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Preghiamo insieme
31.10.2020 22:38Suona allarme della coscienza
12.10.2020 22:14ABBANDONARE IL MALE
28.09.2020 15:44SMETTI DI ODIARE
21.09.2020 22:10Grazie
11.07.2020 16:42Ombre del superbo
04.07.2020 22:42Essere un gigante
26.06.2020 22:24Sei un cristiano ???
21.06.2020 22:51Chiedi a Gesù la docilità...
21.06.2020 22:47Blog
ACCOGLIAMO LA LUCE CHE VIENE DALL'ALTO
01.02.2016 16:45LA VERA LUCE
Noi tutti celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell'incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Acresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l'abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell'anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.
La luce viene nel mondo e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall'alto e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno.
La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo è venuta. Tutti dunque, siamo illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostinì a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell'animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall'antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu scilto dai legami della vita presente.
Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele.
ALLA GENTE DI NAZARET GESU' NON PIACE, E LO CACCIA VIA
29.01.2016 22:11GESU' GIUNGE A NAZARET E PARTECIPA ALLA RIUNIONE DELLA COMUNITA' ( Lc 4,21-30 )
Animato dallo Spirito Santo, Gesù va verso la Galilea e inizia ad annunciare la Buona Novella del regno di Dio. Andando nei villaggi e insegnando nelle sinagoghe, giunge a Nazaret. Ritorna nella comunità dove, da piccolo, aveva partecipato per trent'anni a riunioni settimanali. Il sabato dopo il suo arrivo, secondo l'usanza, Gesù si reca nella sinagoga per partecipare alla celebrazione e si alza per leggere.
GESU' LEGGE UN PASSAGGIO DEL PROFETA ISAIA
In quel tempo, nelle celebrazioni del sabato, le letture erano due. La prima veniva tratta dalla legge di Dio, dal Pentateuco, ed era fissa. La seconda era tratta da libri storici o profeti, ed era a scelta del lettore. Il lettore poteva scegliere. Gesù scelse il testo di Isaìa che presenta un riassunto della missione del Servo di Dio, e che rispecchia la situazione del popolo di Galilea, al tempo di Gesù. In nome di Dio, Gesù prende posizione in difesa della vita del suo popolo, assume come sua la missione del Servo di Dio, ed usando le parole di Isaìa, dichiara innanzi a tutti; * Lo Spirito del Signore è su di me; perchè il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di grazia del Signore. Riprendendo l'antica tradizione dei profeti, proclama ° l'anno di grazia del Signore *. Questa ultima espressione era lo stesso che proclamare un anno giubilare. Ossia, Gesù invita il popolo della sua città a ricominciare tutto di nuovo, a rifare la storia, fin dalle radici.
DAVANTI A UN PUBBLICO ATTENTO, GESU' LEGA LA BIBBIA ALLA VITA DELLA GENTE
Terminata la lettura, Gesù restituisce il libro al servo e si siede. Gesù non è ancora coordinatore della comunità, è laico e come tale partecipa alla celebrazione, come tutti gli altri.Era stato assente dalla comunità durante diverse settimane, poi si era unito al movimento di Giovanni Battista e si era fatto battezzare da lui nel Giordano. Inoltre, aveva trascorso più di quaranta gironi nel desrto riflettendo sulla sua missione. Quel sabato, dopo il suo ritorno in comunità, Gesù è invitato a leggere. Tutti sono attenti e curiosi; Cosa dirà ?. Il commento di Gesù è molto breve, anzi brevissimo. Attualizza il testo, lo lega alla vita della gente dicendo; * Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato *.
REAZIONE CONTRADDITORIA DELLA GENTE;
Da parte della gente la reazione è duplice. In primo luogo un atteggiamento attento di ammirazione e di acclamazione. Poi, subìto, una reazione di discredito. Dicono; Non è costui il figlio di Giuseppe?. Perchè rimangono scandalizzati? Perchè Gesù parla di accogliere i poveri, i ciechi, i prigionieri, gli oppressi. Ma loro non accettano la sua proposta. E così, nel momento in cui Gesù presenta il suo progetto; accogliere gli esclusi, lui stesso viene escluso !.
Ma il motivo è anche un altro. E' importante notare i dettagli nelle citazioni che il Vangelo di Luca fa dell'Antico Testamento. Nella seconda di Avvento, nel comentare Luca 3, 4-6, Luca presenta una citazione più lunga di Isaìa per poter mostrare che l'apertura ai pagni era già stata prevista dai profeti. Quì succede qualcosa di simile. Gesù cita il testo di Isaìa fino a dove dice; proclamare l'anno di grazia del Signore, e taglia il resto della frase che dice; * il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti. La gente di Nazaret contesta il fatto che Gesù abbia omesso la frase sulla vendetta. Loro volevano che il giorno dell'avvento del Regno, fosse un giorno di vendetta contro gli oppressori del popolo. Co gli afflitti avrebero visto ristabilitì i loro diritti. Ma in questo caso, l'avvento, la venuta del Regno non avrebbe recato un cambio reale del sistema ingiusto. Gesù non accetta questo modo di pensare, non accetta la vendetta. La sua esperienza di Dio, Padre, aiutava a capire meglio il significato esatto delle prefezie. La sua reazione, contraria a quella della gente di Nazaret, ci mostra che la vecchia immagine di Dio, quale giudice severo e vendicativo, è stata più forte della Buona Notizia di Dio, Padre amoroso che accoglie gli esclusi.
