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DI CHE COSA TI SEI INTERESSATO DI PIU??

  Ci troviamo in un mondo in cui preavle il sensibile e molte persone sono preoccupate più di apparire che di essere; profumi, saponi speciali, palestre, futing, lampade, cure per la pelle ecc.... Ma se è un bene che l'uomo si occupi del corpo, è un grosso errore che si occupi solo del...
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Preghiamo insieme

 PREGATE CON ME  A voi tutti lettori dei miei scritti , vi invito a pregare con me per ottenere da Dio la fine di questa pandemia COVID 19.  A te, Padre celeste, rivolgiamo i nostri cuori, meditando su quanto s. Paolo della croce ha detto e operato per evangelizzare i poveri ed...
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Suona allarme della coscienza

  Penso che tutti noi, nella vita abbiamo esperienza di avere commetere gli errori, nel compiere i nostri doveri come studenti, impiegati, vita in famiglia ecc... A me mi è capitata diverse volte, riconosco però che sono una persona limitata, perciò non mi disperò ma continuo ad avere la...
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ABBANDONARE IL MALE

Nessuno è perfetto... lo so, ognuno di noi ha il proprio male, e chi riesce a scoprilo è un saggio, un veritiero. Che cosa è il male ?? E' tutto ciò che è contrario al bene, al tuo bene, al bene comune.  Vuoi conoscere il tuo male ???? Fermati..! un pò di relax ci vuole, poi entri nella tua...
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SMETTI DI ODIARE

  RANCORE E IRA.  Orribili parole scritte nella Bibbia; rancore e ira i veri nemici della nostra vita quotidiana, nemici radicati nel nostro intimo * il proprio io *, nel profondo del nostro cuore fin dalla nostra esistenza.  Come possiamo mandare via l'ira e rancore dalla nostra...
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Grazie

Sapiamo che questa parola * GRAZIE * è nella bocca di tutti, e dire grazie sembra una cosa facile, sa che anche i cattivi la dicono.  Ma dire grazie quando ricevi un torto, un dispiacere è costa sacrificio, costa vita. Saper dire grazie a chi ti disturba è un segno che hai un cuore grande,...
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Ombre del superbo

  Tutte le cose sotto il cielo hanno le ombre, e nessuna può saltare la propria ombra.  Esistono, però le ombre, per chi desidera di non averle, non solo saltare oppure scanzonare la sua presenza , ma addirittura può eliminare per sempre. Chi è davvero vuol vivere in umiltà, con l'aiuto...
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Essere un gigante

Esistono delle persone che cercano  a tutti costi apparenza, vogliono sempre diventare più grande, più alto, più visibile da tutti. Non  rendono conto che diventando più alto, di conseguenza fanno l'ombre a tutti i vicini che sono più bassi. Queste sono le persone malatte di...
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Sei un cristiano ???

Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi ha fede, pregare è un bisogno. L'uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia,  non si smarrisce nella prova, si sente sempre vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità. La preghiera è una esperienza che dà...
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Chiedi a Gesù la docilità...

O Gesù Redentore, io mi consacro a te, per essere una cosa sola con te, tu in me e io in te. Sei tu che vuoi vivere, amare e operare in me, come la vite che produce molto frutto nel tralcio. Ch'io mi lasci fare da te, con la massima fiducia e docilità. Per questo tu mi comandi di diventare piccolo,...
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FINGONO DI AMARE DIO

QUESTA VEDOVA HA MESSO TUTTO QUELLO CHE AVEVA (Mc 12, 41-44 )

Oggi Gesù ci invita a realizzare concretamente il grande comandamento dell'amore portandoci due esempi; uno negativo e uno positivo.

L'APPARENZA;

L'esempio negativo è quello degli scribi, cioè di quelli che, ai tempi di Gesù, di professione insegnano e spiegano la legge di Dio. Dovrebbero essere maestri di amore verso Dio e verso il prossimo; l'amore è infatti il nucleo, il nocciolo della legge divina. Invece a parole sono maestri della legge, ma nella realtà sono campioni di vanità e di ipocrisia. Essi fingono di amare Dio, facendo lunghe preghiere e ostentando grande devozione. In realtà - afferma Gesù - essi non pregano, non parlano con Dio, ma vogliono solo che tutti li guardino e li ammirino. La prova che non amano Dio è il loro comportamento verso i deboli, verso che non può difendersi, come le vedove. Esse devono, in quel tempo, avere un tutore legale, un amministratore dei loro beni, e finiscono per mettersi nelle mani di quei * pii maestri della legge *. Essi dovrebbero dimostrare il loro amore verso il prossimo tutelando i loro diritti. Invece le sfruttano, si fanno ospitare e mantenere da loro, si fanno pagare profumatamente ogni consulenza legale, finendo per impadronirsi delle loro povere case. Con un'espressione quasi brutale Gesù dice; Divorano le case delle vedove. 

