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DI CHE COSA TI SEI INTERESSATO DI PIU??

  Ci troviamo in un mondo in cui preavle il sensibile e molte persone sono preoccupate più di apparire che di essere; profumi, saponi speciali, palestre, futing, lampade, cure per la pelle ecc.... Ma se è un bene che l'uomo si occupi del corpo, è un grosso errore che si occupi solo del...
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Preghiamo insieme

 PREGATE CON ME  A voi tutti lettori dei miei scritti , vi invito a pregare con me per ottenere da Dio la fine di questa pandemia COVID 19.  A te, Padre celeste, rivolgiamo i nostri cuori, meditando su quanto s. Paolo della croce ha detto e operato per evangelizzare i poveri ed...
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Suona allarme della coscienza

  Penso che tutti noi, nella vita abbiamo esperienza di avere commetere gli errori, nel compiere i nostri doveri come studenti, impiegati, vita in famiglia ecc... A me mi è capitata diverse volte, riconosco però che sono una persona limitata, perciò non mi disperò ma continuo ad avere la...
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ABBANDONARE IL MALE

Nessuno è perfetto... lo so, ognuno di noi ha il proprio male, e chi riesce a scoprilo è un saggio, un veritiero. Che cosa è il male ?? E' tutto ciò che è contrario al bene, al tuo bene, al bene comune.  Vuoi conoscere il tuo male ???? Fermati..! un pò di relax ci vuole, poi entri nella tua...
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SMETTI DI ODIARE

  RANCORE E IRA.  Orribili parole scritte nella Bibbia; rancore e ira i veri nemici della nostra vita quotidiana, nemici radicati nel nostro intimo * il proprio io *, nel profondo del nostro cuore fin dalla nostra esistenza.  Come possiamo mandare via l'ira e rancore dalla nostra...
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Grazie

Sapiamo che questa parola * GRAZIE * è nella bocca di tutti, e dire grazie sembra una cosa facile, sa che anche i cattivi la dicono.  Ma dire grazie quando ricevi un torto, un dispiacere è costa sacrificio, costa vita. Saper dire grazie a chi ti disturba è un segno che hai un cuore grande,...
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Ombre del superbo

  Tutte le cose sotto il cielo hanno le ombre, e nessuna può saltare la propria ombra.  Esistono, però le ombre, per chi desidera di non averle, non solo saltare oppure scanzonare la sua presenza , ma addirittura può eliminare per sempre. Chi è davvero vuol vivere in umiltà, con l'aiuto...
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Essere un gigante

Esistono delle persone che cercano  a tutti costi apparenza, vogliono sempre diventare più grande, più alto, più visibile da tutti. Non  rendono conto che diventando più alto, di conseguenza fanno l'ombre a tutti i vicini che sono più bassi. Queste sono le persone malatte di...
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Sei un cristiano ???

Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi ha fede, pregare è un bisogno. L'uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia,  non si smarrisce nella prova, si sente sempre vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità. La preghiera è una esperienza che dà...
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Chiedi a Gesù la docilità...

O Gesù Redentore, io mi consacro a te, per essere una cosa sola con te, tu in me e io in te. Sei tu che vuoi vivere, amare e operare in me, come la vite che produce molto frutto nel tralcio. Ch'io mi lasci fare da te, con la massima fiducia e docilità. Per questo tu mi comandi di diventare piccolo,...
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LA PROMESSA DELLO SPIRITO

GIOVANNI 16,12-15

In Gv 15,15, Gesù aveva comunicato ai suoi discepoli ciò che aveva udito dal Padre. Tale messaggio non viene e non poteva essere compreso dai suoi discepoli in tutta la sua forza. Il motivo è che i suoi discepoli ignorano, per il momento, il significato della morte in croce di Gesù e la sostituzione del vecchio modo di essere salvati. Con la sua morte si apre un nuovo e definitivo intervento salvifico nella vita dell'umanità. I discepoli comprenderanno le parole e i gesti di Gesù dopo la sua risurrezione o dopo la sua morte.

Nell'insegnamento di Gesù ci sono tante realtà e tanti messaggi che potranno essere compresi man mano che l'esperienza porrà la comunità dinanzi a nuovi avvenimenti o circostanze ; è nella vita quotidiana, compresa alla luce della risurrezione che si potrà comprendere il significato della sua morte-esaltazione.