GESU' CRITICA LA REAZIONE DELLA GENTE;
Gesù interpreta la reazione della gente e la considera una forma di invidia: Medico, cura te stesso *. Quanto abbiamo udito che accade a Cafarnao, fallo anche quì, nella tua patria ! Gesù era conosciuto in tutta la Galilea e alla gente di Nazaret non piaceva il fatto che Gesù, figlio di quella terra, facesse cose belle in casa di altri e non nella propria patria. Ma la reazione ha una causa più profonda. Anche se Gesù avesse fatto a Nazaret le stesse cose fatte a Cafarnao, la gente non avrebbe creduto in lui. Loro conoscevano Gesù; Chi è lui per insegnarci ? Non è figlio di Giuseppe ?. Non è lui falegname ? . Ancora oggi, tante volte è così; quando un laico o una laica predicano in chiesa, molti non accettano, escono e dicono; Lui o lei è come noi;non sa nulla !. Non riescono a credere che Dio possa parlare anche mediante le persone più comuni.
ILLUMINAZIONE BIBBLICA DA PARTE DI GESU', CHE CITA ELIA ED ELISEO
Per confermare che la sua missione è veramente quella di accogliere gli esclusi, Gesù si serve di due brani della Bibbia, ben conosciuti, la storia di Elìa e la storia di Elìseo. Ambedue mettono in risalto la chiusura mentale della gente di Nazaret, e ne sono una critica. Al tempo di Elìa c'erano molto vedove in Israele, ma Elìa fu inviato a una vedova straniera di Sarepta. Al tempo di Elìseo c'erano molti lebbrosi in Israele, ma Elìseo fu inviato per occuparsi di uno straniero della siria. Di nuovo, ecco che traspare in tutto questo la preoccupazione di Luca che vuole mostrare come l'apertura verso i pagani venga da Gesù stesso. Gesù ebbe le stesse difficoltà che le comunità avevano al tempo di Luca.
REAZIONE FURIOSA DELLA GENTE CHE VUOLE UCCIDERE GESU'
L'uso di questi due passaggi della Bibbia produce tra la gente ancora più rabbia. La comunità di Nazaret giunge al punto di voler uccidere Gesù. Ma lui mantiene la calma. La rabbia degli altri non riesce a deviarlo dal suo cammino. Luca indica com'è difficile superare la mentalità del privilegio e della chiusura agli altri. Oggi succede la stessa cosa. Molti di noi cattolici cresciamo nella mentalità che ci spinge a credere di essere migliori degli altri e che gli altri, per potersi salvare, devono essere come noi. Gesù non pensava così.
GESU' NELLA CASA DI PREGHIERA ..!!!
21.01.2016 22:26L'INIZIO DELLA SUA MISSIONE; ( Lc 1,1-4; 4, 14-21 )
E' sabato, e tutti i suoi compaesani sono nella sinagoga per ascoltare la parola di Dio. Siccome la fama di Gesù come predicatore si è già diffusa, viene invitato a leggere un brano della Bibbia e a comentarla. Gesù prende il rotolo che contiene i canti del profeta Isaìa e legge il c. 61. I suoi gesti sono lenti e maestosi, come si usa nella sinagoga per manifestare il rispetto verso la parola di Dio. Isaìa 61 fa parlare l'inviato di Dio, il Messia. Egli presenta la propria missione promettendo il capovolgimento della realtà, l'inizio di un tempo nuovo, di libertà e pace.
Ora, la legge di Mosè prevedeva che almeno ogni cinquant'anni la nazione ebraica celebrasse l'anno giubilare. In esso doveva avvenire la liberazione degli schiavi, il condono dei debiti, la restituzione delle terre alle famiglie che le avevano vendute per vincere momentaneamente la miseria. I padroni dovevano quindi, almeno una volta ogni 50 anni, ricordarsi che ogni uomo era stato creato a immagine di Dio, e meritava rispetto anche se era meno favorito in salute, in capacità, in beni econominci. Ma quella legge di Mosè rimase sempre scritta e mai messa in pratica. Gli interessi dei ricchi e dei potenti fecero sì che rimanesse lettera morta. Si finì per rimandare l'anno giubilare, l'anno della liberazione ai tempi del Messia. Egli sarebbe riuscito nell'impresa perchè avrebbe trasformato i cuori induriti dall'egoismo e dalla cattiveria.
Nel c. 61, che Gesù scelse di leggere nella sinagoga di Nazaret, il profeta Isaìa metteva in bocca al Messia proprio l'annuncio di quell'anno * giubilare * di salvezza. Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, per proclamare ai prigionieri la libertà e predicare un anno di grazia del Signore. A questo punto Gesù smise di leggere, arrotolò il volume e disse ai suoi ascoltatori; Oggi è compiuta questa Scrittura. Lo Spirito che lo vivifica, dal suo battesimo, fa sì che Gesù si proclami il Messia. In lui si adempiono le promesse dell'Antico Testamento.
UNA PAROLA CHE TRASFORMA LA STORIA
Gesù comincia così la sua missione di inviato di Dio, di Messia. Non è venuto a far guerre per liberare il popolo ebreo dai Romani, ma a trasformare i cuori induriti dall'egoismo e dalla cattiveria, annunciando la venuta di un nuovo Regno.
Da quel momento è cominciata la rivoluzione cristiana. In un mondo pieno di male, di egoismo, comincia a diffondersi nel silenzio, e continuerà per 2000 anni, la rivoluzione portata da Gesù; rivoluzione dell'amore e del perdono.
I cristiani operano nel mondo come il lievito nella pasta che fa crescere, come la luce che illumina le tenebre. Non tutto è evidente, ma certamente coloro che nel mondo vivono pienamente la vocazione dei battezzati trasformano il tempo e i luoghi della storia.
Lo Spirito, attraverso la Parola, muove quanti si radunano ogni domenica per l'Eucaristia. La celebrazione della parola di Dio fa sì che i credenti possano partecipare al mistero del suo amore, facendosi capaci di gesti di fraternità verso i più bisognosi. La Chiesa dunque vive oggi l'attualità salvifica della parola di Gesù e nella comunione raduna le genti intorno al suo messaggio di salvezza.