Egli bolla senza pietà questo gruppo di persone che si servono della religione per opprimere e sfruttare i deboli, gli indifesi, e annuncia che Dio sarà terribilmente severo con loro; Riceveranno una condanna più severa. 

Additandoci questo esempio negativo, Gesù ci invita a valutare la nostra preghiera, a vedere se per caso non sia falsa, come quella dei maestri della legge. Per Gesù, l'unico criterio che abbiamo per capire se amiamo Dio, è l'amore verso il prossimo. Se insieme alla preghiera non c'è amore per il prossimo, la preghiera è moneta falsa, senza nessun valore.

                                IL  DONO  DELLA  VEDOVA;

L'esempio positivo che Gesù porta per invitarci a realizzare il grande comandamento dell'amore è quello di una povera vedova. Gesù si trova nell'ampio cortile del tempio di Gerusalemme, dove sono collocate le casse a forma di imbuto per ricevere le offerte dei pellegrini per il culto. Una società intera sfila davanti a lui; ricchi e poveri, famiglie con bambini e persone anziane. I ricchi gettano rumorosamente nelle case manciate di denaro di cui non hanno bisogno. Continuando ad osservare, Gesù vede che ad una cassa si avvicina una donna modesta, che mette due monetine. Evidentemente le ha prese dai suoi pochissimi risparmi; il suo è un salto nel buio, è togliersi di bocca il pane di domani. Lo fa perchè confida in Dio e perchè vuol dare il suo contributo alla gente che vive servendo il tempio. E' insieme un atto di fede, di preghiera e di amore.

Gesù, che ha cacciato dal tempio i mercanti che hanno trasformato la casa di Dio in bottega di ladri, ora chiama i suoi discepoli, e indica ammirato quella povera donna. Dice loro che il gesto di quella donna è un prezioso atto di religione; essa si è veramente incontrata con Dio, non nel tempio, ma nel suo cuore puro e povero, cioè totalmente aperto e disponibile a Dio e agli altri. Richiamando la nostra attenzione su di lei, Gesù invita ad essere così. Questo è vero amore; dare qualcosa di nostro, di essenziale, che nessuno potrà restituirci se non Dio. 

Questa vedova, di cui non conosciamo neppure il nome, è una delle grandi donne della Bibbia, modelli di vera fede e di vero amore. Ci porta a considerare l'autenticità dei nostri gesti genrosi e della nostra ospitalità. 

Davanti agli occhi di Gesù non conta la quantità dell'offerta e il suo valore sostanziale, ma il cuore da cui è sgorgato il dono. Non è l'appartenenza a questo o a quel eto sociale a dividere le persone fra benefattori e poveri. La logica che emerge dalla parola di Dio è che ciascuno ha qualcosa da offrire e i beati sono i poveri in spirito, coloro che riconoscono che nulla possono dal Signore.

 

 

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LA CONTABILTA' DIVERSA DEL REGNO DI DIO

                MARCO 12, 38 - 44

ELEMOSINA;

L a pratica di dare elemosia era molto importante per i giudei. Era considerata una * buona opera *, poichè la legge dell'Antico Testamento diceva; * poichè i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comando e ti dico; Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese ( Dt 15, 11 ). 

Le elemosine, poste nel tesoro del tempio, sia per il culto, sia per la manutenzione del tempio considerate come un'azione a Dio gradita. Dare l'elemosina era una forma di condivisione con gli altri, un modo di riconoscere che tutti i beni e i doni appartengono a Dio e che noi siamo solo amministratori di questi doni, in modo che ci sia vita in abbondanza per tutti.

Fu a partire dall'Esodo che il popolo di Israele apprese l'importanza dell'elemosina, della condivisione. La camminata di quaranta anni lungo il deserto fu necessaria per superare il progetto di accumulazione che veniva dal Faraone d'Egito e che era ben presente nella testa della gente. E' facile uscire dal paese del Faraone. E' difficile liberarsi dalla mentalità del Faraone. L'ideologia dei grandi è falsa ed ingannatrice. E' stato necessario sperimentare la fame nel deserto per imparare che i beni necessari alla vita sono per tutti. E' questo l'insegnamento della manna; Colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava. 

Ma la tendenza all'accumulo era continua e molto forte. E rinasce sempre nel cuore umano. Prprio in questa tendenza si formarono i grandi imperi della storia dell'umanità. Il desiderio di possedere e di accumulare sta proprio nel cuore dell'ideologia di questi imperi o regni umani. 

Gesù mostra la conversione necessaria per entrare nel regno di Dio. Dice al giovane ricco; và, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri. Questa stessa esigenza è ripetuta negli altri vangeli; vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. E aggiunge una ragione a questa esigenza; perchè dove è il vostro tesoro là sarà anche il vostro cuore. 

