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DI CHE COSA TI SEI INTERESSATO DI PIU??

  Ci troviamo in un mondo in cui preavle il sensibile e molte persone sono preoccupate più di apparire che di essere; profumi, saponi speciali, palestre, futing, lampade, cure per la pelle ecc.... Ma se è un bene che l'uomo si occupi del corpo, è un grosso errore che si occupi solo del...
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Preghiamo insieme

 PREGATE CON ME  A voi tutti lettori dei miei scritti , vi invito a pregare con me per ottenere da Dio la fine di questa pandemia COVID 19.  A te, Padre celeste, rivolgiamo i nostri cuori, meditando su quanto s. Paolo della croce ha detto e operato per evangelizzare i poveri ed...
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Suona allarme della coscienza

  Penso che tutti noi, nella vita abbiamo esperienza di avere commetere gli errori, nel compiere i nostri doveri come studenti, impiegati, vita in famiglia ecc... A me mi è capitata diverse volte, riconosco però che sono una persona limitata, perciò non mi disperò ma continuo ad avere la...
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ABBANDONARE IL MALE

Nessuno è perfetto... lo so, ognuno di noi ha il proprio male, e chi riesce a scoprilo è un saggio, un veritiero. Che cosa è il male ?? E' tutto ciò che è contrario al bene, al tuo bene, al bene comune.  Vuoi conoscere il tuo male ???? Fermati..! un pò di relax ci vuole, poi entri nella tua...
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SMETTI DI ODIARE

  RANCORE E IRA.  Orribili parole scritte nella Bibbia; rancore e ira i veri nemici della nostra vita quotidiana, nemici radicati nel nostro intimo * il proprio io *, nel profondo del nostro cuore fin dalla nostra esistenza.  Come possiamo mandare via l'ira e rancore dalla nostra...
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Grazie

Sapiamo che questa parola * GRAZIE * è nella bocca di tutti, e dire grazie sembra una cosa facile, sa che anche i cattivi la dicono.  Ma dire grazie quando ricevi un torto, un dispiacere è costa sacrificio, costa vita. Saper dire grazie a chi ti disturba è un segno che hai un cuore grande,...
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Ombre del superbo

  Tutte le cose sotto il cielo hanno le ombre, e nessuna può saltare la propria ombra.  Esistono, però le ombre, per chi desidera di non averle, non solo saltare oppure scanzonare la sua presenza , ma addirittura può eliminare per sempre. Chi è davvero vuol vivere in umiltà, con l'aiuto...
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Essere un gigante

Esistono delle persone che cercano  a tutti costi apparenza, vogliono sempre diventare più grande, più alto, più visibile da tutti. Non  rendono conto che diventando più alto, di conseguenza fanno l'ombre a tutti i vicini che sono più bassi. Queste sono le persone malatte di...
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Sei un cristiano ???

Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi ha fede, pregare è un bisogno. L'uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia,  non si smarrisce nella prova, si sente sempre vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità. La preghiera è una esperienza che dà...
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Chiedi a Gesù la docilità...

O Gesù Redentore, io mi consacro a te, per essere una cosa sola con te, tu in me e io in te. Sei tu che vuoi vivere, amare e operare in me, come la vite che produce molto frutto nel tralcio. Ch'io mi lasci fare da te, con la massima fiducia e docilità. Per questo tu mi comandi di diventare piccolo,...
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ADDOLORATA.. UNA MADRE CHE CI CONSOLA

Chi vuol consolare deve avere patito il dolore, possedere un cuore benigno, conoscere il bisogno degli affliti, disporre di un potere. Queste quattro qualità brillano della più splendida luce nell'Addolorata.

Maria Madre dei dolori; ha patito una quantità di dolori che è difficilissimo contare, unita a una intensità che è impossibile misurare. Si presenta soprattutto come; esperta di consolazione, nella stretta di questi dolori; la povertà, la fuga, l'esilio, lo smarrimento della persona amata, l'incomprensione dei parenti, l'ostilita degli estranei, la morte dei famigliari , le sofferenze dell'innocenza. 

E' ben capace di confortare quelli che sono afflitti dai mali fisici che Lei non patì, perchè di questi sa misurare la gravità e le conseguenze con la sua superiore intelligenza. 

Possiede un cuore benigno; basti dire, alla luce della Rivelazione e della ragione, che è la più santa delle creature umane, la più benefica delle benefattrici, la più materna delle madri, come appare chiaramente dall'episodio delle nozze di Cana, durante il quale Lei provide al vino, non essendo pregata da nessuno e quasi costringendo Gesù al miracolo.

Conosce il bisogno di chi afflitto perchè glielo fa conoscere il buon Dio che esaudisce le preghiere di Lei. Anzi lo conosce meglio di quanto lo conosca l'afflitto stesso. Del resto anche Lei è vissuta in questa valle di lacrime che è la terra, e ha visto tante tribolazioni di diverso genere. 