NON E' GIUNTA LA MIA ORA
15.01.2016 22:13IL PRIMO MIRACOLO DI GESU' ; ( Giovanni 2,1-11 )
La festa di nozze;
Nell'Antico testamento, la festa delle nozze era un simbolo dell'amore di Dio verso il suo popolo. Era ciò che tutti si aspettavano nel futuro. E proprio in una festa di nozze, attorno a una famiglia e a una comunità, Gesù compie il suoprimo segno. La madre di Gesù si trovava alla festa. Gesù e i suoi discepoli erano invitati. Cioè, la Madre di Gesù fa parte della festa. Simbolizza l'Antico Testamento. Anche Gesù è presente, ma in veste di invitato. Lui non fa parte dell'Antico testamento. Insieme ai suoi discepoli lui è il Nuovo Testamento che sta arrivando. La Madre di Gesù aiuterà il passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento.
GESU' E SUA MADRE DAVANTI ALLA MANCANZA DI VINO;
Nel bel mezzo della festa, finisce il vino. La Madre di Gesù riconosce i limiti dell'Antico Testamento e prende l'iniziativa, affinchè si manifesti il Nuovo Testamento. Si avvicina a Gesù e constata; Non hanno vino..! Quì appaiono sia la foto che i raggi-X. La foto rappresenta la Madre di Gesù quale persona attenta ai problemi degli altri tanto da rendersi conto che la mancanza di vino rovinerebbe la festa. E non solo lei constata il problema, ma prende anche iniziative efficaci per risolverlo. I raggi-X rivelano la dimenzione più profonda del rapporto tra l'Antico Testamento ( la Madre di Gesù ) e il Nuovo testamento ( Gesù ). La frase; Non hanno vino ! , viene dall'Antico Testamento, e provoca in Gesù l'azione che farà nascere il Nuovo. Gesù dice; Donna, che vuoi da me ?. Ossia, qual è il legame tra l'Antico ed il Nuovo Testamento ? Non è ancora giunta la mia ora !. Maria non capì la risposta come un no, poichè dice ai servi; Qualsiasi cosa vi dica, fatela. E' facendo ciò che Gesù, insegna che si passa dall'Antico al Nuovo! L'ora di Gesù, in cui avverrà il passaggio dall'Antico al Nuovo, è la sua passione, morte e risurrezione. Il mutamento dell'acqua in vino è l'indicazione anticipata del nuovo che nascerà a partire dalla morte e dalla risurrezione di Gesù.
LE GIARE DELLA PURIFICAZIONE SONO VUOTE;
Si tratta di un piccolo dettaglio, molto significativo. Le giare solevano essere sempre piene, soprattutto durante una festa. Quì sono vuote! perchè ? L'osservanza delle leggi della purezza, simbolizzata dalle sei giare, ha esaurito tutte le sue possibilità. L'antica legge è riuscita già a preparare la gente a poter stare in unione di grazia e di giustificazione dinanzi a Dio. Le giare, l'antica alleanza, sono vuote! Non più in grado di generare una vita nuova.
GESU' E I SERVI;
La raccomandazione della Madre di Gesù ai servi è l'ultimo grande ordine dell'Antico Testamento; Qualsiasi cosa vi dica, fatela. L'Antico testamento guarda verso Gesù. D'ora in poi saranno le parole e i gesti di Gesù a marcare la vita. Gesù chiama i servi e ordina loro di versare acqua nelle sei giare vuote. In tutto, oltre seicento litri! Subito ordina di attingere e di portare al mastero di tavola. Questa iniziativa di Gesù accade senza che i padroni della festa intervengano. Nè Gesù, nè la madre, nè i servi erano ovviamente i padroni . Nessuno di loro andò a chiedere il permesso ai padroni. Il rinnovamento passa per persone che non appartengono al centro del potere.
SCOPERTA DEL SEGNO DA PARTE DEL PADRONE DELLA FESTA;
Il maestro di tavola assaggia l'acqua trasformata in vino e dice allo sposo; Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio.. Tu, invece hai tenuto da parte il vino buono finora! Il maestro di tavola. l'Antico Testamento, ricosce pubblicamente che il Nuovo è migliore ! Dove prima c'era l'acqua per i riti della purificazione dei Giudei, ora c'è, vino abbondante per la festa. Era molto vino! Oltre seicento litri, e la festa volgeva quasi al termine ! Qual è il senso di questa abbondanza ? Cosa si fece con il vino avanzato ? Lo stiamo bevendo fino ad oggi.
LA MANIFESTAZIONE DI GESU'
09.01.2016 11:01BATTEZZATI IN SPIRITO E FUOCO ( Lc 3,15-16.21-22 ).
Nel primo quadro del brano evangelico della liturgia odierna Giovanni, con parole di sapore profetico, afferma che c'è uno più forte di lui che sta per venire. Si tratta della risposta del profeta del Giordano all'opinione delle folle che fosse lui il Cristo. Le folle quì ricevono il nome di popolo in attesa, per Luca Israele è considerato un popolo ben disposto o preparato a ricevere la salvezza messianica ( almeno prima della crocifissione ). Le parole di Giovanni attingono alle immagini dell'Antico Testamento e hanno la funzione di esaltare il personaggio misterioso della cui venuta sta annunciando l'imminenza ; ma viene colui che è più forte di m
LA FIGURA DEL PIU' FORTE;
Il Battista inizia a dipingere il ritratto di Cristo con l'aggettivo * forte * che già Isaìa applicava al re-Messia, * forte, potente come Dio * e che nell'Antico Testamento costituiva uno degli attritbuti del Creatore, considerato sovrano dell'universo e della storia; * Il Signore regna, si riveste di maestà; si cinge di forza*. L'espressione * viene uno * echeggia un titolo di sapore messianico che troviamo nel Salmo 118, un canto processionale eseguito durante la festa delle capanne; Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Tale canto viene applicato da Luca a Gesù durante il suo ingresso a Gerusalemme. Anche il famosso annuncio messianico nel libro del profeta Zaccaria riporta lo stesso messaggio * Ecco, Sion, a te viene il tuo re.
