sono diventati puri nel momento in cui hanno accettato di lasciarsi guidare dalla Parola del Maestro, rifiutando quela del mondo. Pietro e i discepoli non hanno più bisogno del rito giudaico della purificazione ma di lasciarsi lavare i piedi da Gesù, ovvero di lasciarsi amare da lui, gesto che conferisce loro dignità e liberta.
IL MEMORIALE DELL'AMORE
Al termine della lavanda dei piedi Gesù intende dare alla sua azione una validità permanente per la sua comunità e nello stesso tempo lasciare ad essa un memoriale o comandamento che dovrà regolare per sempre le relazioni fraterne.
Gesù è il Signore, non nella dimensione del domino, ma in quanto comunica l'amore del Padre ( il suo Spirito ) che ci rende figli di Dio e idonei a imitare Gesù che liberamente dona l'amore ai suoi. Tale atteggiamento interiore Gesù ha inteso comunicarlo ai suoi, un amore che non esclude nessuno, neppure Giuda che sta per tradirlo. Quindi se i discepoli lo chiamano Signore, devono imitarlo; se lo considerano Maestro devono ascoltarlo.
GESU' LUCE DEL MONDO
13.03.2015 10:42Come Mosè innalzò il serpente nel desrto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perchè chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Per i figli di Israele morsi dai serpenti velenosi del desrto, Mosè offrì la possibilità di salvezza tramite la vista di un serpente di rame. Se l'uomo riesce a sollevare il capo e a guardare in alto, Dio prepara per lui un'alternativa. Non obbliga, è disposizione. Il mistero della libertà umana è quanto di più amorevole un Dio potesse inventare . La scelta di uno sguardo, di un incontrarsi, di una nuova opportunità.. il Figlio dell'uomo nel desrto del mondo sarà innalzato sulla croce come segno di salvezza per tutti coloro che sentiranno il bisogno di continuare a vivere e non si lasceranno andare ai morsi velenosi di scelte sbagliate. Il Cristo è lì; maledetto per chi non ha fede, benedetto per chi crede. Un frutto da scegliere, appeso al legno della vita. Anche noi come gli israeliti nel desrto siamo stati * mosri * dal serpente nell?Eden, e abbiamo bisogno di guardare al serpente di rame innalzato sul legno per non morire; Chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perchè chiunque crede in lui non vada perduta, ma abbia la vita eterna. Dio ci ama con amore di predilezione, un amore tangibile, un amore che parla e opera . Dio ci ha amato al punto tale da vedere morire il Figlio sulla croce.
Dio, infatti,non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui. Un Dio capace di giudizio perfetto manda il Figlio non per giudicare ma per essere luogo di salvezza. Davvero è necessario azzerare ogni pensiero e sentire di fronte a tanto amore. Solo chi ama può giudicare cioè salvare. Lui conosce la fragilità del cuore umano e sa che la sua immagine offuscata ha possibilità di tornare ad essere nitida, non c'è bisogno di rifarla. La logica della vita non conosce la morte; Dio che è vita non può distruggere ciò che lui stesso ha voluto create,
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già condannato, perchè non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. La fede è la discriminante di ogni esistenza. Non credere nel nome dell'unigenito, questa è già una condanna, perchè si esclude dall'amore chi non accoglie l'amore.
E il giudizio è questo; la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perchè le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchè le sue opere non vengano riprovate. L'unico giudizio che investe l'umanità è la chiamata a vivere nella luce. Quando il sole sorge, nulla si sottrae ai suoi raggi e cosi gli uomini. Quando Cristo nasce, nessuno può sottrarsi a questa luce che tutto inonda. Ma gli uomini si sono costruite le case per poter sfuggire alla luce dell'Amore che ovunque si espande, case di egoismo e case di opportunità. Hanno intrecciato tunnel e nascondigli per continuare liberamente a compiere le loro opere. E può un'opera priva di luce dare la vita ?? La luce dell'esistenza ha una sola fonte, Dio. Chi si sottrae alla luce, muore.