CONDIVISIONE;

La pratica della condivisione, dell'elemosina e della solidarietà è una delle caratteristiche che lo Spirito di Gesù, comunicatoci a Pentecoste ( At 2, 1.13 ), vuole realizzare nelle comunità. Il risultato dell'effusione dello Spirito è proprio questo; Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perchè quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli. Queste elemosine ricevute dagli apostoli non erano accumulate, perchè * poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

L'entrata dei ricchi nella comunità cristiana, da un lato ha reso possibile l'espansione del cristianesimo, offrendo migliori condizioni al movimento missionario. Ma dall'altra l'accumulazione dei beni bloccava il movimento di solidarietà e della condivissione provocato dalla forza dello Spirito a Pentecoste. 

Per imparare il cammino del Regno, tutti noi abbiamo bisogno di diventare alunni di quella vedova povera, che condivise tutto ciò che aveva, il necessario per vivire ( Mc 12, 41 - 44 )

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IN DIO SIAMO TUTTI NELLA COMUNIONE DEI SANTI

IN  PREGHIERA  E  IN  COMUNIONE  CON  I  FRATELLI  VIVI E  DEFUNTI 

Un pezzo della nostra vita se ne va ogni volta che un amico caro, un parente, un genitore muore; al di là della sofferenza momentanea della loro perdita, con il passare del tempo sappiamo che nulla cambia. Il vuoto da loro lasciato rimane, niente può restituiirci la loro presenza fisica, il loro sguardo d'amore, la loro tenerezza. Così i nostri interrogativi sulla morte rimangono dramatici; soprattutto nel caso di morti prematuri, ingiusti, sofferenti. La vita e la morte si incontrano con l'inevitabile passare dei giorni.

UN  MISTERO  ILLUMINATO  DALLA  PAROLA  DI  DIO

Tuttavia di fronte a queste drammatiche osservazioni noi sappiamo che nè consolazione umana nè parole di circostanza sono sufficienti; unicamente la Parola di Dio può aprirci uno spiraglio, pur senza risolvere emotivamente il problema. 

Noi cristiani sappiamo che Cristo è risuscitato dai morti e non muore piò, quindi la morte non è l'esito finale della nostra esistenza, bensì soltanto un passaggio, tanto che Paolo esclama; Dov'è o morte la tua vittoria ?. Gesù è passato da questo mondo al Padre e ha aperto lo stesso passaggio a tutti noi dando accesso alla vita divina * vita eterna *.

Certo non sono cancellati gli aspetti misteriosi della morte nè la sofferenza e il distacco che essa comporta, ma almeno siamo certi che esiste una vita, un incontro, una speranza per noi e per i nostri cari. 

LA  VERA NASCITA  DELL'UOMO

Secondo la parola della Scrittura, per il cristiano la morte è una nuova nascita; come il feto, attraverso una crisi terribile, viene espulso dal grembo materno nel mondo, così l'uomo attraverso il dramma della morte viene espulso dal grembo terrestre per un mondo nuovo più vasto e misterioso che è il mondo di Dio. Esso non ha luogo nè dimensione ; per questo spaventa, incute timore. Ma è il mondo di Dio è dunque della pienezza di vita, dove anche il nostro corpo troverà rifugio e non sarà più sentito nella sua dimensione corrutibile, come limite ai rapporti con gli altri e con Dio. Come diciamo nel prefazio * la vita non è tolta, ma trasformata *. Non morire per l'uomo sarebbe come per la spiga non giungere mai alla maturazione, non poter essere falciata per essere frumento di Dio.

Nella morte cadono tutti i limiti della nostra condizione terrena per essere liberi definitivamente nella totalità della nostra esperienza , portando con noi la nostra storia che ritroveremo in Dio.

La morte dunque non è per noi * la fine * , ma * il fine * con cui raggiungiamo la nostra meta; la vita nella sua pienezza. Per questo dobbiamo distaccarci dal mondo creato. Esiste in noi una vita non solo biologico, ma personale che va oltre i limiti di questa esistenza e deve giungere alla sua pienezza. 

CELEBRIAMO  LA  VITA  IN  DIO

E' in tal modo che Dio porta a compimento il progetto di vita e di beatitudine che ha su di noi, facendoci partecipare alla pienezza della sua divinità per partecipare alla dimensione incantevole del suo amore; essa è dono di Dio, di cui non siamo noi a disporre nè al momento nè il modo. 

Dio porta compimento ciò che nella nostra storia noi stessi siamo riusciti a realizzare solo parzialmente aprendoci all'amore verso gli altri; nulla è stato costruito inavno, nessun gesto d'amore è andato perduto. Era provvisorio, diventa definitivo ( cfr il vangelo della parabola del re che chiama in giudizio e divide le vite riuscite da quelle fallite in base un criterio d'amore ). Ma Dio non ha scarti nè pattumiere nel suo progetto. Egli recupera tutti nel suo amore. 

Così la morte ci svela il senso della vita in cui tutto è provvisorio e nulla vissuto pienamente , mentre nello stesso tempo ci apre al ricupero di tutto ciò che era nella nostra vita per integrarlo nella dimensione infinita di Dio.