Dispone di un potere perchè l'ha ricevuto da Dio in quanto Madre di Dio, Madre degli uomini, onnipotenza supplichevole che ottiene da Dio tutto quello che gli chiede, come è dimostrato dalla moltitudine dei miracolati esposta da secoli nelle chiese. 

Maria è la figlia del Padre che ci consola in ogni nostra tribolazione, la Madre di Gesù il cui cuore è fonte di ogni consolazione, la sposa dello Spirito Santo della cui consolazione godiamo sempre.

Consolando, l'Addolorata lenisce il dolore, risuscita la speranza, riaccende gli ideali, tonifica lo spirito, rinfocola gli entusiasmi, avvicina a Dio, apre l'orizzonte dell'eternità.

Chi è consolta dall'Addolorata scopre o ritrova verità insospetate o dimenticate come queste; il dolore è inevitabile per conseguire lo scopo prestabilito, questo scopo si va realizzando con la sopportazione del dolore, il dolore cristianamente sopportato diventa fonte di gioia, l'intenzità della gioia supera l'acerbità del dolore sofferto, Dio è la felicità.

 

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LA CROCE DI CRISTO E' LA SALVEZZA DEL MONDO

La croce; un dramatico epilogo d'amore per il passaggio del Figlio di Dio in mezzo a noi; un simbolo misterioso che la gente ama portare addosso, disegnare sulle strade, riprodurre nelle chiese cristiane, un segno tracciato su di noi per affermare la nostra appartenenza al popolo dei discepoli di Cristo. Quale spazio ha nella nostra vita la croce di Gesù ?? La esaltiamo con la nostra vita di amore o la umiliamo faccendone soltanto un segno superstizioso ??

    LA CROCE E' L'AMORE DI DIO PER NOI

L'uso credente e le vicende del popolo di Dio hanno sempre collocato la croce al centro della propria vita; il segno di croce è tracciato nei momenti più importanti della preghiera e delle celebrazioni; il simbolo della croce è accanto ad ogni chiesa; la pietà popolare ne ha rappresentato spesso i vari momenti; Esaltare la croce significa; porla al centro della nostra vita. 

Patibolo infame, castigo per i malfatori, strumento di tortura la croce diventa per noi oggi il segno dell'amore di Dio che ha dato la sua vita alla fine, condividendo le ingiustizie della storia umana, dichiarando di essere così disposto a fare qualsiasi cosa per noi. Come diciamo nel prefazio; Nell'albero della croce tu, o Dio, hai stabilito la salvezza dell'uomo * , poichè ci dimostra il suo amore sconfinato. Se Dio è disposto a dare se stesso per la nostra salvezza. vuol dire che ci ama. Vuol dire che non abbiamo più nulla da temere. Sempre è ovunque la croce ci deve ricordare l'amore misericordioso di Dio.

LA CROCE ESALTATA DALLA NOSTRA VITA 

Non esaltiamo oggi dunque un simbolo di violenza patito con rabbia nè il simbolo della prepotenza dei crociati o dei conquistatori del mondo nell'epoca del colonialismo e della schiavitù, nè esaltiamo l'arte dei decoratori o degli orefici che pongono gemme prezioso sulla croce ostentata su scollature provocanti. Ma ci aggrappiamo alla croce per salvare la nostra esistenza; ci aggrappiamo all'amore di Dio per ricavare qualcosa di buono anche dalle nostre vite sprecate. Qualcosa di buono ci deve essere in noi, se Dio ha dato la sua vita per amore di ogni uomo; qualcosa di buono che forse soltanto il suo sguardo divino riesce a trovare nelle pieghe nascoste della storia. 

E tuttavia, per non sfidare Dio condannandolo di nuovo a morire sulle strade violente delle nostre città, cerchiamo di imparare a vivere la croce come segno di amore verso chiunque, segno di speranza anche verso le situazioni più fallimentari.Vivere la croce per esaltarla con la nostra vita. Cioè ricambiare l'amore di Dio ogni giorno, ponendoci davanti ai nostri occhi il crocifisso non come segno ornamentale nè come segno dei nostri diritti, ma come segno di amore. Mi segno con il segno della croce perchè voglio appartenere al Cristo, in cui riposa la mia speranza. Mi segno con il segno della croce perchè voglio come lui dare la mia vita a Dio e ai fratelli per amore, anche quando mi costa caro. Mi segno con il segno della croce per ricordarmi che non la violenza, ma l'amore salverà l'umanità dalla distruzione.