IO NON SONO DEGNO DI SLEGARE I LACCI DEI SANDALI;
Un altro tratto con cuì l'evangelista descrive la figura di Cristo è di sapore tipicamente orientale; * sciogliere i lacci dei sandali *. E' il gesto che si addice a uno schiavo. Il Battista dinnanzi al Messia che viene si sente servo, e per di più umile e indegno; io non sono degno di slegare i lacci dei sandali.
Poi presenta il battesimo che il personaggio annunciato compirà; Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Nel Salmo 104,30 lo Spirito di Dio è definito il principio che crea e rigenera l'essere; Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. Invece il fuoco è per eccellenza un simbolo divino; riscalda e incendia, anima e distrugge, è sorgente di calore e di morte.
TU SEI IL fIGLIO MIO;
Nel secondo quadro è contenuto un nuovo profilo o epifania di Cristo. Questa volta è Dio stesso, e non Giovanni, a dipingere il ritratto di Cristo con parole solenni; Tu sei il Figlio mio, l'amato; in te ho posto il mio compiacimento. Questa presentazione e definizione di Cristo è sorretta da una vera e prpria coreografia celeste ( il cielo che si apre.. la discesa dello Spirito come di colomba... la voce dal cielo ) per mostrare la qualità divina delle parole che stanno per essere pronunciate sulla persona di Gesù.
LA COLOMBA;
E'simbolo dello Spirito di Dio che invadeva i profeti, ma che ora viene effuso in pienezza sul Messia come aveva predetto Isaìa; Su di lui si poserà lo spirito del Signore. Il simbolo della colomba sta a indicare che nella venuta di Gesù si realizza la presenza perfetta di Dio che si manifesta nell'effusione del suo Spirito. E' questa pienezza di Spirito santo che consacra Cristo per la sua missione salvifica e per il compito di rivelare agli uomini la parola definitiva del Padre. Sen'altro il segno della colomba indica al lettore del racconto del battesimo che Dio sta per incontarsi con l'uomo. L'intreccio di questo incontro si avvera nella persona di Gesù. Se il Battista aveva presentato Gesù come il Messia- che nell'AT rimane sempre un uomo, anche se perfetto- ora Dio si accinge a definire Gesù come il Figlio * prediletto *. Titolo che indica una presenza di Dio suprema e che supera quella che si sperimentava nel culto o in altri aspetti della vita d'Israel
LA VOCE DIVINA;
E' un altro segno che accompagna la manifestazione di Gesù nelle acque del Giordano. Essa evoca due testi dell'AT. Il primo è un canto messianico che cita alcune parole di Dio rivolte al suo re-Messia; Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Nell'AT sia la figura del re che quella del Messia erano considerate come figli adottivi di Dio; invece, Gesù è il figlio prediletto, sinonimo di unigenito. Il secondo testo che illumina il significato delle parole pronunciate dalla voce del cielo è un passo attinto ai canti del servo del Signore e che la liturgia della parola di questa Domenica ci propone come prima lettura; Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Nella persona di Gesù convergono o si rendono presenti due figure riportate da Isaìa; la speranza del Messia e la figura del Messia sofferente. Non è improprio dire che la scena del battesimo presentata da Luca è una vera catechesi sul mistero della persona di Gesù. Messia, re, servo, profeta, Figlio di Dio.
Inoltre, dalla voce del cielo traspare la qualità trascendente, divina, unica della persona di Gesù. Tale appartenenza di Gesù al mondo di Dio sarà visibile, palpabile, sperimentabile anche nella sua umanità, nella sua presenza in mezzo agli uomini, nel suo peregrinare tra le strade della Palestina.
Quindi la Parola di Dio in questa domenica intende mostrarci con il racconto del battesimo la solenne presentazione di Gesù al mondo. Essa sarà completa solo nella croce e nella risurrezione. Infatti sulla croce vengono riproposti due volti di Cristo, quello umano-salvifico con la morte in croce per la nostra redenzione, quello divino tramite la professione di fede del centurione; Veramente costui è Figlio di Dio. !!. La parola di Dio in questo giorno del Signore ci invita a contemplare e adorare il volto di Cristo che s. Agostino ha così presentato in una sua riflessione; * In quel volto noi riusciamo a intravedere anche i nostri lineamenti, quelli del figlio adottivo che il nostro battesimo rivela.
IL BATTESIMO DI GESU'
08.01.2016 16:50Cristo nel battesimo si fa luce, entriamo anche noinel suo splendore: Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poichè era spirito e carne, santifica nello Spirito e nell'acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
Sono io che devo ricevere da te il battesimo ( cfr, Mt 3, 14 ), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna, a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre susultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva, e che apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
Io devo ricevere il battesimo da te e, aggiungi pure, in nome tuo. Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sè in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sè e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo; si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Puruficatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
E' stato fatto perchè voi diveniate come altrettanti soli, cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio. proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli.
IL CAMMINO DI RICERCA
04.01.2016 15:07Dove'è il Re dei Giudei.......???? ( Mt 2, 1-12 ).