Sarà lo Spirito santo, il profeta di Gesù, che comunicherà ai discepoli ciò che avrà udito da lui. Nella missione che la comunità di Gesù svolgerà lo Spirito santo le comunica la verità, nel senso di spiegare e aiutare ad applicare ciò che Gesù è e ciò che significa come manifestazione dell'amore del Padre. Con i suoi messaggi profetici la comunità dei discepoli non trasmette una dottrina nuova ma continuamente propone la realtà della persona di Gesù, cioè il contenuto della sua testimonianza e l'orientamento della sua missione nel mondo. La voce dello Spirito Santo, che la comunità percepirà, è la voce di Gesù stesso. Sulla scia dei profeti anticotestamentari che interpretavano la storia alla luce dell'alleanza, lo Spirito Santo diventa determinante nel far conoscere Gesù offrendo alla comunità dei credenti la chaive per comprendere la storia come un confronto continuo tra ciò che il * mondo + rappresenta e il progetto di Dio. Il punto di partenza per leggere la propria presenza nel mondo è la morte-esaltazione di gesù e crescendo sempre più nella sua comprensione, i cristiani potranno scoprire negli avvenimenti quotidiani + il peccato del mondo * e i suoi effetti dele teri.

E' determinante il ruolo dello Spirito Santo come interprete del istero della vita di gesù nella vita dei discepoli; è la loro guida nell'intraprendere il giusto impegno a favore dell'uomo. per avere successo nelle loro attività in favore dell'uomo devono da un lato ascoltare le problematiche della vita e della storia e dall'altra essere attenti alla voce dello Spirito santo, l'unica fonte attendibile per cogliere il vero senso degli avvenimenti storici nel mondo.

                      

LA VOCE DELLO SPIRITO SANTO; IL VERO INTERPRETE DELLA STORIA

Gesù spiega le modalità con cui lo Spirito santo interpreta la vita e la storia umana. Innanzitutto manifestando la sua * gloria * il che vuol dire che * prenderà del suo *. Più specificamente * da quel che è mio * vuol dire che lo Spirito Santo attinge da Gesù il messaggio, ogni cosa pronunziata da lui. Manifestare la gloria significa manifestare l'amore che egli ha dimostrato nella sua morte. Tali parole di Gesù sono molto importanti perchè evitano di ridurre il ruolo dell Spirito Santo a un'illuminazione, la sua è una comunicazione dell'amore di Gesù che li pone in sintonia con il suo messaggio ma anche con il senso più profondo della sua vita; l'amore dimostrato donando la propria vita sulla croce. In questo consiste il ruolo dello Spirito santo, Spirito di verità. L'ascolto del messaggio e la sua penetrazione, l'essere in sintonia con l'amore sono due aspetti del ruolo dello Spirito santo che permettono alla comunità dei credenti di interpretare la storia. meglio ancora le parole di Gesù intendono dire che solo attraverso la comunicazione dell'amore da parte dello Spirito santo è possibile conoscere chi è l'uomo, capire la meta della sua vita, e realizzare un mondo nuovo. Il modello è sempre l'amore di Gesù.

                         

GESU', IL PADRE, LO SPIRITO SANTO E LA COMUNITA' DEI CREDENTI

Quando Gesù dice che * tutto quello che il Padre possiede è mio * cosa intende dire ? Innanzituto che ciò che Gesù possiede è in comune con il Padre. Il primo dono del Padre a Gesù è stato la sua gloria, più specificamente, è l'amore leale, lo Spirito. Questa comunicazione non va compresa come statica, ma dinamica, vuol dire continua e vicendevole. In questo senso il Padre e Gesù sono uno. Tale comunicazione vicendevole e costante compenetra l'attività di Gesù il quale può realizzare le opere del Padre, il suo disegno sul creato. Per essere capaci di acpire, interpretare la storia i credenti sono chiamati ad essere in sintonia con Gesù accettando nella loro esistenza la realtà del suo amore e concretizzandolo a favore dell'uomo. Tale è il disegno del Padre; l'amore di Gesù per i suoi discepoli va investito nella realizzazione dell'uomo. Il disegno del Padre che si è realizzato nella vita di Gesù deve realizzarsi nella comunità dei credenti e guidare l'impegno dei credenti per promuovere la vita degli uomini. Chi è l'esecutore del disegno del Padre nella vita diGeaù ? E' lo Spirito Santo, che unendo Gesù al Padre, esegue e porta a compimento il progetto del Padre, e rende la comunità dei credenti partecipe di questa attività dinamica di Gesù; * prenderà da quel che è mio, la comunità grazie all'azione dello spirito di verità, lo ode nel suo messaggio, lo concretizza come amore per comunicarlo.