VOLGIAMO LO SGUARDO AL CRISTO CROCIFISSO

Così volgiamo lo sguardo a tutti i crocifissi di cui l'umanità ha cosparso il suo cammino; crocifissi ad un lavoro umiliante, crocifissi alle ingiustizie perpetuate, crocifissi agli atti di violenza da olocausto, per trovare in Cristo la forza di schiodarli dalla croce.. Egli ci ricorda che pur essendo salito sulla croce per amore e per mezzo di essa avendoci salvati, tuttavia l'ingiustizia della croce rimane. E noi dobbiamo liberarcene. Amare Cristo e la sua croce significa far sì che più nessun uomo sia condannato a morire per violenza umana.

E significa trovare in lui la speranza che anche le nostre croci quotidiane possano essere redente; cioè, possano avere un valore nonostante la loro bruttura. Un valore che soltanto un Dio così grande da condividere può dargli. Non noi. Per noi le croci sono solo sofferenza. Per Dio possono divenatre redenzione. Salvezza. In modo misterioso. 

Se a lui ci affidiamo, in lui crediamo che nessuna sofferenza e nussuna lacrima è fatica sprecata; ma sulla sua croce Dio raccoglie tutte le croci del mondo per trasformarle in strumenti di salvezza. 

 

 

 

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LUNGI DA ME SATANA..!!

La concezione del Messia come servo sofferente è scandaloso. La reazione di Pietro è estremamente indicatica. Se per confessare la messianicità di Gesù è necessario l'ispirazione e la rivelazione del Padre, più difficile e faticoso è il cammino della fede che accetta lo * scandalo * della croce. 

I discepoli, pur distaccandosi dagli altri ascoltatori di Gesù, non hanno accettato la * necessità * della croce. A questo compito di educazione e di purificazione della fede dei suoi discepoli, Gesù si dedicherà quasi esclusivamente nel seguito del Vangelo. Vi è un modo di ragionare secondo Dio, e ve ne è uno secondo gli uomini. Il criterio per distinguirli è uno solo: La croce, sulla quale ogni giorno si deve morire un poco a se stessi. Per questo il rimprovero a Pietro è seguito da un invito ad andare dietro a Gesù, come * veri * discepoli. 

Il vero discepolo deve, anche lui, prendere la sua croce; bisogna infatti perdere la propria vita per ritrovarla. Affiora in questo punto una delle caratteristiche predominanti del Nuovo Testamento; il nesso tra l'indicativo ( Cristo è Messia sofferente ) e l'imperativo ( devi seguirlo sulla via della croce. 

MESSAGGIO DI  SPERANZA

La croce di Cristo continua ancor oggi ad essere per molti * follìa * e * scandalo *. Siamo disposti ad accettare Gesù, come il Cristo, come il Figlio di Dio, come l'inviato del Padre, ma il Cristo del Calvario ci rimane un mistero. Eppure in tutto questo c'è una logica, anche se una logica dello Spirito e non della carne. 

Il Padre non ha avuto bisogno delle sofferenze di Gesù come punizione sostitutiva al nostro posto. Dio aveva bisogno della sua vita come amore sostitutivo in notsro nome. Ma chi vuole amare in questo mondo urta in una impossibilità di fatto. Il grande mistero è che il regno di Dio ha proseguito il suo cammino anche quando gli uomini, compresi tutti noi, hanno ucciso il Figlio di Dio. Nè Gesù, nè il Padre ci hanno voltato le spalle. Dal peccato più grande è scaturito il più grande amore. Cosi siamo stati liberati con la morte di Gesù, sicchè la morte e il fallimento non sono l'ultima parola, non sono un oscuro, fatale destino. Dio ha dimostrato di poter fare scaturire di lì la vita.

Ma tutto questo reca in sè anche un altro messaggio di speranza. Dio che soffre con noi in un atto supremo di amore, ama il mondo. Egli non permette il male tranquillamente, quasi crudelmente. Il male non viene da lui, anzi, lui lo combatte. Dio si presenta a noi come salvatore in una delle pene di morte più crudeli che l'umanità conosca; un palo verticale, una trave orizzontale; lì sopra, appeso, c'è un uomo che è Dio. Quella croce si protende in ogni direzione come un uomo dalle braccia tese, indica l'insondabile mistero di Di, il centro del mistero. Sulla croce Dio ha aperto il suo cuore, ha rivelato il suo più profondo segreto; un Dio solidale con tutti gli uomini. 

GESU' SOLIDALE CON LA SOFFERENZA UMANA

Il Cristo non è venuto a soffrire e a morire per dispensare gli uomini dal loro soffrire e dal loro morire, dalla fatica di crescere e di maturare. Egli stesso vi si è sottoposto nella sua umanità. E' vissuto ed è morto solidale con loro, tutto accettando perchè essi possano vivere, faticare e morire a imitazione di lui, in comunione con lui, fare della propria vita e della propria morte un dono ininterrotto di amore al Padre e ai fratelli.