 

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CHIAMATA ALLA SANTITA'

CHIAMATI  ALLA  PIENEZZA  DELLA  VITA

Guardare la nostra vita e accorgersi che è imperfetta, mal riuscita è esperienza di tutti, se abbiamo un minimo di coscienza autocritica.. Ma che cosa rende la nostra vita riuscita?? Da che cosa possiamo dedurre che siamo migliori di quello che pensiamo ?? Dobbiamo rassegnarci ai nostri difetti, ai vuoti della nostra esistenza, ai fallimenti quotidiani oppure possiamo sperare in qualcosa di meglio per noi ?? 

CHIAMATI DA DIO ALLA PIENEZZA

Il nocciolo del messaggio cristiano sta proprio nell'annuncio; la nostra vita e la nostra riuscita dipendono da Dio. In molte religioni invece, occorre un lungo itinerario di ascesi e di meditazione per raggiungere la pace e la pienezza. In molte filosofie di vita, occorre uno sforzo di perfezione etica che l'uomo deve imporsi di compiere e che basta un'inezia a volte per interrompere.. In molte religioni si predica la rassegnazione di fronte alle brutture della vita, l'uomo deve rassegnarsi, poi un giorno verrà la consolazione e il premio.

Nella religione di Israele, fondata sulla allenza con Jahvè, il santo, davanti a cui l'uomo non può che provare timore e rispetto, era Dio a comunicare la santità al popolo e a esigere dal popolo la santità e la perfezione. Tuttavia gli unici mezzi a disposizione erano l'osservanza della legge e le pratiche di purificazione che spesso erano soltanto esteriori. Con la predicazione profetica si raggiunse la convinzione che la santità e la riuscita della vita sarebbero state donate da Dio.

Cosi, quando venne Gesù Cristo, egli portò con sè lo Spirito di Dio, spirito di santità, e lo comunicò con la sua morte in croce agli uomini redenti, cioè santificati. E nel suo agire e nel suo parlare manifestò che la santità è pienezza di vita; infatti guarì i malati, perdonò i peccatori, li amò sino alla fine.

Gesù, il Signore, il Santo, chiamò a nome di Dio tutti gli uomini alla santità perchè potessero partecipare pienamente alla vita, e alla vita eterna che è la vita stessa di Dio. E siccome Dio è santo, la pienezza di vita è santità donata da Dio, comunicata dallo Spirito di Dio, trasmessa dalla morte e risurrezione di Cristo.

CHI SONO I SANTI ?? 

Siamo tutti noi, che Paolo chiama * santi di Dio *, perchè nel Battesimo e nella Cresima siamo stati innestati in Cristo e abbiamo in noi lo Spirito dei figli di Dio. Certo la nostra santità è vocazione, non realtà vissuta pienamente, per ora; però siamo santi; abbiamo cioè le qualità, i doni, la possibilità di vivere pienamente la nostra comunione con Dio il Padre, attraverso Gesù Cristo, nello Spirito Santo. 

Quando Gesù, nel discorso della montagna, annuncia le beatitudine, annuncia il dono gratuito di Dio a tutti, specialmente a chi non ha nulla su cui contare ( poveri, afflitti, miti...); è Dio la nostra beatitudine e la nostra santità. Grazie a lui, la nostra vita può considerarsi riuscita, anche quando siamo nella sofferenza o nella povertà. 

La comunità cristiana, in tutte le epoche e anche oggi, riconosce in qualcuno una santità che può diventare modello per gli altri; nella disponibilità ad amare Dio e nella dedizione ai poveri, ai sofferenti. Madri di famiglia, persone consacrate a Dio, uomini e giovani.. Quando la Chiesa dichiara uno beato o santo, lo fa per indicare il suo esmpio e per affiancarlo a tutti coloro che camminano nella stessa direzione. Sono i santi ufficiali la cui vita è confermata dalla testimonianza concorde di chi li ha conosciuti e di chi ha usufruito della loro luce, con un miracolo, ed esempio.

CAMMINARE  NELLA  SANTITA'

Come rispondere dunque alla chiamata di Dio alla santità ?? Innanzitutto, lasciandoci riempire dallo Spirito Santo attraverso la preghiera e i sacramenti; poichè è attraverso di essi che Cristo morto è risorto agisce oggi nella nostra vita per santificarci.

Quindi rispondendo all'iniziativa di Dio, vivendo i sacramenti ogni giorno partecipiamo all'Eucaristia e condividiamo la nostra vita con i poveri e i sofferenti, diventiamo operatori di pace e misericordiosi; ci apriamo a Dio nel vivere da puri di cuore e nei momenti in cui siamo perseguitati per causa della giustizia. 