Questo episodio che racconta l'esperienza di ricerca dei Magi, che si muovono dall'Oriente e giungono fino a Betlemme per trovare il Messia, è racchiuso e come abbracciato dentro l'esperienza di fede di Giuseppe, sposo di Maria, padre putativo di Gesù. In Matteo 1, 18-25 vediamo la sua accoglienza nei confronti del Figlio, nato dalla Vergine e allo stesso modo, in Mt 2, 13-23 egli è ancora chiamato ad aprirsi, a far spazio al Signore Gesù, perseguitato, odiato. Con Lui egli fugge in Egitto e lì rimane, poi ritorna e stabilisce a Nazaret, tutto secondo quanto è sritto, secondo il disegno d'amore di Dio.
Anche i Magi entrano in questo capolavoro, dove ogni cosa ha un suo posto preciso, un suo senso e una sua stupenda bellezza.
In essi sono raffigurate tutte le genti, chiamate, come i Giudei, presenti in Giuseppe, della stirpe di Davide, a cercare, trovare e riconoscere il Messia. Con i Magi anche noi entriamo dentro la Chiesa, nel popolo santo di Dio, nel numero infinito dei figli che vivono cercando il suo amore, la sua presenza nel mondo e nella storia.
Erode, la Giudea di allora, gli scribi, i sacerdoti, tutto ci parla della nostra esperienza di vita, del nostro oggi, ancora popolato di personaggi, di uomini e donne, di tempi, date, città, paesi, nazioni. Come sta scritto in questo Vangelo, avviene ancor oggi; c'è sempre qualcuno che si alza e si mette in cammino, per andare a cercare Gesù e ripete, in mille modi diversi, quella domanda di allora; Dov'è il Signore che è nato ??
NATO GESU';
Il verbo, nel testo greco, è al passivo, per sottolineare con ancora più forza l'evvento umano che investe la vita di Dio. Per amore dell'uomo, lui, Dio, viene generato come bambino; nasce per noi, nel nostro tempo e nel nostro spazio e cosi si dona in modo assoluto, senza trattenere per se, senza mettere ostacoli o freni alla misericordia infinita nella quale lui nasce, bambino per noi. Già quì comprendiamo che si apre un percorso anche per noi, perchè, grazie a questa Parola, veniamo generati, partoriti alla vita.
AL TEMPO DEL RE ERODE;
In tutto il cap; 2 il nome di Erode ritorna ben 9 volte, a mettere in luce la sua figura penosa, meschina, malvagia. La puntualizzazione di questo personaggio ci aiuta ad incontrarci, anche attraverso questo Vangelo, con la nostra storia di oggi, col nostro mondo.
Questo Erode è conosciuto nella storia come * il grande * , padre di Erode Antipa, non un giudeo, non della stirpe regale di Davide, ma un Idumeo, scelto dai Romani come capo del popolo. Un uomo dispotico e dissoluto, odiato dai Giudei, nonostante egli avesse fatto ricostruire sontuosamente il tempio.
E' interessante notare che Luca lo definisce * re * della Giudea ( Lc 1, 5 ), mentre quì i Magi dicono che Gesù, il bambino appena nato, è il re dei Giudei, la differenza è molto forte: questo ha nelle mani un territorio, una regione, mentre Gesù accoglie come sue le persone, le loro esistenze, i loro cuori.
ALCUNI MAGI;
I Magi sono una figura leggendaria molto nota e ricca di fascino da sempre. Probabilmente, secondo la tradizione persiana, si tratta di uomini sapienti, maestri, sacerdoti, fisici, astrologi, che riescono ad entrare in un contatto profondo con il cielo e in esso leggono segni e verità riguardanti la vita degli uomini sulla terra.
Questi personaggi diventano guide luminose per noi, perchè mostrano chiaramente la forza della sapienza umana, che interroga, si apre alla ricerca di Dio, lo insegue, lo cerca con tutte le forze. Possiamo davvero anche noi cominciare da quì, con i Magi e partire con loro, seguendo la stella.
DOV'E'...??
Il verbo all'imperfetto esprime bene l'intensità dell'esperienza interiore che questi uomini stanno vivendo. Continuavano a ripetere sempre la stessa cosa, a mettere a nudo il segreto del cuore, quella loro ricerca instancabile, quel desiderio di Dio, che li muoveva, che ardeva dentro di loro. Dov'è ??, è la parola d'ordine, il sigillo impresso nel cuore, nell'anima. E se questa parola è ripetuta così tanto dai Magi, significa che è importante farvi attenzione, ascoltarla anche noi, afferrarla, farla nostra e ripeterla, trasformarla in preghiera, per dire; Signore dove sei ??
IL RE DEI GIUDEI;
Risuona, in questa espressione, la gravità dei momenti della Passione di Gesù, quando più volte si sente ripetere e passa di bocca in bocca, finchè non risplende, come insegna regale, sulla croce, iscrizione di condanna, eppure di gloria infinita. Così, già da queste prime battute di vita, scopriamo che il bambino nato per noi, il re dei Giudei, deve soffrire, per guarire, col suo dolore, il nostro dolore.
ABBIAMO VISTO LA SUA STELLA;
E' bellissima questa piccola sequenza di verbi; vedere e venire. I Magi hanno visto, cioè hanno contemplato con gli occhi, in una visione molto concreta, ma anche hanno contemplato con la mente, hanno osservato, hanno fatto attenzione, hanno conosciuto. Sì, tutti questi significati sono racchiusi in quel verbo * vedere * che loro pongono come primo passo del loro cammino, della loro avventura di luce in questo mondo di tenebra. Parte sempre da quì la nostra rinascita; quando abbiamo il coraggio o la forza di sollevare lo sguardo e ricominciare a guardare, il futuro.
ADORARE ;
Per la prima volta compare questo verbo, che ci accompagnerà lungo tutta la meditazione del brano. Adorare; significa portare la mano alla bocca per baciare, significa prostrarsi, cadere a terra, piegati, davanti a qualcuno più grande di noi; significa addirittura toccare il suolo con la fronte e così esprimere profonda venerazione, onore, bbedienza.