Perchè diventi nostra la sua ricchezza. Dio fa la sua, la nostra povertà; perchè diventi nostra la sua forza, fa la sua la nostra debolezza; perchè diventi nostra la sua vita, fa sua la nostra morte. 

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IL DONO DELLA PAROLA

GUARIGIONE DEL SORDO MUTO ( Marco 7,31-37 )

Un sordo muto è portata da Gesù. Pur non stando nella propria terra. Gesù è conosciuto come qualcuno che può guarire i malati. Per questo, il popolo gli porta un uomo sordo che parla con difficoltà. Si tratta di una persona che non può comunicare con gli altri, infatti la vera malattia è la mancanza di relazioni. Anche noi riceviamo questo invito; che la forza del Vangelo ci aiuti ad aprirci a relazioni autentiche, terrene e spirituali; * Apriti *

Una guarigione differente. Il modo di guarire è differente. Il popolo desiderava che Gesù imponesse semplicemente le mani sul malato. Ma Gesù va molto aldilà della richiesta. Gesù porta l'uomo lontano dalla folla, pone le dita negli orecchi e con la saliva gli tocca la lingua e guarda verso il cielo, sospiraprofondamente e dice; * Effatà * che significa * Apriti *. Il tocco della lingua con la saliva ristabilisce in essa la facoltà di parlare. Nella opinione del popolo di quel tempo, la saliva aveva potere medicinale. Lo sguardo verso l'alto indica che la guarigione viene da Dio.

Nell'istante, gli orecchi del sordo si aprirono, la lingua si sciolse e l'uomo cominciò a parlare correttamente. Gesù desidera che il popolo apra gli orecchi e sciolga la lingua !! E' molto importante che il popolo inconsiderati sordi, ricuperano la parola dentro la Chiesa per poter esprimere la sua esperienza di Dio e cosi aricchire tutti. 

Tutto il popolo rimase ammirato e disse; Ha fatto bene ogni cosa. Questa affermazione fa ricordare la creazione ; Dio vide che tutto ciò che aveva fatto era molto buono !  Malgrado la proibizione, le persone che assistettero alla guarigione cominciarono a proclamare ciò che avevano visto, riassumendo la Buona Novella di Gesù con queste parole; Ha fatto bene ogni cosa. E' inutile proibire di parlare. La forza interna della Buona Novella è tanto grande che si divulga per se stessa. Chi ha fatto esperienza di Gesù, lo racconta agli altri. 

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SIATE DI QUELLI CHE METTONO IN PRATICA LA PAROLA

Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui possa renderlo impuro. Ma il male esce dal cuore. Cuore cioè ; la vita profonda, la nostra persona completa, vera, con le sue idee e i suoi progetti, i suoi pensieri e le sue decisioni. 

Se comprendiamo bene cosa vuol dire la parola * cuore * nella Sacra scrittura , allora comprenderemo cosa vuol dire che la religione cristiana è una questione di Cuore. La religione cristiana non è una faccenda di sentimento, ma un impegno che investe tutta la nostra vita. La religione cristiana lentamente trasforma le nostre idee e i nostri progetti, i nostri pensieri e le nostre azioni; ci fa pensare e vivere come pensava e viveva Gesù.

L'ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO 

Abbiate fame non solo di ascoltare la parola di Dio, ma soprattutto di praticarla. Molti, se avessero il desiderio di praticare la parola di Dio, come l'hanno ascoltarla i santi, diventerebbero santi anche loro. Se ascolterai la parola di Dio e non la metterai in pratica sarà simile a colui che semina senza raccogliere i frutti. La parola di Dio è dolce per chi la impara, più dolce per chi la insegna, dolcissima per colui che la mette in pratica, sarà considerato da Gesù come suo fratello e madre. 

Se sarai preoccupato delle cose del mondo, dedito alle passioni della carne o sedotto dalle ricchezze non potrai prestare attenzione alla parola di Dio; e se pure udìta sarà soffocata nel tuo cuore e rimarrà sterile. Quando ascolti la parola di Dio, non badare a colui che parla per applaudirlo o biasimarlo, bada piuttosto a quello che dice, chi ascolta con fede e umiltà la parola di Dio, aperta allo Spirito Santo, sarà veramente beato, così che scenda nel profondo dell'anima e si trasfonda negli affetti e nell'agire. 

La parola di Dio sia per te viva ed efficace, penetri intimamente nel tuo spirito e scruti i sentimenti e i pensieri del tuo cuore. Cerca la vita nella parola di Dio, sia essa lampada ai tuoi passi e luce sul tuo cammino. Beato te, se ti renderai degno di ascoltare la parola di Gesù che ti chiama alla santità. Quando Gesù fa sentire la sua voce fa compiere le azioni più eroiche con la massima semplicità.