La nostra santità quotidiana ci condurrà a vivere bene, nella gioia e nella pace della coscienza, perchè sappiamo che nonostante tutto Dio ci salverà; se mancherà qualcosa alla nostra perfezione, sarà lui a donarcela per renderci pienamente conformi all'immagine del Figlio suo, santi come lui è Santo. Sarà un dono d'amore che porrà il sigillo definitivo alla nostra vita.

 

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IL CAMMINO DELLA FEDE

SIAMO TUTTI CIECHI; ( Marco 10, 46-52 )

Il cieco che rappresenta l'uomo sulla via della fede, non vede Gesù; intuisce soltanto la presenza del Signore negli avvenimeti, ma esprime già la sua fede rimettendosi alla iniziativa salvifica di Dio. Questa apertura a Dio è subito contestata dal mondo che lo circonda ed è necessario tutto il coraggioper mantenere il proposito di apertura all'uomo-Dio. 

Il candidato alla fede si sente cosi oggetto della attenzione di alcuni che gli rivelano la chiamata di Dio, lo incoraggiano e lo invitano a convertirsi ( alzarsi o risuscitare, e spogliarsi del vecchio uomo ) Allora si intreccia il dialogo finale ; Che vuoi ??. Si tratta dell'impegno definitivo, presentato sotto forma di domanda e di risposta, per mettere bene in risalto la libertà totale delle due parti che contraggono l'alleanza. 

Infine, la vista è restituita al cieco come una visione della fede che lo impegna immediatamente a * seguire * Cristo per la strada

IL CAMMINO DELLA FEDE NON E' FACILE;

Seguire la chiamata di Dio ha sempre voluto dire lasciare qualcosa dietro di sè, andare verso l'ignoto ( Abramo ), rinnegare la logica della carne e delle sicurezze umane per affidarsi totalmente al Dio delle promesse .

Questo diventa più difficile oggi. Se nel passato la fede poteva costituire una spiegazione o una interpretazione dell'universo, un luogo di sicurezza di fronte alle assurdità della storia e al mistero del mondo, oggi non è così. I movimenti di idee, il progresso tecnologico, la espanzione dei consumi, la mobilità migratoria e turistica, l'urbanizzazione crescente e caotica con le conseguenti enormi difficoltà di integrazione comunitaria, l'aggressione della pubblicità, l'instabilità politica, economica e sociale, con tutti i problemi connessi, concorrono ad acuire la lacerazione interiore, ancor più sensibile negli uomini di cultura. In questo quadro la carenza di una fede cosciente e robusta, favorisce il dissolversi della religiosità, sino ad una rottura totale con la pratica religiosa.

NON C'E' PIU' POSTO PER UNA FEDE ANONIMA;

In un mondo come il nostro non c'è più per una fede anonima, formalistica, ereditaria. E necessario una fede fondata sull'approfondimento della parola di Dio, sulla scelta e sulle convinzioni personali. Una fede consapevolmente abbracciata e non passivamente ricevuta  in eredità

Tutto questo comporta un nuovo modo di affrontare il problema della iniziazione cristiana, un nuovo modo di considerare l'evangelizzazione e la sacramentalizzazione.

Un immenso campo di azione si apre alla pastorale in genere e a quella catechistica in particolare. Il cristiano dovrà percorrere o ripercorrere, se si tratta di un adulto, non tanto un cammino fatto di tappe e di gesti sacramentali, quanto piuttosto un itinerario di fede, un catecumenato restaurato, senza del quale non hanno senso nè efficacia i gesti sacramentali donati a scadenze fisse. 

 

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VOI NON SAPETE QUELLO CHE CHIEDETE

I CAPI DEVONO SERVIRE ( Mc 10,35-45 )

CONCEDICI DI SEDERE, NELLA TUA GLORIA; Pur prendendo delle precauzioni nella richiesta, è chiaro che hanno delle ambizioni notevoli. Secondo la tradizione, essi erano forse cugini di Gesù, e quindi-secondo le legge orientale- avevano un diritto particolare, come membri della famiglia. Comunque sia si vede che non hanno capito nulla di quello che Gesù stava per fare. Si avviava all'ignominia della croce, e loro non l'avevano ancora capito. Il vero potere di Gesù non consiste nel distribuire i posti d'onore, ma di far partecipare al suo destino tragico; potete bere il calice che io bevo ??

IL CALICE ANCHE VOI LO BERRETE;

Il dialogo sulla coppa e il battesimo è in evidente parallelo. Ma non si capisce come i due possano bere il calice ed essere battezzati, se non pensando al martirio che hanno subito in seguito. Attraverso le due immagini Gesù sembra dunque evocare la sua morte violenta, che egli presagisce come un obbligo assoluto di fedeltà verso il Padre. La risposta alla loro richiesta di sedersi accanto a lui è molto evasiva; ma si capisce che vuole mostrare che non è quello il modo per ottenerlo.