 

 

 

 

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Lo Spirito santo, maestro e memoria vivente della parola di Gesù

 
Giovanni 14, 15-16.23b-26
                
IL VOLTO DEL PADRE;
Gesù dice; * Io pregherò il Padre *....
Per giungere al Padre, ci è donato il cammino della preghiera: come Gesù vive il suo rapporto col padre attraverso preghiera, così anche noi, entriamo nel rapporto con Dio, possiamo sempre più conoscere Dio come Padre.
 
Egli darà un altro Paràclito:
Il padre è colui che dona a noi il Paràclito ( l'Avvocato ). Questo dono è preceduto dall'atto di amore del Padre, che sa che noi abbiamo bisogso di consolazione; Lui ha visto la mia miseria in Egito e ha udito il mio grido. Lui conosce infatti le mie sofferenze e vede le oppressioni che mi tormentano; nulla sfugge al suo amore infinito per me. Per tutto questo, egli ci dona il Paràclito . Il Padre è il donatore; tutto ci viene da lui. 
 
Il Padre mio lo amerà;
Il Padre è l'Amante, che ama di amore eterno, assoluto, inviolabile, incancellabile. 
Il Padre è unito al Figlio suo Gesù, è una cosa sola con lui e con lui viene verso ogni uomo, dentro ogni uomo. Si sposta, esce, si piega e cammina verso di noi. Spinto dà un amore folle e inspiegabile, lui ci raggiunge, e noi prendremo dimora presso di lui. 
 
                 
 
 
Il VOLTO DEL FIGLIO;
Se uno mi ama... Gesù entra in rapporto con me in modo unico e personale, faccia a faccia, cuore a cuore; mi propone un legame intenso, unico, irrepetibile e mi unisce a sè tramite l'amore. Pone sempre il * se * e dice; chiamandami per nome; se vuoi... L'unica via che lui continuamente percorre per raggiungermi, è quella dell'amore; infatti noto che i pronomi * voi * e * qualcuno * sono collegati al * me * dal verbo * amare * e da nessun altro verbo.
 
Io pregherò il Padre... Gesù è l'orante, che vive della preghiera e per la preghiera; tutta la sua vita è stata ricolamta dalla preghiera, era preghiera. Egli è il sommo ed eterno sacerdote, che intercede per noi e offre preghiere e suppliche, accompagnate dalle lacrime, per la nostra salvezza; perciò può salvare perfettaemnte quelli che per mezzo di lui si avvicinano a a Dio; egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
 
SE UNO MI AMA, OSSERVERA' LA MIA PAROLA;  Gesù mi offre la sua parola, me la dà in consegna, perchè io me ne prenda cura e la custodisca, la deponga nel tesoro del mio cuore e lì la riscaldi, la vegli, la contempli, la ascolti e , così facendo, la faccia fruttificare. la sua parola è un seme; è la perla più preziosa di tutte, per la quale vale la pena vendere ogni altra ricchezza, è il tesoro nascosto nel campo, per il quale si scava, senza badare alla fatica; è il fuoco, che ci fa ardere il cuore nel petto; è la lampada, che ci permette di aver luce per i nostri passi, anche nella notte più buia. L'amore alla Parola di Gesù si identifica con il mio amore per Gesù stesso, per tutta la sua persona, perchè, in definitiva, è lui la Parola, il Verbo. E perciò quì, in queste parole, Gesù mi sta gridando al cuore che è lui che io devo custodire.
                       