E' lo stesso gesto che compiranno alla fine gli apostoli. Come loro,, anche noi, dovremmo avere il coraggio di entrare dentro questo movimento spirituale così forte, che i Magi inaugurano e lasciamo aperto, come luogo di salvezza, di gioia ritrovata, di incontro vero con Dio, faccia a faccia. Adorarl
STA SCRITTO; CHE IL MESSIA DOVEVA NASCERE A.....
Erode inizia la sua azione investigativa, subdola e ipocrita, criminale e infida; il verbo che Matteo sceglie significa proprio investigare, informarsi, fare indagini e lo ritroviamo in alcune occasioni particolari nei Vangeli, per es; riferito al fratello maggiore, che, al ritorno dai campi, chiede ai servi che cosa stia accadendo in casa, oppure riferito al cieco di Gerico, che sente passare la gente e vuole sapere. E' dunque l'operazione di chi è assente, lonatno, di chi non può vedere e partecipare; Erode è così, lonatno, disperso nel suo mondo di interessi, di intrighi, cieco, ottenebrato dal buio del suo cuore.
E' SCRITTO;
Il riferimento alle profezie ci aiuta a compiere un passaggio fondamentale e cioè l'ingresso all'ascolto delle Scritture. I Magi ci hanno offerto il punto di partenza, che è la sapienza umana, ma occorre arrivare alla Rivelazione, ai testi divini, alla Parola di Dio; è quì, infatti, che troviamo la verità, la luce, le indicazioni indispensabili per proseguire l'impegnativo cammino della nostra ricerca di Dio . E' scritto anche per noi, oggi e sempre.
ANDATE;
Già una forza più grande aveva dato inizio al cammino dei Magi, già un'altra voce lì aveva chiamati e sedotti, spinti, a partire, a camminare; non è Erode che invia i Magi, ma Dio stesso. E' bello, però, notare questo verbocosì semplice, eppure così ricco, così decisivo; infatti * andare * nel greco, porta in sè la grazia dell'attraversare, del passare da parte a parte, come in un guado. Davvero quì è descritto il movimento di salvezza che spinge ad andare da un luogo verso un altro, a percorrere distanze, a superare ostacoli. Tutto questo i Magi compiono davanti a noi, per aiutare, per accompagnare noi.
FATEMELO SAPERE;
Cioè annunciatemelo. Erode, l'empio, chiede l'annuncio del Salvatore, della Luce che sorge, lui, prigioniero del buio. Chiede che i Magi aprano e lasciano fuoriuscire da sè la buona novella di Gesù. Riferire, fare conoscere, annunciare, aprire davanti a tutti è operazione di salvezza, alla quale tutti i discepoli di Gesù sono chiamati. E' importante che impariamo anche noi a fare spazio a questa esperienza, che abituiamo il nostro cuore ad aprirsi ogni giorno verso i fartelli e le sorelle, comunque siano, per raccontare a tutti la bellezza di Gesù, nato fra noi.
PROVARONO UNA GIOIA GRANDISSIMA;
Questa è la gioia di chi ha trovato, di chi è giunto alla meta, di chi ha realizzato il suo sogno. E, nel Vangelo, la gioia è segno della presenza di Cristo; è Lui, infatti, la nostra gioia, quella annunciata dagli angeli alla sua nascita, quella provata dai discepoli il giorno di Pasqua, nel vedere Gesù risorto.
Ed è la stessa gioia di chi scopre il tesore e può finalmente dissotterrare l'oro e l'argento della sua vita, del suo esistere in questo mondo.
SI PROSTRARONO E LO ADORARONO;
A questo punto i Magi cadono a terra; loro, i grandi, i potenti, i nobili dell'oriente, si fanno piccoli davanti al più grande di loro. Come un seme, caduto nei solchi del campo per portare il buon frutto, l'albero nuovo o come chi, in bataglia, getta le armi, perdente, finito, eppure così è vincitore, davanti all'Altissimo.
APRIRONO I LORO SCRIGNI;
In ginocchio davanti a Gesù, finalmente avviene la liberazione, l'apertura completa, tutto si scioglie, si allenta, si spalanca. Come una prigione dissigilata, come una porta di casa finalmente aperta, dopo lungo bussare, o, ancor più, come il cuore dell'uomo, vero tesoro di ognuno, che nasce nel mondo, come dice Matteo ( Mt 16,21). Dunque, i Magi, aprono lo scrigno di vita, il segreto del cuore, che portano in sè.
OFFRIRONO IN DONO;
E poi, offrirono, fanno dono, depongono davanti a Gesù tutto ciò che hanno portato. E' un gesto fortemente sacerdotale, questo, una liturgia d'amore, una dichiarazione di fede; sì, come chi offre sacrifici e preghiere nel tempio, così i Magi, nella loro esperienza di vita, offrono a Dio il loro cuore, ormai aperto, ormai svuotato anche dei doni portati con sè da lontano.
FECERO RITORNO;
E ora il ritorno, dopo aver compiuto ogni cosa, secondo la Parola di Dio. Ma il testo specifica che i Magi non solo ritornano a casa, percorrendo una via nuova, diversa da quella di andata, ma anche si allontanano, si ritirano, quasi fossero anacoreti, che vivono nel deserto. E' strano davvero questo verbo, eppure è così; del resto vien da pensare che dopo una tale esperienza, dopo l'incontro con Dio, faccia a faccia, è necessario tornare in disparte, ricavarsi uno spazio, un tempo di grazia, di silenzio e solitudine, per non perdere quanto ci è stato donato. E' necessario cercarlo di nuovo, ogni giorno e continuare a dirgli; Signore, dove sei, dove dimori??