GLI ALTRI DIECI COMINCIARONO A INDIGNARSI;

Chiaramente anche essi condividono la stessa ambizione. Ma questo versetto sembra solo redazionale, per collegare i due episodi che forse non erano all'origine dipendenti. Si cambia completamente argomento. Ma il fatto che si ricordi lo sdegno, è probabilmente fondato in qualche episodio; perchè non fanno bella figura i discepoli e per questo deve essere proprio autentico. 

I GOVERNANTI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE.. TRA VOI PERO' NON E' COSI;

Si riferisce ai dirigenti politici del suo tempo; in fondo è anche lo stile di tutti i tempi. Per contarsto la comunità dei discepoli deve essere dominata dal servizio; questo è espresso con due termini che indicano gradualità. Si parla di * servo * e di * schiavo *. Non si può scegliere chi servire; si deve essere schiavi di tutti, rovesciando lo schema mondano.

IL FIGLIO DELL'UOMO E' VEUTO PER SERVIRE;

Troviamo il fondamento della legge costituzionale della comunità; seguendo lo stile del Maestro, donando come lui la vita in spirito di servizio. Di più, diventando * signori * attraverso il dono della vita e non per pretesa. Il riscatto o redenzione è difficile da interpretare. Gesù si priva della libertà, per donare libertà, per riscattare dalla non libertà. 

Lo statuto della comunità dei discepoli è così caratterizzato dal servizio, dalla nonambizione, dalla vita donata e vincolata al riscatto degli altri.

 

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VENDI QUELLO CHE HAI, POI VIENI E SEGUIMI !!!!!!!!

RICCHEZZA  E  DISPONIBILITA' ( Marco 10,17-30 ) 

VENDI QUELLO CHE HAI....., per acquistare la perla preziosa, il tesoro unico, per seguire Gesù, bisogna vendere tutto. Non si può, infatti, servire a due padroni, e il denaro è un padrone esigente; soffoca nell'avaro la parola del Vangelo, fa dimenticare l'essenziale, la sovranita di Dio, blocca sulla via della perfezion. Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. 

DISPONIBILITA' E DISTACCO

Il denaro ( la ricchezza ) non è cattivo; lo diviene quando l'uomo fonda in esso la sua ricchezza ultima e ne fa suo dio, pronunciando a suo riguardo l'*amen *, che è dovuto solo a Dio; in sè è realtà buona che serve a tutti.

Certo può essere simbolo di molte * iniquità * e ricordare le terribili ingiustizie, a prezzo delle quali è stato acquistato; ma è soprattutto simbolo del lavoro umano che viene da esso retribuito e delle speranze umane che può realizzare. Legato al progresso personale e collettivo dell'uomo, è da un certo punto di vista il simbolo attuale ed efficace degli sforzi passati e delle speranze future. E * l'avere *, acquistato per poter * essere *. 

Il denaro è anche il mezzo per fare del bene. In esso c'è il pane che bisogna dare agli affamati, l'acqua che bisogna dare agli assetati; può essere il simblo della carità, quando questa usa per esercitarsi concretamente in favore degli uomini. 

COMPROMETTERSI  E'  CONDIVIDERE 

In realtà la poverta proposta anche al ricco non è * non avere nulla *, ma di compromettersi con i poveri, specialmente con quelli che mancano della capacità di organizzarsi, di difendersi, di liberarsi.

Compromettersi cristianamente è condividere le proprie ricchezze come Francesco d'Assisi. Seguire Cristo significa incontrare i poveri sulla propria strada. L'aver dato da mangiare all'affamato, vestito l'ignudo, visitato il malato o il carcerato, sarà titolo determinate al momento del giudizio definitivo. Con esempi tratti dal suo ambiente, Gesù ha voluto far capire che solo chi sente la fame, la nudità, la ristrettezza, il bisogno, l'abbandono sofferto dagli altri e fa di tutto perchè ne siano liberati, è l'uomo del Regno.

Ma decidersi per i poveri non basta. Gesù chiede di più, e cioè, che ciscuno di noi si faccia volontariamente * povero *. E' programma di vita proposto da lui e che i suoi seguaci dovranno vivere nello spirito delle beatitudini. 

 

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L'UOMO NON DIVIDA QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO

NESSUNO SEPARI CIO' CHE DIO HA UNITO ( Mc 10,2-16 )

L'occasione di questo insegnamento nasce da una disputa provocata dai farisei, seccati dal fatto che Gesù si crede più grande di Mosè, e in alcuni casi osa superare la legge. Essi domandano a Gesù se è lecito ad un marito ripudiare la propria moglie, dal momento che Mosè stesso lo permise. Gesù risponde netto; Mosè vi ha dato questo permesso perchè avete il cuore duro, di pietra. Ma all'inizio, quando Dio creò l'uomo e la donna, non era cosi. Gesù rimanda quindi i farisei a rileggersi le prime pagine della Bibbia. * L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una carne sola *. Gesù conclude con una frase che rimarrà per sempre una legge della sua Chiesa; L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto. 