Invece chi fa la verità viene verso la luce, perchè appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Tutto ciò che cade sotto i raggi dell'amore eterno, si veste di luce, come accade in natura. Sembra che tutto sorrida quando sorge il sole. E le cose che durante il giorno sono familiari e belle, di notte assumono forme che incutono timore per il solo fatto di non essere visibili. Il sole non cambia la forma, ma la esalta nella sua bellezza. Chi vive la verità di se stesso e accoglie le sue fragilità come parametri del suo essere uomo, non ha timore della luce perchè non ha nulla da nascondere. Sa che come creatura opera nella logica del limite, ma questo non sminuisce la grandezza del suo operare perchè la sua vita è un tutt'uno con la verità eterna.
Il giardino diventa un deserto per l'uomo che si allontana da Dio. E nel deserto della sua loibertà senza limiti l'uomo incontra ancora una volta i morsi velenosi del serpente. Dio però non abbandona i suoi figli, e quando si allontanano da lui li segue, pronto a intervenire al bisogno. Un serpente simbolo di guarigione viene innalzato ogni volta che il veleno affievolisce la vita nell'uomo, Cristo Signore. Se l'uomo preferisce guardare a terra e stare nel deserto del suo * faccio da me *, Dio si offre al suo sguardo comunque nel solo modo in cui l'uomo lo riconosce; come il serpente.
Cristo si è fatto peccato, maledetto, pur di salvare la sua immagine, pur di non lasciar spegnere la vita umana. La condanna non appartiene a Dio, è scelta dell'uomo. Posso non vivere accanto al calore, liberissimo di farlo. Ma ciò comporta il dovermi procurare altro genere di calore, se mi voglio scaldare. Con il rischio di provare il freddo, la fatica, la malattia, la libertà da Dio ha un prezzo di condanna. E' da persone poco intelligenti non usufruire di un bene donato, è semplicemente stolto non accogliere quanto di meglio ci sia per non sentirsi debitori. Nell'ambito dell'amore la parola * debito * non esiste, perchè la gratuità è l'unico vocabolario consultabile. E con la parola gratuità esplode la luce; tutto diventa possibilità e occasione. Opere fatte nelle tenebre oppure opere fatte in Dio; i simulacri di fango dal flebile luccichio di pietre false sono giocattoli pericolosi per chiunque; meglio frequentare la aule piene di sole di un discepolato mai finito !! Almeno la vita si accresce e la gioia ricolma di bellezza ogni cosa.
LA PREGHIERA BUSSA, IL DIGIUNO OTTIENE, LA MISERICORDIA RICEVE
12.03.2015 14:56Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perchè non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sè il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.
Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. E' un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sè.
Sii tu stesso la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia, che desideri per te.
Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un'unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un'unica difesa, un'unica preghiera sotto tre aspetti.
Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perchè non c'è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice; Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzo. ( Sal 50,19 ).
Offri a Dio la tua anima ed offri l'oblazione del digiuno, perchè sia pura l'ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perchè non può non avere se stesso da offrire. Ma perchè tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla misericordia. Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia. Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia. Ciò che è la pioggia per la terra, è la misericordia per il digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sràdichi i vizi, semini le virtù, il digiunatore non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.
Tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, perchè tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Dà a te stesso, dando al povero, perchè ciò che avrai lasciato in eredità ad un altro, tu non lo avrai.
GESU' IL NUOVO TEMPIO
07.03.2015 16:54DISTRUGGETE QUESTO TEMPIO E IN TRE GIORNI LO FARO' RISORGERE
Con il gesto clamoroso, della purificazione del tempio, Gesù mette in discussione l'istituzione più sacra della tradizione giudaica Soprattuto è posto sotto accusa il modo comune di interpretare il rapporto con Dio. Il fatto che Dio abitasse nel tempio conduceva Israele alla presunzione di possedere Dio in modo definitivo, anche se la vita quotidiana non si lasciava trasfigurare dal rapporto unico e singolare che Dio aveva stabilito con il suo popolo. I profeti avevano più volte denunciato a chiare lettere l'illusoria sicurezza data dal formalismo religioso per riportare il culto ad integrarsi con la vita. Gesù si coloca in questa linea quando dichiara in modo inadeguato di vivere il rapporto con Dio.