IN PRINCIPIO ERA IL VERBO
02.01.2016 16:41LA PAROLA DI DIO E' LUCE PER OGNI ESSERE UMANO. ( Giovanni 1,1-18 ).
Al principio era il Verbo; Giovanni ci fa pensare alla prima frase della Bibbia che dice; * Al principio Dio creò il cielo e la terra * ( Gn 1,1 ). Dio creò mediante la sua parola. Lui parlò e le cose cominciarono ad esistere. Tutte le creature sono un'esperienza della Parola di Dio. Quì, fin dall'inizio, abbiamo il primo indizio dell'apertura ecumenica ed ecologica del Quarto vangelo.
Il prologo dice che la presenza universale della Parola di Dio è vita e luce per ogni per ogni essere umano. Ma la maggioranza delle persone non percepiscono la Buona Novella della presenza luminosa della Parola di Dio nella loro vita. La Parola viva di Dio, presente in tutte le cose, brilla nelle tenebre, ma le tenebre non la compresero.
GIOVANNI BATTISTA ERA LA LUCE;
Giovanni Battista venne per aiutare la gente a scoprire questa presenza luminosa e consolatrice della Parola di Dio nella vita. La testimonianza di Giovanni Battista fu così importante, che fino alla fine del primo secolo, epoca in cui fu scritto il Quarto vangelo, c'erano ancora persone in cui pensavano che lui, Giovanni, fosse il Messia. Per questo, il prologo chiarisce dicendo; Giovanni non era lui la luce ! Venne per dare testimonianza alla luce.
I SUOI NON L'HANNO ACCOLTO
Così come la Parola di Dio si manifesta nella natura, nella creazione, così pure si manifesta nel mondo, cioè nella storia dell'umanità e, in particolare, nella storia del popolo di Dio. Quando parla di mondo, Giovanni vuole indicare un sistema, sia dell'impero come pure della religione dell'epoca, sistemi chiusi in se stessi e quindi incapaci di riconoscere e di ricevere la presenza luminosa della Parola di Dio. Il * mondo * nè riconobbe, nè accolse la Parola. Fin dai tempi di Abramo e di Mosè, la Parola * venne per i suoi, ma i suoi non la riconobbero.
Coloro che accolgono la Parola diventano figli di Dio. Ma le persone che si aprirono accenttando la Parola, divvennero figli di Dio. La persona diventa figlio o figlia di Dio non per proprio merito, ma per il semplice fatto di avere fiducia e credere che Dio, nella sua bontà, ci accetta e accoglie. La Parola entra nella persona e fà che questa si senta accolta da Dio come figlia, come figlio. E' la potenza della grazia di Dio.
LA PAROLA SI FECE CARNE
Dio non vuole stare lontano da noi. Per questo la sua Parola venne vicino a noi e si fece presente in mezzo a noi nella persona di Gesù. Il Prologo dice letteralmente; Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ! Anticamente, al tempo dell'esodo, Dio viveva in una tenda, non in mezzo al popolo. Ora la tenda dove Dio dimora con noi è Gesù * pieno di grazia e di verità *. Gesù venne a rivelare chi è questo Dio che è presente in tutto, fin dall'inizio della creazione.
MOSE' DETTE LA LEGGE, GESU' E' VENUTO A PORTARCI LA GRAZIA E LA VERITA'
Questi versetti ci rendono la testimonianza di Giovanni Battista. Giovanni iniziò il suo annuncio prima di Gesù, ma esisteva prima di lui. Gesù è la Parola che già stava con Dio fin da prima della creazione. Mosè, dandoci la legge, ci manifestò la volontà di Dio. Gesù ci dà la pienezza della grazia e della verità che ci aiutano a comprendere e ad osservare la legge.
E' COME LA PIOGGIA CHE LAVA
Questo ultimo verso riassume tutto. Evoca la profezia di Isaìa, secondo cui la Parola di Dio è come la pioggia che venne dal cielo e non vi ritorna senza aver svolto la sua missione quì sulla terra. Così è il cammino della Parola di Dio. Viene da Dio e discende tra di noi nella persona di Gesù. Mediante l'obbedienza di Gesù, realizza la sua missione quì sulla terra. Nell'ora della sua morte, Gesù consegna lo spirito e ritorna al Padre. Comprese la missione che aveva ricevuto.
MARIA DA' AL MONDO CRISTO NOSTRA PACE
30.12.2015 22:27Il titolo di Maria * Madre di Dio * sottolinea la missione di Maria nella storia della salvezza; missione che sta alla base del culto e della devozione del popolo cristiano; Maria infatti non ha ricevuto il dono di Dio per sè sola, ma per portarlo nel mondo.
MARIA MADRE DI DIO E DELL'UMANITA'
Il significato etimologico del nome Gesù, * Dio salva * , ci introduce in pieno nel mistero di Cristo; dall'Incarnazione alla nascita, dalla circoncisione al compimento pasquale della morte-risurrezione. Gesù è in tutto il suo essere la perfetta benedizione di Dio, è dono di salvezza e di pace per tutti gli uomini; nel suo nome siamo salvati. Ora questa offerta di salvezza viene da Maria ed essa la partecipa al popolo di Dio come un tempo ai pastori. Maria che ha dato la vita al Figlio di Dio, continua a partecipare agli uomini la vita divina. Per questo viene considerata Madre di ogni uomo che nasce alla vita di Dio, e insieme proclamata e invocata come * Madre della Chiesa *
OPERE E GIORNI NELLA SUA PACE
E' nel nome di Maria, Madre di Dio e Madre degli uomini, che dal 1967 si celebra in tutto il mondo la * giornata della pace *. La pace, in senso bibblico, è il dono messianico per eccellenza, è la salvezza portata da Gesù, è la nostra riconciliazione e pacificazione con Dio. La pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico, ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo.