Abolendo un permesso concesso da Mosè, Gesù con la sua autorità divina riporta il matrimonio alla sua purezza antica. Non dà una legge più severa, ma restituisce al matrimonio tutta la sua dignità. Esso non è un contratto di compra-vendita che si può anche stracciare. Una persona, che ha la dignità altissima di figlio di Dio, si dona a un'altra persona. Questo dono totale è consacrarsi l'uno all'altro sotto gli occhi di Dio. Il matrimonio esige quindi indissolubilità e fedeltà. 

FEDELTA' PER SEMPRE

Quando i due si amano compongono il nome di Dio, e dunque nella divisione e nella lontanaza si perde Dio. L'amore fra uomo e donna ci porta all'amore di Dio, di cui è simbolo e testimonianza evidente. E' nell'amore che l'uomo realizza l'immagine di Dio, e se vive nell'amore attesta questa somiglianza impressa dal Creatore fin dall'inizio. Il matrimonio dunque inserisce i due sposi sulla scia dell'amore di Dio, rendendoli capaci di amare come Dio ha amato, fino al dono di sè, fino all'abbandono totale nell'altro, fino a soffrire per amore dell'altro. 

L'amore di Dio è un amore che si è consumato nel mondo, si è offerto , si è abbassato. Tutto questo va detto perchè non si può parlare di fedeltà matrimoniale se non in Dio e nel suo atteggiamento verso il popolo infedele. L'indissobilità del matrimonio non è il risultato di un'operazione compiuta con successo dai due sposi, nè va attribuita ai loro meriti; è un dono che rende responsabili i due sposi. E' molto bella l'immagine del profeta Osea, di Dio che cerca il popolo nel fidanzamento e, tradito, lo riprende accanto a sè donandogli un cuore fedele per sempre. Allora lo sposo cristiano è capace di non accettare una rottura come irreparabile, ma di cercare l'altro e riprenderlo accanto a sè ad immagine dell'amore fedele di Dio per il suo popolo. * Ti ho amato di amore eterno e per questo ti conservo ancora fedeltà. 

SE AMIAMO GLI UNI GLI ALTRI DIO RIMANE IN NOI

In tempi di crisi per la famiglia è parola profetica l'annuncio cristiano della possibilità che l'amore coniugale si fondi sulla fedeltà, sul sacramento indissolubile del matrimonio, sul dono reciproco. Portare al mondo queste parole di Gesù richiese non poco coraggio fin dall'inizio. Oggi la chiesa assume con urgenza il compito di annunciare il senso dell'amore fra uomo e donna, facendosi promotrice di politiche attente al problemi delle famiglie, capaci di rispondere ai loro bisogni. Non sono solo i dati statistici sull'aumento dei divorzi a sollecitare la Chiesa ma anche l'analisi delle modificazioni subite dalle famiglie in questi anni, i mutamenti relativi all'educazione dei figli, l'abdicazione di molti dal ruolo di genitori, la sofferenza dei figli di separati, la convivenza. Più che di condanne morali, la famiglia ha oggi bisogno di un nuovo annuncio.

Se il matrimonio è sacramento dell'amore di Dio, allora la fedeltà degli sposi è una rivelazione del suo amore. Il Dio fedele al popolo, nell'amore senza misura, sia l'icona che guida gli sposi indifficoltà, e a quell'immagine guardino i i fidanzati che si preparano alla vita insieme.

 

 

 

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CHI NON E' CONTRO DI NOI E' PER NOI

NESSUNO HA IL MONOPOLIO DI CRISTO ( Marco 9,38-43.45.47-48 )

Gesù invita al rispetto e alla fiduciosa attesa, e invita a scorgere in coloro * che non sono dei nostri *, non un potenziale nemico o un concorrente, ma una sintonia interiore che può avere lo sbocco positivo di un * compagno di fede *. Anche Gesù, come si vede, mette bene in guardia i suoi discepoli dalla tentazione di voler avere il * monopolio * dei doni del Signore.

DIO E' LIBERO

La perenne tentazione del credente è quella di sequestrare Dio, di monopolizzarlo per sè, a proprio uso e consumo, di rinchiuderlo nelle proprie certezze teologiche, di esurirlo nelle proprie istituzioni ecclesiastiche, dimenticando che egli non si lega mai le mani, che la sua azione salvifica non si esurisce entro i confini visibili della sua Chiesa, e che la sua grazia scorre e arriva fino a noi anche per tanti altri canali che non sono i segni sacramentali tradizionali. 

Questa tentazione diventa più forte nel confronto delle istituzioni ecclesiastiche, nelle quali si * cristalizza *, in qualche modo, la libera iniziativa di Dio, nel senso che esse si presentano in termini oggettivi ed individuabili come l'eco fedele dell'ordine che Dio intende promuovere e dei mezzi per giungervi. Tuttavia anche quese istituzioni sono soggette le minacciate da un processo di degradazione che può sfigurarne il volto e la missione. 