Il gesto compiuto da Gesù è chiaramente provocatorio e scatena l'opposizione dei Giudei. Per giustificare la sua azione Gesù offre un segno; * Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere *. Il tempio cui Gesù intende alludere è il suo corpo che sarà distrutto dalla morte, ma riedificato nella risurrezione. Santuario della divina presenza e vero luogo dell'incontro con Dio è la persona di Gesù. Con la sua vita egli indica quale sia il vero culto che il Padre attende dal suo popolo; fare la volontà di Dio , aderire alla sua Parola, vivere la carità e la giustizia. Non è tanto allora il luogo sacro o il numero dei sacrifici che realizzano la comunione con Dio, quanto soprattutto quei segni ancora più espressivi di una profonda e genuina adesione interiore; l'offerta di sè, della propria obbedienza e volontà di conversione.
UN'ESISTENZA RINNOVATA
Gesù si presenta come dedito totalmente alla volontà del Padre, una volontà che ricolloca il culto nella sua giusta prospettiva, svelandoci così il senso ultimo e definittivo dell'Alleanza. E' l'affermazione di un primato che spesso, nella quotidianità della nostra vita, corriamo il rischio di dimenticare. Non è infrequente il rischio di disperdersi in mille cose di perdere il centro unificatore; la volontà di Dio Padre, appunto, quale senso del nostro agire.
I discepoli hanno compreso la storia di Gesù alla luce delle Scritture; così sia anche per noi credenti di oggi. Un interrogativo si fa allora serio; quale spazio occupa nella nostra vita l'ascolto della Parola..??? Se spesso ci troviamo spiazzati da avvenimenti e situazioni, non è forse perchè abbiamo perso l'abitudine di frequentare la Scrittura..?? Se siamo nell'incapacità di comprendere avvenimenti che ci riguardano, non è forse perchè non li sappiamo leggere alla luce della morte -risurrezione di Gesù...???
Il nuovo culto inaugurato da Gesù è un culto che rimanda alla croce e alla logica che la regge; il dono di sè, fino alla spogliazione totale. Siamo chiamati ad un culto quotidiano che non si contrappone al culto che le comunità cristiane sono chiamate a rendere a Dio; il culto della vita quotidiana ( una vita donata.
L'ANNUNCIO DELLA CROCE
La parola che la Chiesa è chiamata ad annunciare come dono di vita è la parola della croce, come segno supremo dell'amore di Dio. Ma questo messaggio sconcerta chi, in una apparente religiosità, pretende che Dio si adeguì ai propri schemi. La vita cristiana non può aggirare o addomisticare la croce. Nel Cristo che muore Dio ha rivelato il volto paradosale della salvezza che diventa accessibile e comprensibile solo a chi possiede lo Spirito. Facendo suo il progetto del Padre, Cristo ha mostrato come si vive il rapporto con Dio nelle situazioni concrete della vita. Solo l'amore è capace di capire la croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono scelte non contemplate dalla legge che sembrano follìa agli occhi del mondo e incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale.. la scelta volontaria della povertà o della verginità, la rinuncia a carriere prestigiose per essere più disponobili agli altri, il servizio agli ammalati, ai vecchi, la dedizione a ogni tipo di emarginati, l'impegno sociale disinteressato. Ma anche dentro la trama di una vita apparentemente monotona e banale, che in definitiva è il volto * feriale * della croce, si realizza una comunione con Dio e sale al Padre quel vero culto che induce a manifestare nelle * opere la realtà nascosta nel sacramento.
DIO HA TANTO AMATO IL MONDO.......
La vita cristiana non consiste in una serie di pratiche che possano giustificare o tranquillizzare la nostra * buona coscienza * ; messa dominicale, formule frettolose e meccaniche, devozione a qualche santo contro i guai della vita.
Per entrare in comunione con Dio è chiamata in causa la vita con tutte le sue scelte quotidiane, piccole o grandi che siano. Gesù oppone ad una religione superficiale, fondata sull'interesse dell'uomo, la purezza della fede nella sua persona. La presenza di Cristo non è nella materialità di un tempio reso luogo di comercio, ma piuttosto nell'umanità piena di Gesù Cristo. E' Cristo la proposta di Dio all'uomo.
QUESTI E' IL FIGLIO MIO, L'AMATO; ASCOLTATELO
01.03.2015 22:32Il comando che che viene dalla voce * ascoltatelo * è un invito rivolto al discepolo perchè sappia cogliere nella strada della croce nonostante le smentite - la via della risurrezione. E' in questo contesto che la trasfigurazione diventa una conferma data al discepolo in cammino.