L'INVITO DI GESU'

Continuamente Gesù ci invita, ad accogliere e custodire la sua parola perchè essa è un germe di vita eterna. Essa ha la forza e il potere di giungere al nostro cuore e trasformarlo. Ogni cuore umano, infatti, è stato contaminato dal male. Tutte le opere buone e le devonzioni, anche le più sante, non produrranno in noi frutto di alcun valore se non ci portano a riconoscere che solo Gesù, Parola di Dio, dono perfetto del Padre, può operare la nostra trasformazione. La sua parola ci insegna a compiere il bene, a ricercare la giustizia; ci mostra come soccorrere il debole e l'oppresso, come difendere il dirito dell'orfano e di tutti i poveri nel mondo di oggi.

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LA PROVA DELLA FEDE

RIMANERE  NELLA  FEDE DEL  PADRE E  DEL  FIGLIO ( Giovanni 6,60-69 )

L'INCONTRO D'AMORE;

In questo brano Giovanni mi mostra la Parola del Signore quale punto di incontro, luogo santo dell'appuntamento con Lui; mi accorgo che essa è il luogo della decisione, delle separazioni sempre più profonde nel mio cuore e nella mia coscienza. Mi accorgo ancora di più che la Parola è una persona, è il Signore stesso, presente davanti a me, donato proprio a me, aperto per me. Tutta la Bibbia, pagina dopo pagina, è un invito, dolce e forte al tempo stesso, all'incontro con la Parola. L'incontro, che quì viene donato, non è superficiale, non è vuoto, ma è intenso, pieno, costante, ininterroto, perchè è come l'incontro fra lo sposo e la sua sposa; cosi il Signore mi ama e si dona a me. Occorre l'ascolto attento e premuroso, tanto che neppure una delle sue parole cada a vuoto; occorre un ascolto col cuore, con l'anima; occorre l'obbedienza dei fatti, di tutta la vita; occorre una scelta vera e decisa, che mi fa preferire la Parola del Signore, fino a decidere di prenderla come vita della mia vita.

LA MORMORAZIONE E LA CHIUSURA DEL CUORE

Questa tematica della mormorazione, della ribellione mi scuote ancora di più, mi mette in crisi; ripercorrendo la Bibbia, anche solo nella mia memoria, mi accorgo che la moemorazione contro il Signore e il suo agire nei nostri confronti è la realtà più terribile e distruttiva che possa mai venire ad abitare il mio cuore, perchè mi allontana da Lui, mi separa fortemente e mi rende cieco, sordo, insensibile. Mi fa dire che Lui non c'è, mentre è vicinissimo e mi ama di amore eterno.

Capisco che la moemorazione si crea quando non c'è più il dialogo con il Signore, quando il contatto con Lui è interrotto, quando invece di ascoltarlo e di interrogarlo, rimane solo ribellione; questa specie di ronzio continuo dentro l'anima, dentro i pensieri, che mi fa dire; Potra forse Dio preparare una mensa nel deserto ??

Se mormoro contro mio Padre, se smetto di credere al suo Amore per me, alla sua tenerezza, che mi ricolma di ogni bene, io rimango senza vita, senza nutrimento per il cammino di ogni giorno. O se mi arrabbio, se mi ingelosisco perchè Lui è buono, perchè dà via il suo amore a tutti, senza misura, e faccio come i farisei, allora rimango completamente solo e oltre a non essere più figlio, non sono neanche più fratello di nessuno. Infatti alla mormorazione contro Dio è strettamente legata la mormorazione contro i fratelli e le sorelle. 

IL DONO DEL FIGLIO DELL'UOMO; LO SPIRITO SANTO

Mi sembra di intravedere una strada di luce, tracciata dal Signore Gesù e quasi nascosta in questi versetti così densi e traboccanti di ricchezza spirituale. Il punto di partenza sta nell'ascolto vero e profondo delle sue Parole e nell'accoglienza di esse; da quì alla purificazione del cuore che da cuore di pietra, indurito e chiuso, diventa nella tenerezza del Padre, cuore di carne, morbido, che Egli può ferire, plasmare, che può prendere fra le mani e stringere a sè, come un dono. Sì, tutto questo compiono le Parole di Gesù, quando mi raggiungono ed entrano in  m. E' solo così che posso proseguire il cammino, vincendo le mormorazioni e lo scandalo, fino a giungere a poter vedere Gesù con occhi diversi, occhi anch'essi rinnovati dalla Parola, che non si fermano alla superficie, alla durezza della scorza, ma imparano, ogni giorno di più, ad andare oltre, a guardare in alto. 