IL VOLTO DELLO SPIRITO SANTO;
Il Padre vi darà un altro Parà clito. Lo Spirito Santo è dato dal Padre; è il * buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre. egli è * un altro Paràclito * rispetto a Gesù, che se ne va e viene per non lasciarci soli, abbandonati. Mentre sono nel mondo, io io non sono sconsolato, ma sono confortato dalla presenza dello Spirito santo, che non è una consolazione soltanto, ma è molto di più; è una persona viva e vivente accanto a me, per sempre. Lo Spirito è in mezzo a noi così come Gesù era con i suoi discepoli. la sua venuta si attua in una presenza fisica, personale.
Lo Spirito santo ci insegnerà ogni cosa. Lui è maestro, colui che apre la via alla conoscenza, all'esperienza; nessuno fuori di lui può guidarmi, plasmarmi, darmi forma nuova. La sua scuola non è per raggiungere una sapienza umana, che gonfia e non libera: i suoi insegnamenti, i suoi suggerimenti, le sue indicazioni precise vengono da Dio e a lui riportano. Lo Spirito santo insegna la sapienza vera e la conoscenza, insegna il volere del Padre, i suoi sentieri , i suoi comandamenti, che fanno vivere. egli è un Maestro capace di guidarmi alla verità tutta intera, che mi rende libero nel profondo, fin nel punto di divisione dell'anima e dello spirito, dove solo lui, che è dio, può giungere a portare vita e risurrezione. E' umile, come Dio, e si abbassa, si dona in maniera piena, assoluta, non è geloso del suo dono, della sua luce, ma la offre senza misura.
 
 
 
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Ascensione di Gesù

Luca 24,46-53

COSI' STA SCRITTO; IL CRISTO DOVRA' PATIRE.....

Dio sembra non possa fare a meno dell'uomo, per questo lo va a cercare, ovunque si trova, e non si arrende finchè non lo riabbraccia. Un amore eterno, capace di scendere nel patire, di bere fino in fondo il calice del dolore pur di rivedere il volto del figlio amato. Negli abissi della non vita Cristo scende per prendere la mano dell'uomo e riaccompaganrlo a casa. tre giorni, tre momenti. Passione, morte, risurrezione. Questo è ciò che è scritto. per Cristo e per ognuno che gli appartenga. Passione; tu ti consegni con fiducia, e l'altro fa di te ciò che vuole, ti abbraccia o ti strapazza, ti accoglie o ti respinge.. ma tu continui ad amare, fino alla fine. Morte; una vita che non si tira indietro, muore, si spenge.. ma non per sempre, perchè la morte ha potere sulla carne, lo spirito che da Dio viene a Dio ritorna. Risurrezione; tutto acquista senso alla luce della Vita; l'amore donato non muore, risorge sempre. 

 Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati...

La parola di Gesù, pronunciata nella storia, non si ferma. Ha bisogno di annunciatori. E gli apostoli vanno, mandati nel nome santo di Dio. Vanno a tutte le genti. Non più un popolo eletto, ma tutti gli uomini eletti. Vanno a prendere per le spalle i loro fratelli e a convertirli, a girarli verso di loro per dire; Tutto ti è perdonato, puoi tornare a vivere la vita divina, Gesù è morto e risorto per te! 

Siete testimoni;

Essere testimoni vuol dire portare scritta nelle pelle, cucita sillaba per silaba, la parola che è Cristo. Quando un uomo è stato    toccato da Cristo, diventa coem una lampada, anche se non lo volesse, risplende!  E se la fiamma volessi spegnerla, riaccende , perchè la luce non è della lampada ma dello Spirito riversato nel cuore che irradia senza fine la comunione eterna.

Io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso....

Le promesse di Gesù non vengono meno. Lui se ne va, ma non lascia orfani i suoi amici. sa che hanno bisogno della presenza costante di Dio. E Dio torna a venire all'uomo. Questa volta non più nella carne, ma invisibilmente nel fuoco di un amore impalpabile, nell'ardore di un vincolo che mai più si romperà, l'arcobaleno dell'allenaza ratificata, lo splendore del sorriso di Dio, lo Spirito Santo. Rivestiti di Cristo, rivestiti dello Spirito, gli apostoli non avranno più paura, e potrano finalmente andare.

Mentre li benediceva, Gesù si staccò da loro....

Ogni distacco è sicuramente un evento che porta dispiacere.Ma in questo caso la benedizione è un lascito di grazia. E gli apostoli vivono una comunione intensa con il loro Signore tanto da non avvertire separazione. Essi si prostrarono davanti a lui, la gioia degli apostoli è grande, gioia di tornare per le vie di gerusalemme con un tesoro sconfinato, la gioa dell'appartenenza. L'umanità di Cristo entra in cileo, è una porta che si riapre per non più chiudersi. La gioia della sovrabbondanza di vita che Cristo ha ormai versato nella loro esperienza non si arreterà più...Stavano sempre nel tempio lodando Dio

 

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Non sia turbato il vostro cuore

Giovanni 14, 23-29

Se uno mi ama osserverà la mia parola... 