Pietro e i discepoli non colgono nemmeno questo anticipo. L'incomprensione che dimostrano svela non solo l'incapacità di cogliere l'efficacia della strada percorsa da Gesù; rivela anche una separazione tra la vita di Gesù e la via del discepolo. Pietro, infatti, guarda già alla pienezza, dimenticando la storia; l'abitare * nelle tende eterne * avrebbe significato l'avvento del tempo definitivo, il termine del cammino dell'uomo, la pienezza raggiunta.
APRIRSI ALLA NOVITA' DI DIO
I discepoli devono riconoscersi come coloro che sono in cammino verso Gerusalemme . La trasfigurazione illumina il cammino ma non dispensa dalla difficoltà del camminare. Quante volte diciamo di credere nella logica che ha guidato la vita di Gesù. Ma nella vita concreta, di fatto, ragioniamo in modo radicalmente diverso dimostrando così che accettiamo la parola di Gesù solo formalmente.
MI TRASFIGURO'
Signore Gesù, vorrei provare anch'io a trasfigurarmi, ma è difficile cambiare vita; si rischia di non farsi più riconoscere o di non farsi più comprendere dalla gente !! E poi,... è troppo bello vivere senza doverti chiedere aiuto. Signore, piegare il capo e le ginocchia per pregarti, e dire di fronte a tutti che tu sei l'unica ragione della mia vita; non mi fa piacere. Certo sono un povero peccatore e proprio per questo non mi sento di inerpicarmi sulla via del Calvario, prometterti che da oggi in poi cambierò vita. In fondo mi piace stare dove sono, senza corregermi, senza impegnarmi !! Aiutami tu, Signore, a cambiare vita. Aiutami a prendere e a portare la mia croce ogni giorno; e a piantarla in cima alla mia vita accanto alla tua !!!
MEDICO MISERICORDIOSO
08.02.2015 21:37Signore, non un'erba, nè un emolliente guariscono le ferite e le malattie dell'anima, ma la tua Parola, che tutto sostiene e tutto crea, sempre nuovo, ogni giorno. Accostati a noi e stendi la tua mano forte, affinchè, afferrati ad essa, possiamo lasciarci rialzare, possiamo risorgere e cominciare ad essere tuoi discepoli, tuoi servi.
Gesù, Tu sei la Porta delle pecore, la Porta aperta nel cielo; a Te noi ci accostiamo, con tutto ciò che siamo e portiamo nel cuore. Portaci con Te, nel silenzio, nel deserto fiorito della tua compagnia e lì insegnaci a pregare, con la tua voce, la tua Parola, affinchè anche noi diventiamo annunciatori del Regno. Manda ora su di noi il tuo Spirito con abbondanza, perchè ti ascoltiamo con tutto il cuore e tutta la mente.
GESU' LIBERA I MALATI
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone....... ( Marco 1, 29 - 39 )
Gesù lascia la sinagoga per entrare nella casa di Pietro, che diventa il centro luminoso della sua opera di salvezza. Lui giunge fino al punto più intimo della casa, cioè la stanza da letto.
Rifletto, cercando e guardando la * via * che è dentro di me, casa di Dio. Lascio a Gesù la possibilità di percorrere questo cammino fino in fondo, fino al cuore. Osservo e prendo nota dei gesti di Gesù. Subito andò, si avvicinò, la fece alzare prendendola per mano. Sento il Signore che dice a me; Alzati, risorgi, nasci nella nuova vita...?
Noto l'isistenza suul'oscurità: Venuta la sra, dopo il tramonto del sole. Perchè..?? Che cosa significa e a quali altri termini posso collegare queste espressioni...?
Tutta la città era riunità davanti alla porta di Gesù. Ci sono anch'io in mezzo a quelle gente. Mi risuona nel cuore quella parola di Gesù, che dice; Bussate e vi sarà aperto. Provo a immaginare la scena: alzo la mano e busso alla porta di Gesù. Lui apre. Che cosa gli dirò ??
La gente lo conoscevano. Mi interrogo sul mio rapporto con il Signore. Lo conosco veramente ?? Mi guardo dentro e chiedo a Gesù di aiutarmi in questo rapporto di scoperta, di avvicinamento, di comunione e condivisione con Lui.