Gesù aveva detto; Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me, mi attira con lo Spirito, mi fa suo con lo Spirito, mi manda nello Spirito, mi rende forte grazie allo Spirito. Se faccio un percorso lungo le pagine dei Vangeli vedo come lo Spirito del Signore sia la forza che investe ogni persona, ogni realtà, perchè è lui l'amore eterno del Padre, è la vita stessa di Dio comunicata a noi. 

LA  LOTTA DELLA FEDE; 

Questo brano di Giovanni mi mette di fronte a una grande lotta, a un combattimento corpo a corpo tra lo Spirito e la carne, tra la sapienza di Dio e l'intelligenza umana, tra la Parola e i ragionamenti della mente, tra Gesù e il mondo. Capisco bene che Giobbe aveva ragione, quando diceva che la vita dell'uomo sulla terra è tempo di tentazione, sperimento anch'io che il maligno tenta, facendomi dubitare delle promesse divine . Solo con le armi della fede posso vincere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme, se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. E con Pietro dico; Signore, da chi andremo ?? Tu hai Parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio.

 

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GESU', IL PANE DI VITA

 GIOVANNI 6, 51-58

RIFLESIONE

Gesù compie il vero Pesach della storia umana; Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Passare; la nuova Pasqua è propeio in questo passaggio di Cristo da questo mondo al Padre attraverso il sangue del suo sacrificio. L'Eucaristia ne è il memoriale, pane del deserto e presenza di salvezza, patto di fedeltà e di comunione scritto nella persona del Verbo. L'historia salutis che per Israele si connota di eventi, di nomi, di luoghi conduce la riflessione di fede dentro una esperienza di vita che fa del nome di Jahvè non un nome tra i tanti ma l'unico Nome. Tutto ha sempre inizio da un incontro, da un avvenimento dialogico tra Dio e l'uomo che si traduce in un patto di alleanza, antica e nuova. Il mare dei giunchi è l'ultima frontiera della schiavitù oltre la quale si stende il territorio spazioso della libertà. In questo sepolcro d'acqua si depone il corpo dell'Israle vecchio e risorge L'Israele nuovo e libero. E' quì che nasce l'appartenenza di Israele. E ogni volta che si evocherà questo passaggio nelle acque della nascità più che un passato storico da richiamare alla memoria si riproporrà l'evento escatologico, capace di una pienezza divina che si attua nel presente, segno sacramentale dell'iniziativa di un Dio fedele nell'oggi delle nuove generazioni, nell'attesa della nuova e definitiva liberazione che il Signore offrirà. 

E' l'anelito di un popolo che nella notte di Pesach trova la sua profonda identità come singolo e come popolo, notte in cui il Figlio di Dio vivo si dona interamente come cibo e come bevanda.

TU PER TU CON GESU'

Quando noi ti pensiamo, Signore, non ricordiamo fatti avvenuti e compiuti nel tempo, ma entriamo in contatto con la tua realtà sempre presente e viva, vediamo il tuo continuo passaggio fra noi. Tu intervieni nella nostra vita per restituirci la somiglianza dell'appartenenza, perchè non si sciupi più tra le pietre della legge il nostro volto, ma trovi la sua massima espressione nel tuo volto di Padre , rivelato nel volto di un uomo, Gesù, promessa di fedeltà e amore consumato fino alla fine. Non è per nulla necessario uscire dalla ferialità dell'esistenza per poterti incontrare perchè la cura che tu hai verso le sue creature si spiega nelle nostre vicende umane come rotolo scritto nella prossimità di una esperienza. Tu infatti, Creatore dei cieli e della terra, ti nascondi nelle pieghe della storia e, seppure inizialmente in modo oscuro e implicito, ti lasci incontrare in quella trascendenza che non viene mai meno agli eventi. 

Quando la riflessione sulla vita porta al riconoscimento della tua presenza liberatrice, questo incontro non può che essere celebrato, cantato, espresso con simboli sacri, rivissuto nella festa con gioia grande. Per questo noi veniamo a te mai da soli, ma come popolo dell'alleanza. 

Il prodigio della tua presenza si realizza per pura gratuità sempre; nelle membra della Chiesa, lì dove due o tre si riuniscono nel nome di Gesù, nella scrittura, nelle predicazione, nei poveri e nei sofferenti, nelle azioni sacramentale dei ministri ordinati. 

Ma è nel sacrificio eucaristico che la presenza diventa reale; nel Corpo e nel Sangue c'è tutta l'umanità e la divinità del Signore risorto, presenza soatanziale. 

 

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ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

IL  DESTINO  DI  MARIA

Il destino di Maria ci conduce oggi a celebrare la sua assunzione al cielo; poichè ha partecipato alla nascita del corpo umano di Cristo e dunque alla sua incarnazione, può partecipare achè alla sua * glorificazione * in cielo con Cristo perchè è sua Madre. Madre, non solo fisicamente, ma anchè nella fede; lo ha accolto nel suo grembo, lo ha accolto nella sua vita, seguendo fino alla fine.