Cosa significa veramente amare ???  Amare in genere per noi equivale a volersi bene, stare insieme, fare delle scelte per costruire un futuro, donarsi, ma amare Gesù non è la stessa cosa. Amare lui significa fare come ha fatto lui, non tirarsi indietro di fronte al dolore, alla morte; amare come lui significa; chinarsi ai piedi dei fratelli per rispondere ai loro bisogni vitali; amare come lui porta molto lontano.. ed è in questo amore che la parola diventa pane quotidiana di cui cibarsi e la vita diventa cielo per la presenza del Padre.

         

Chi non mi ama non osserva le mie parole....

Se l'amore non c'è, le conseguenze sono disastrose . Le parole di Gesù si possono osservare solo se c'è amore in cuore, altrimenti restano proposte assurde. Quelle parole non sono di un uomo, nascono dal cuore del Padre che propone a tutti noi di essere come lui. Non si tratta tanto nella vita di fare delle cose, pur buone che sia. E' necessario essere uomini, essere figli, essere immagini simili a Chi non cessa mai di donare tutto se stesso.

              

Lo Spirito vi insegnerà ogni cosa;

Fare memoria è azione dello Spirito; quando nelle nostre giornate il passato scivola via come qualcosa di perennemente perduto e il futuro sta lì quasi minaccioso a toglierti la gioia dell'oggi, solo il Soffio divino in te può condurti a far memoria. Memoria di ciò che è stato detto, di ogni parola uscita dalla bocca di Dio per te, e diemnticata per il fatto che è passato del tempo. 

Vi lascio la pace;

La pace di Cristo per noi non è assenza di conflitti, serenità di vita, salute, ma pienezza di ogni bene, assenza di turbamento di fronte a ciò che avviene. Il Signore non ci assicura il benessere, ma la pienezza della figliolanza in una adesione amorevole ai suoi progetti di bene per noi. La pace la possederemo, quando avremo imparato a fidarci di quello che il Padre sceglie per noi. 

   Vado e tornerò da voi; Se mi  amate, vi rallegrereste....

Ritorna il discorso dell'amore. Se mi amate, vi rallegrereste. Ma che senso ha questa espressione sulle labbra del Maestro ?? Potremmo completare la frase e dire; Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre... ma siccome pensate a voi, siete tristi perchè io vado via. L'amore dei discepoli è amore di egoismo. Non amano Gesù perchè non pensano a lui, pensano per sè. Allora l'amore che Gesù richiede, è quest'amore! Un amore capace di gioire perchè l'altro sia felice.  un amore capace di non pensare a sè come centro di tutto l'universo, ma come luogo in cui il sentire si fa aperto a dare per poter ricevere; non in contracambio, ma come * effetto * del dono consegnato. 

 

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AMARE IL PROSSIMO COME AMA GESU'

 

ORA IL FIGLIO DELL'UOMO E' STATO GLORIFICATO ; ( GIOVANNI 13,31-33a. 34-35 

Di quale * ora * si tratta??. E' Il momento della croce che coincide con la glorificazione. Quest'ultimo termine nel vangelo di Giovanni coincide con la manifestazione, o rivelazione. Quindi la croce di Gesù è l'*ora * della massima epifania o manifestazione della verità.  Va escluso ogni significato circa l'essere glorificato che possa far pensare a qualcosa di relativo all'* onore * , al trionfalismo.

Da un lato Giuda entra nella notte, dall'altro Gesù si prepara alla gloria; Quando Giuda fu uscito, Gesù disse;  * Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua, e lo glorificherà subito*. Il tradimento di Giuda matura in Gesù la convinzione che la sua morte è * gloria *. L'ora  nella quale sul mondo, mediante la gloria del  * Figlio dell'uomo *, risplenderà la gloria del Padre. In Gesù, che offre la vita al Padre nell'*ora * della croce, Dio si  glorifica rivelando il suo essere divino e accogliendo nella sua comunione tutti gli uomini.