Gesù prega in un luogo desrto. Ho paura di entrare anch'io in questa preghiera. Ho paura dei tempi di silenzio, di solitudine, in compagnia solo Lui. Noto l'imperfetto * pregava *, che indica un azione calma, prolungata, approfondità. Tendo, invece, a fuggire, a non volermi fermare....
MEDICO MISERICORDIOSO
Il brano di Marco 1,29-39 ci ha fatto incontrare con Gesù, che, quale vero medico e vera medicina, si accosta a noi per raggiungerci nei punti più feriti, più malati e lì portare la sua guarigione, che è sempre salvezza. E' Lui il samaritano che, lungo la strada della vita, ci vede, con certezza, con sguardo acuto e amoroso e non passa oltre, ma si fa vicino, si china, fascia le ferite e versa su di esse la buona medicina che viene dal suo cuore.
Signore, desidero lodarti, benedirti e ringraziarti con tutto il cuore , per questa tua Parola, scritta per me, oggi , pronunciata dal tuo amore per me, perchè tu veramente mi ami.
Grazie, perchè sei venuto, sei sceso, sei entrato in casa mia e mi hai raggiunto proprio là dove io stavo male, dove mi bruciava una febre nemica; sei giunto là dove io ero lontano e solo.
E mi hai preso. Mi hai afferrato la mano e mi hai fatto rialzare, ridandomi la vita piena e vera, quella che viene da Te, quella che si vive accanto a Te.
Per questo adesso sono felice, mio Signore. Grazie perchè hai oltrepassato le mie oscurità, hai sconfitto le notte con la tua preghiera potente, solitaria, amorosa; hai fatto risplendere la tua luce in me, nei miei occhi e adesso anch'io ci vedo di nuovo, sono illuminato dentro.Anch'io prego con te e cresco proprio grazie a questa preghiera fatta insieme.
Signore, grazie perchè mi spingi verso gli altri, verso mondi nuovi, strade nuove, fuori della porta di casa. Io non sono del mondo, lo so, però sono e rimango dentro il mondo, per continuare ad amarlo e ad evangelizzarlo.
Signore, la tua Parola può rendere veramente il mondo più bello. Grazie Signore.
SIGNORE..... SIGNORE....
04.02.2015 15:35Non chiunque mi dice; Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Sono le parole pronunciate da Gesù nel contesto delle beatitudini; sono di una importanza pratica grandissima. Siamo troppo inclini a falsare il rapporto con Dio, slittiamo sempre con grande facilità nei bei sentimenti e nelle belle parole, e qualche volta lasciamo che la vita faccia il suo cammino.
Queste parole di Gesù precedono la parabola della casa sulla roccia, parabola che illustra appunto l'insegnamento sulla ricerca della volontà di Dio come fondamento unico della vita: * non chi dice Signore, Signore...* Il rapporto vero con Dio non sta nella preghiera con tanti parole... ma sta nell'amore concreto è presentato come obbedienza concreta alla volontà di Dio.
Viviamo sempre nella tentazione di dare a Dio qualcosa che costi meno dell'amore concreto; ma a Dio non interessano i surrogati. L'amore fatto di belle parole è ripugnante per Dio, che è verità assoluta, perchè l'amore fatto di belle parole è imparentato con l'ipocrisia.
Quando la preghiera non ha incidenza sui doveri, sulla carità, sul distacco dal male, sulla vita di relazione, siamo prigionieri della preghiera del cuore schizofrenia. Bisogna avere il coraggio dell'autenticità, avere il coraggio di denunciare a noi stessi; se della preghiera non si vedono i frutti, non siamo nella preghiera .
E che fare...??? la conversione sincera del cuore... la preghiera è un illusione se non c'è la volontà concreta di conversione. La conversione del cuore deve essere preciso, chiaro, concreto. Occorre far scendere il fuoco ardente dello Spirito in modo che finita la preghiera, scatti subito la vita.
LA MIA ANIMA E' TRISTE FINO ALLA MORTE, RESTATE QUI' E VEGLIATE
In preda all'angosia, pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano in terra.
Siamo davanti alla preghiera straordinaria di Gesù ; la preghiera di Gesù così profonda, così appassionata, così sconvolgente che si veste di sangue, si copre di sudor di sangue. Ecco, questa preghiera di Gesù è il modello più perfetto di preghiera fatto con cuore.