APRITE I VOSTRI OCCHI A VISIONI DI PACE
E allora il nostro messaggio raggiunge il suo vertice; mai più gli uni contro gli altri! Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani, non si può amare con armi offensive in pugno ( Paolo VI, dISCORSO ALL'onu, ).
Di fronte al difficile compito della pace, non bastano le parole, è necessario che penetri il vero spirito di pace. Genitori ed educatori, aiutate i fanciulli e i giovani, siate dei costruttori di pace. Uomini impegnati nella vita professionale e sociale, spesso è difficile per voi realizzare la pace. Non c'è pace senza giustizia e senza libertà. Uomini politici, aprite nuove porte alla pace. Fate tutto ciò che è in vostro potere per far prevalere la voce del dialogo su quella della forza. Fate gesti di pace, anche audaci.. poi tessete pazientemente la trama politica, economica e culturale della pace, Il lavoro per la pace, ispirato dalla carità che non tramonta, produrra i suoi frutti. La pace sarà l'ultima parola della Storia ( Giovanni Paolo II )
MARIA, MADRE DI DIO
29.12.2015 22:24VISITA DEI PASTORI A SACRA FAMIGLIA; ( Lc 2,16-21)
Il testo di questa festa della Madre di Dio ( Lc 2,16-21 ) fa parte della descrizione più ampia della nascita di Gesù e della visita dei pastori. L'angelo aveva annunciato la nascita del Salvatore, dando un segnale per riconoscerlo; * troverete un bambino avvolto in fasce, giace in una mangiatoia *. Loro aspettavano il Salvatore di tutto il popolo e dovranno riconoscerlo in un bambino appena nato, povero, che giace accanto a due animali !
LO STOPORE DEI PASTORI
La parola di Dio non è un suono prodotto dalla bocca. E' soprattutto un avvenimento ! I pastori dicono letteralmente ; Andiamo a vedere questa parola che si è avverata e che il Signore ci ha fatto conoscere.
La parola di Dio ha forza creatrice. Compie ciò che dice. La parola dell'angelo ai pastori è l'avvenimento della nascita di Gesù.
E MARIA COSA FA DINANZI QUESTO AVVENIMENTO?
Luca aggiunge subito che Maria custodiva tutte queste cose , meditandole nel suo cuore. Sono due modi di percepire ed accogliere la Parola di Dio;
- Pastori si alzano per vedere i fatti e verificare in essi il segno che era stato dato loro dall'angelo, e dopo, ritornano al loro gregge glorificando e lodando Dio per tuttu ciò che avevano visto ed udito.
- Maria da parte sua, conservava con cura tutti questi avvenimenti nella memoria e li meditava nel suo cuore. Meditare le cose nel cuore significa ruminarle ed illuminarle con la luce della Parola di Dio, per così giungere a capire meglio tutto il loro significato per la vita.
LA CIRCONCISIONE
Il piccolo Gesù, viene circonciso l'ottavo giorno dopo la sua nascita. La circocisione era un segno di appartenenza al popolo. Dava identità alla persona. In questa occasione ogni bambino riceveva il suo nome. Il bambino riceve il nome di Gesù che gli era stato dato dall'angelo, prima di essere concepito. L'angelo aveva detto a Giuseppe che il nome del bambino doveva essere Gesù, egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Il nome di Gesù è lo stesso che Giosuè, e significa Dio salverà. Un altro nome che poco a poco sarà dato a Gesù è Cristo, che significa Unto o Messia. Gesù è il Messia atteso. Un terzo nome è Emmanuele, che significa Dio con noi.
I PASTORI SONO I PRIMI INVITATI
I pastori erano persone emarginate, poco apprezzate. Vivevano insieme agli animali, separate dal resto dell'umanità. A causa del contatto permanente con gli animali erano considerati impuri. Mai, nessuno lo avrebbe invitati a visitare un neonato. Ma proprio a questi pastori appare l'Angelo del Signore per trasmettere la grande notizia della nascita di Gesù. Davanti all'apparizione degli angeli, loro si riempiono di timore.
La prima parola dell'angelo è * non temere * La seconda è * grande gioia per tutto il popolo * La terza è Oggi. Subito tre nomi per indicare chi è Gesù; Salvatore, Cristo Signore, Salvatore è colui che libera tutti da tutto ciò che li lega. Ai governanti di quel tempo piaceva usare il titolo di Salvatore. Loro stessi attribuivano il titolo di Soter. Cristo significa Unto o Messia. Nell'Antico Testamento era questo il titolo che veniva dato ai re e ai profeti. Era anche il titolo del futuro Messia che avrebbe compiuto le promesse di Dio nei riguardi del popolo. Ciò significa che il neonato, che giace in una mangiatoia, viene a realizzare la speranza del popolo. Signore era il nome che veniva dato a Dio stesso ! Quì abbiamo i tre titoli più grandi che si possano immaginare . A partire da questo annuncio della nascita di Gesù Salvatore, Cristo e Signore, ci si immagina qualcuno della categoria più elevata. E l'angelo ti dice; Attenzione ! Ti do questo segno di riconoscimento; incontrerai un bambino in una mangiatoia, in mezzo ai poveri. Tu ci crederesti? Il modo in cui Dio agisce è diverso dal nostro.
Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama. Una moltitudine di angeli appare e scende dal cielo. E' il cielo che si spiega sulla terra. Le due frasi del versetto riassumono il progetto di Dio, il suo piano. La prima dice ciò che avviene nel mondo di lassù; Gloria a Dio nel più alto dei cieli. La seconda dice ciò che egli ama. Se la gente potesse sperimentare ciò che veramente significa essere amati da Dio, tutto cambierebbe e la pace abiterebbe la terra. E sarebbe questa la maggior gloria per Dio che dimora nel più alto.