Essendo diventata * arca dell'alleanza * perchè posta al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa; cioè al centro del popolo di Dio per custodire in sè l'abitazione di Dio sulla terra, può diventare arca dell'allenza anchè in cielo, come donna vestita di sole; che partorisce il bambino rapito verso Dio e verso il suo trono; cosi si compie la salvezza e la potenza del suo Cristo. 

Colei attraverso la quale Dio ha realizzato sulla terra il suo progetto di salvezza, incarnandosi e portando a compimento la nuova allenza,gode della piena realizzazione dell'allenza che si colloca oltre la storia umana, nel regno di Dio, nella risurrezione della carne, nel cielo. 

GRANDE  COSE  HA  FATTO  PER  ME  L'ONNIPOTENTE

Con Maria oggi possiamo celebrare il Signore che ha fatto grande cose in lei; la salvezza infatti è opera di Dio, dalla creazione del mondo al suo compimento definitivo. E' innanzitutto merito di Dio se Maria è stata scelta, nonostante la sua * umiltà * e fragilità, per diventare Madre di Dio; sarà per quest'atto di predilezione gratuita che l'umanità la porrà sempre al posto d'onore accanto a Gesù, in ogni Chiesa e in ogni vita. D'altra parte, anche noi siamo scelti da Dio, gratuitamente; è a lui che noi dobbiamo la nostra esistenza e il dono di essere suoi figli. Maria è la primizia dell'umanità salvata da Dio. La nuova umanità nasce dalla misericordia di Dio che entra nella storia e la solleva dalla sua caduta.

Come interviene Dio per salvare l'umanità?? Rovescia i potenti dai troni, innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda a mani vuote i ricchi , affichè sia chiaro che ciò che conta per fare grande una vita non è l'abbondanza o il potere o l'onore del mondo, ma la comunione con Dio. Per questo Maria è la più grande di tutte, avendo raggiunto nella pienezza la comunione con Dio, in terra e in cielo. 

LA GRANDEZZA DI DIO 

La grandezza di Dio si manifesta proprio in Maria nel ricuperare tutto ciò che siamo stati durante la vita, per ricondurci alla pienezza della salvezza. Maria è stata Madre sulla terra Madre anche nella vita eterna. 

 

 

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BENEDETTA TU FRA LE DONNE

Il muoversi ( il cammino verso la casa di Elisabetta ), mostra la sua sensibilità interiore, che non è chiusa a contemplare in modo privato ed intimistico il mistero della divina maternità che si compie in lei, ma è proietata sul sentiero della carità. 

Maria si muove per portare aiuto alla sua anziana cugina. Il recarsi di Maria da Elisabetta è connotato dall'aggiunta * in fretta * che sant'Ambrogio interpreta cosi; Maria si avviò in fretta verso la montagna, non perchè fosse incredula della profezia o incerta dell'annuncio o dubitasse della prova, ma perchè era lietà della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall'intimo gioia. La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze. Maria corre e va dove la chiama l'urgenza di una necessità, di un bisogno, dimostrando, così, una spiccata sensibilità e concreta disponibilità. 

Insieme con Maria, portato in grembo, Gesù si muove con la Madre. Gesù si muove con la Madre. Appena Maria entra in casa e saluta Elisabetta, il piccolo Giovanni ha un sussult, ha esultato di gioia ed Elisabetta dice; Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo !! A che devo che la Madre del mio Signore venga a me ??  Intanto Giovanni percepesce la presenza del Signore ed esulta, esprimendo con quel movimento interiore la gioia che scaturisce da quel contatto salvifico. Di tale evento si farà interprete Maria nel canto del Magnificat.

UN  CANTO  DI  AMORE

Maria si considera parte degli anawim, dei * poveri di Dio * di coloro che temono Dio, riponendo in lui ogni loro fiducia e speranza e che sul piano umano non godono nessun diritto o prestigio. 

La spiritualità degli anawim può essere sintetizzata dalle parole del Salmo 37,79; Nel silenzio sta innanzi a Dio e in lui spera, perchè coloro che sperano nel Signore possederanno la terra. 

I poveri, nel senso strettamente biblico, sono coloro che ripongono in Dio una fiducia incondizionata; per questo sono da consederarsi la parte migliore, qualitatìva, del popolo d'Israele. Gli orgogliosi invece, sono coloro che ripongono tutta la loro fiducia in se stessi.

Ora, secondo il Magnificat, i poveri hanno mille motivi per rallegrarsi, perchè Dio glorifica gli anawim e abbassa gli orgogliosi. Un'immagine presa dal NT, che traduce molto bene l'atteggiamento del povero dell'AT, è quella del pubblicano che con umiltà si batte il petto, mentre il fariseo compiacendosi dei suoi meriti si consuma nell'orgoglio. 