I Vangeli ricordano più volte che Gesù pregava, che anzi passava le notti in preghiera, ma nessuna di queste preghiere è stata presentata in modo così profondo e penetrante come quella del Getsemani, nessun altro momento della vita di Gesù fu così decisivo...( S. GIOVANNI pAOLO ii ). Il Papa chiama la preghiera del Getsemani la sua prova di amore, in parole povere, la sua preghiera del cuore. Cristo tocca l'abisso del suo annientamento. Lo confida Lui stesso; * La mia anima è triste fino alla morte *. e la prova è il sudor di sangue.
Cristo sperimenta anche tutta la debolezza umana; Padre, tutto è possibile a te, allontana da me questo calice, Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu.
Se la nostra preghiera è genuina, deve sfociare lì; Non la mia, ma la tua volontà sia fatta. Non c'è la preghiera profonda se non c'è la volontà appassionata di cercare e di accettare in tutto la volontà di Dio. La preghiera di Gesù nel Getsemani è il tutto, è l'essenza della preghiera del cuore. Amare Dio è solo questo, ma è duro. Perciò la preghiera ha bisogno di silenzio e di spazio. Anche Gesù ha avuto bisogno di tempo e di forza: * In preda all'angoscia , pregava più intensamente.
LASCIATI I DISCEPOLI, SI ALLONTANO' DI NUOVO E PREGO PER LA TERZA VOLTA
La ripetizione, l'insistenza nell'offrire la nostra volontà al Padre, è una necessità. In questa ripetizione, in questa insistenza sta l'amore, perchè cresce l'amore. La ripetizione è un bisogno della nostra debolezza. Così dobbiamo insistere sul bisogno di far pregare il corpo durante la preghiera. Se il corpo non prega, l'anima fatica a fare la preghiera del cuore. Anche Gesù l'ha fatto; Si gettò a terra e pregava, si prostò con la faccia a terra, inginocchiatosi pregava.
La preghiera è amore, e l'amore sta prima di tutto, nell'aderire nel modo più perfetto possibile alla volontà di Dio. L'amore che non si preoccupasse di questa adesione sarebbe assurdo, mentre più se ne preocupa, più diventa puro, genuino, senza scorie umane. L'amore deve preccuparsi di aderire alla volontà di Dio tanto da far diventare la nostra vita solo più gioia di Dio.
RESTATE QUI' E VEGLIATE CON ME
Delusione completa !! I tre discepoli preferiscono dormire. Per tre volte Gesù chiede che stiano svegli, ma la superficialità, la stanchezza, l'irriflessione hanno il sopravento. Il Signore non aveva bisogno di parole, aveva bisogno del loro affetto. I tre discepoli non ce la fanno perchè non sono preparati, e nessuno ha pensato a prepararsi. Quando li trova sprofondati nel sonno Gesù dice; Vegliate e pregate per non cadere.. lo spirito è pronto, ma la carne è debole. L'insegnamento è certamente questo; per restare fedeli accanto a Cristo.
SEGUIRE GESU'
17.01.2015 15:50IL PROGETTO DI DIO SU OGNUNO DI NOI
Ogni uomo, per il fatto stesso di essere al mondo, è in stato di * vocazione *. Attraverso le vie misteriose degli eventi umani più ordinari e oscuri, Dio lo chiama all'esistenza per un suo particolare progetto di amore. La vocazione infatti, come l'esistenza, è sempre una chiamata personale. Dio non creare gli uomni in serie; non usa lo stampo; parla a ciascuno personalmente.
PARLA SIGNORE IL TUO SERVO TI ASCOLTA
Scoprire la propria vocazione significa scoprire il progetto di vita che Dio ha su ciascuno di noi, perchè l'iniziativa è sempre di Dio. Approfondire l'iniziativa preveniente di Dio porta con sè tutto un processo di interiorizzazione e di scoperta progressiva delle esigenze spirituali e morali della propria vocazione.