LA MISSIONE DI GESU'; ACCOGLIE E DIFENDE LA VITA DEI PICCOLI

Chi dà un bicchiere d'acqua ad uno dei piccoli non perderà la sua ricompensa. Gesù insiste tanto nell'accoglienza da dare ai piccoli, è perchè molti piccoli non eranno accolti ! Infatti, donne, bambini non contavano, eranno disprezzati e costretti al silenzio. Perfino gli apostoli impedivano che si avvicinassero a Gesù. In nome della legge di Dio, mal interpretata dalle autorità religiose, molte persone buone erano escluse, Invece di accogliere gli esclusi, la legge era usata per legittimare l'esclusione. 

Nei vangeli, l'espressione * piccoli * a volte indica * i bambini * altre volte indica i settori esclusi della società. Non è facile discernere. A volte ciò che è piccolo nel vangelo, vuol dire * bambini * perchè bambini appartenevano alla categoria dei * piccoli *, degli esclusi. Inoltre, non è sempre facile discernere tra ciò che viene dal tempo di Gesù e ciò che viene dal tempo delle comunità per le quali sono stati scritti i vangeli. Ma comunque, ciò che è chiaro è il contesto di esclusione vigente a quell'epoca, e l'immagine che le prime comunità avevano di Gesù; Gesù si mette dalla parte dei piccoli, e ne assume la difesa. Colpisce quando si vede tutto ciò che Gesù fa in difesa della vita dei bambini, dei piccoli.

Una delle parole più dure di Gesù è contro coloro che causano scandalo ai piccoli, ciòè, che con il loro atteggiamento tolgono ai bambini la fede in Dio. Per costoro sarebbe meglio mettersi una pietra al collo ed essere gettati nel profondo del mare. 

Quando i bambini si avvicinano a Gesù per chiedere la sua benedizione, gli apostoli si infastidiscono e vogliono allontanarli. Secondo le norme dell'epoca, sia le madri che i bambini piccoli, vivevano tutti praticamente in un permanente stato di impurità legale. Toccare vuol dire contrarre impurità. Ma Gesù corregge i discepoli, ed accoglie le madri e i bambini.E li abbraccia. Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite.  Gesù abbraccia i bambini e si identifica con loro. Chi riceve un bambino, riceve me. E tutto ciò che farete a uno di questi piccoli, lo farete a me.  Gesù chiede che i discepoli diventino come bambini ed accettino il Regno come bambini, altrimenti non è possibile entrare nel Regno. 

 

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SE UNO VUOLE ESSERE IL PRIMO, SIA L'ULTIMO DI TUTTI

RICERCA DEI PRIMI POSTI ( Marco 9,30-37 )

La parola che Gesù rivolge agli apostoli; * se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti * è una contestazione ad una concezione del regno basata sul potere, sugli onori, sui primi posti. Ma la contestazione più radicale è la sua stessa vita. Gesù fa sua la missione del Servo, Mite ed umile di Cuore; egli annuncia la salvezza ai poveri, è in mezzo ai suoi discepoli * come colui che serve *, pur essendo loro * Signore e Maestro *, e giunge fino al colmo delle esigenze dell'amore che ispira questo servizio, dando la sua vita per la redenzione dei peccatori.

La parola e l'esempio di Gesù risolvono il problema delle precedenze in clima cristiano. Gesù rifiuta categoricamente ogni ambizione di dominio sia per sè che per la Chiesa. L'unica autorità della Chiesa ed in seno ad essa è quella dell'ultimo posto, dell'umile servizio. 

LA VERA AUTORITA' E' PER IL BENE COMUNE 

  Autorità èuna delle realtà fra le più ambigue, fra le più contestate del nostro temposia a livello civile che ecclesiale. C'è chi la esercita per ambizione, per volontà di dominio, per ricerca di gloria; e chi la ritiene un servizio per il bene comune. 

Accolta ed esercitata con le intenzioni e con i propositi di cui parla Cristo, l'autorità appare per quello che è nel piano di Dio; un sevizio. Servizio del bene comune di cui chi è a capo è costituito responsabile; servizio degli uomini che chi è in autorità serve, badando che ognuno contribuisca al bene di tutti. 

Se l'autorità è essercitata secondo la verità, che la giustifica umanamente agli occhi degli uomini, dovremmo considerare colui che la esercita come uno a cui si addice la parola del Signore; * E a me che l'avete fatto * e considerare la sua fatica come una fatica cristiana e pasquale.

L'AUTORITA' CONTESTATA

Tutto questo vale in primo luogo per la Chiesa, che è * diakonia * , vale a dire, comunità di servizio.. Come Gesù Cristo è servo perchè salvatore, cosi la Chiesa è serva perchè sacramento di salvezza. Essa non può vivere avendo per fine la propria grandezza, ma esiste solo come servizio per la comunione di Dio con l'umanità. Un servizio di unità, di carità, di verità al mondo intero. 

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