In definitiva Maria celebra quanto Dio ha operato in lei e quanto opera in ogni credente. Gioia e gratitudine caratterizzano questo inno alla salvezza che riconosce grande Dio ma che pure fa grande chi lo canta.

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IO SONO IL PANE VIVO, DISCESO DA CIELO

IL DISSENSO TRA LA FOLLA

Costuì non è forse, il figlio di Giuseppe?? Di lui non conosciamo il padre e la madre?? Come dunque può dire; Sono disceso dal cielo ?? L'ironia è sottile. Gli increduli conoacono le origini terrene di Cristo, conoscono di certo il figlio di Giuseppe, ma non il figlio di Dio. 

Solo i credenti conoscono la sua origine trascendente per intervento diretto di Dio nella Vergine. Il passaggio da un linguaggio prettamente materiale, un pane di acqua e farina, a un linguaggio spirituale, un pane per l'anima umana. Come un tempo il popolo nel deserto, i Giudei mormorano; non comprendono l'origine e il dono di Gesù, come un tempo i padri rifiutarono la manna perchè cibo trppo leggero ora i figli rifiutano il Verbo fatto carne, pane disceso dal cielo che Gesù aveva detto solo l'affermazione;Sono disceso dal cielo. Poichè è questa che dà fondamento ai precedenti annunci, all'essere il pane della vita. La domanda; Costui non è forse...... è presente, in un contesto di stupore, nei vangeli sinotici. In matteo o in Luca il lettore attraverso i racconti dell'infanzia è già stato messo a parte della concezione verginale di Gesù. In Giovanni i Galelei hanno davanti chi dichiara di essere disceso dal cielo senza mettere in discussione la sua condizione umana. Figlio di Giuseppe vuol dire allora essere un uomo come tutti. 

ASCOLTARE

Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me !!  La sequela è determinata da un ordine ben preciso. Non è un invito, La sequela non scaturisce da una decisione autonoma e personale, ma dall'incontro con la persona di Gesù e dalla sua chiamata. E' un evento di grazia, non una scelta dell'uomo. Gesù chiama con autorità divina come Dio chiamava i profeti nell'Antico Testamento. Non i discepoli scelgono il Maestro come avveniva per i rabbì del tempo, ma il maestro sceglie i discepoli quali depositari dell'eredità di Dio che è molto di più che una dottrina o un insegnamento. La chiamata comporta l'abbandono dei familiari, della professione, un cambiamento totale dell'esistenza per una adesione di vita che non ammette spazi di autocentramento. I discepoli sono uomini del regno. La chiamata a diventare discepoli di Gesù è una chiamata escatologica. 

LA CONOSCENZA

Solo Gesù che è da Dio, ha visto il Padre e può rivelarlo definitivamente. L'uomo è chiamato a venire da Dio. La conoscenza del Padre non è una conquista, è una provenienza. Il movimento non è esterno. Se io cerco la provenienza esterna posso dire di avere un padre e una madre, creature del mondo creato. Se io cerco la provenienza profonda del mio significato esistenziale posso dire di venire dal Padre, creatore di ogni vita.

CHI  CREDE  HA  LA  VITA'  ETERNA 

Crdere alla parola di Gesù, alla sua rivelazione, è condizione per ottenere la vita eterna e poter essere * ammaestrati dal Padre*. Crdeo, mi appoggio a una roccia. La stabilità non è nel mio limite creaturale, nè nella realizzazione della mia perfettibilità uma. Tutto è stabile in Colui che non ha agganci temporali. Come può una creatura poggiare su di sè quando non è padrona di un solo istante di vita ??

MORMORARE

Se il nostro mormorio fosse quello di un vento leggero farebbe da sottofondo armonioso alle parole eterne che si fanno nostra carne; Io sono il Pane vivo disceso dal cielo. Quale sorpresa allora, sapendo che questo Pane eterno non è un estraneo, ma Gesù, il figlio di Giuseppe, un uomo di cui conosciamo padre e madre. Mangiamo e siamo noi assunti. Perchè chi mangia di questo pane vive in eterno. Un Pane che nasce da un amore di Padre. Siamo invitati a udire e imparare per andare a Lui sulla traiettoria dell'attrazione, sulla scia di quella fede che permette di vedere. Pane con pane, Carne con carne. Solo Colui che viene da Dio ha visto il Padre. E l'uomo lo ha visto quando ha fatto della sua carne la mangiatoia del Pane vivo. Deserto e morte, cielo e vita. Un dolce connubio che si compie in ogni Eucaristia, su ogni altare, quell'altare del cuore in cui la vita del Soffio divino consuma la creta sfigurata di un uomo smarrito.

Continua...


 

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