Il binomio di * chiamata * e di * sequela Cristi * rappresenta, d'altronde, una delle categorie fondamentali della vita cristiana, la cui struttura è chiaramente dialogica, fatta cioè di domanda e di risposta, di appellì che passano attraverso le vicende della vita e di risposte che si esprimono non solo in professioni di fede o in preghiera, ma in scelte di vita e in continua disponibilità del cuore. La categoria del dialogo esprime anche un'altra caratteristica fondamentale della vita cristiana; la dinamicità. Il cristiano non è colui che ha in tasca la soluzione di tutti i problemi, che possiede come una specie di assicurazione sulla vita di fronte agli interrogativi del presente e del futuro. Egli si sente, al contrario, come un uomo in ricerca, le cui certezze sono continuamente messe in questione dagli avvenimenti. E tuttavia il suo legame con Cristo fa di lui un ricercatore originale, perchè il suo cammino in qualche modo è già stato tracciato e percorso, e la mèta è raggiungibile.
CAMMONARE INSIEME
Anche se l'appello di Cristo * venite e vedrete * si fa sentire come invito personale e si chiarisce nel cuore di una intimità sempre nuova e irripetibile, esso apre sempre la strada a una esperienza comunitaria.
L'incontro personale con Gesù suscita l'ncontro personale e comunitario con tutti coloro che hanno fatto l'esperienza di questo incontro, e dà l'avvio alla costituzione di una comunità nella quale il vivere insieme e il * seguire * insieme Gesù diventa una caratteristica essenziale. Accanto alla vocazione personale c'è, quindi, la vocazione a far parte di un popolo che si chiama Chiesa; che vuol dire, appunto, la * convocata * la * eletta *, la * chiamata *.
SEGUIRE GESU'
Guardiamo quello che ha fatto Gesù. Egli ha seguito fedelmente la volontà del Padre suo, tanto che sul punto di morte ha gridato; * tutto è compiuto *. Ma questa volontà faceva di lui un uomo libero. Egli ha proclamato al mondo una parola nuova, creatrice, quella appunto che aveva ascoltato dal Padre suo. Se egli chiama dei discepoli a seguirlo è soltanto per dire loro; * Come il Padre ha mandato me così io mando voi *.
Il seguire Gesù e l'essere mandato è uno stesso movimento. Proprio perchè gli apostoli hanno seguito Gesù, sono stati inviati in tutto il mondo. Legati a lui, liberi da qualunque legame con le tradizioni e con qualunque potenza di questo mondo, essi hanno creato delle comunità nuove, fatte di uomini liberi e fratelli.
Seguire vuol dire, dunque, andare avanti, creare. Non da soli, ma insieme con lui, e rimanendo in comunione con tutti coloro che lo seguono e sono legati a lui da questo legame unico e molteplice che è stato creato dalla sua chiamata. Chi si siede o si adagia nelle proprie abitudini, chi si integra in un sistema perfetto, dove tutto è previsto e predeterminato.. questi non segue più, perchè non ascolta più la voce di Gesù che lo precede nel cammino e lo invita a lasciare le false sicurezze per una ricerca sempre rinnovata. Il Signore ci chiama ogni giorno e la nostra risposta deve essere sempre nuova.
CHE COSA CERCATE...?????
Ogni giorno Gesù ci chiede; cosa cerchi..?? Una domanda ben precisa, rivolta ai discepoli, che lo stanno seguendo, ma rivolta anche a noi, a me personalmente. Il Signore fissa il suo sguardo su di me, dentro di me e mi chiede; Che cosa stai cercando ? Non è facile rispondere a questa domanda; devo scendere dentro nel mio cuore e lì ascoltarmi, misurarmi, verificarmi. Che cosa io cerco veramente ?? Chi cerca il Signore non manca di nulla; Ora voglio anch'io pormi in questa ricerca ..????
PREGHIERA;
Padre, ti ringrazio per avermi donato la presenza del tuo Figlio Gesù,
grazie per avermi fatto ascoltare la sua voce,
per aver aperto i miei occhi per riconoscerlo,
grazie per avermi messo sulla sua strada per seguirlo e per entrare a casa sua.
Grazie perchè posso dimorare con lui, in lui e perchè lui, con te, siete in me.
Grazie per avermi, ancora una volta, chiamato, facendo nuova la mia vita.
Fà di me, ti prego, uno strumento del tuo amore;
che io non smetta mai di annunciare il Cristo che viene;
che io non mi vergogni, non mi chiuda, non mi spenga,
ma diventi sempre più felice, per condurre a lui, a te
i fratelli e le sorelle che tu ogni giorno mi fai incontare.