La gloria di Gesù ( del Figlio ) consiste nel suo * estremo amore * per tutti gli uomini, tanto da offrirsi anche a coloro che lo tradiscono. Un amore, quello del Figlio, che si fa carico di tutte situazioni distruttive e drammatiche che gravano sulla vita e la storia degli uomini. Il tradimento di Giuda simboleggia non tanto l'atto di un singolo, ma quello di tutta l'umanità malvagia e infedele alla volontà di Dio.

IL COMANDAMENTO NUOVO;

Il comandamento nuovo è l'unico comandamento. Interroghiamoci sulla nostra vita quotidiana; si può vivere accanto al fratello dalla mattina alla sera senza accettarlo e senza amarlo ? Amatevi come io vi ho amati;  Usciamo da noi stessi, per farsi prossimo a chiunque ha bisogno, cominciando dai più vicini e cominciando dalle cose umili di ogni giorno.

 

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GESU' E' IL PASTORE

 LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE....  ( GIOVANNI 10, 27-30 );

Le pecore di Gesù ascoltano la sua voce; si tratta non solo di un ascolto esterno, ma anche un attento ascolto, fino all'ascolto obbediente. Nel discorso del pastore questo ascolto esprime la confidenza e l'unione delle pecore al Pastore. L'aggettivo * mie * non indica soltanto il semplice possesso delle pecore, ma mette in evidenza che le pecore gli appartengono, e gli appartengono in quanto ne è il proprietario. 

LE SUE PECORE LO CONOSCONO;

Non sitratta di una conoscenza intellettuale; nel senso biblico * conoscere qualcuno * significa soprattutto avere un rapporto personale con lui, vivere in un certo qual modo in comunione con lui. Una conoscenza che non esclude i tratti umani della simpatia, dell'amore, della comunione di natura.

In virtù di questa conoscenza d'amore il Pastore invita i suoi a seguirlo. L'ascolto del pastore comporta anche un discernimento, perchè tra le tante voci possibili sceglie quella che corrisponde a una precisa persona ( Gesù ). In seguito a questo discernimento, la risposta si fa attiva, personale e diventa obbedienza. Questa proviene dall'ascolto. Quindi tra l'ascolto e la sequela del Pastore sta il conoscere Gesù.

La conoscenza di Gesù delle sue pecore apre un itinerario che conduce all'amore; * Io do loro la vita eterna * . per l'evangelista la vita è il dono della comunione con Dio. mentre nei sinottici * * vita * o * vita eterna * è connessa con il futuro; nel vangelo di Giovanni designa un possesso attuale.  Tale aspetto viene spesso ripetuto nel racconto giovanneo; * Chi crede nel Figlio ha la vita eterna *; In verità, in verità vi dico; chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna.

La relazione d'amore di Gesù si concretizza anche per l'esperienza di protezione che l'uomo sperimenta; si dice che le pecore * non andranno mai perdute *. Forse un'allusione alla perdizione eterna. E si aggiunge che * nessuno le rapirà *. Tale espressione suggerisce il ruolo della mano di Dio e di cristo che impediscono ai cuori delle persone di essere rapiti da altre forze negative. Nella Bibbia la mano, in alcuni contesti, è una metafora che indica la forza di Dio che protegge. Inoltre il verbo * rapire * suggerisce l'idea che la comunità dei discepoli non sarà esente dagli attacchi del male e delle tentazioni. Ma l'espressione * nessuno le rapirà * sta a indicare che la presenza di Cristo assicura alla comunità la certezza di una granitica stabilità che le permette di superare ogni tentazione di paura.

 

 

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VENITE A MANGIARE

VADO A PESCARE ....... ( Giovanni 21,1-19 )

Pietro e altri sei discepoli escono dal chiuso del cenacolo e si spingono fuori, verso il mare per pescare, ma dopo tutta una notte di fatica, non prendono nulla. E' il buio, la solitudine, l'incapacità delle forze umane

Finalmente spunta l'alba, torna la luce e compare Gesù ritto sulla riva del mare. Ma i discepoli non lo riconoscono ancora, hanno bisogno di compiere un cammino interiore molto forte. L'niziativa è del Signore che, con le sue parole, li aiuta a prendere coscienza del loro bisogno, della loro condizione; non hanno nulla da mangiare. Poi li invita a gettare di nuovo la rette; l'obbedienza alla suaParola compie il miarcolo e la pesca è sovrabbondante.  Giovanni, il discepolo dell'amore, riconosce il Signore e grida la sua fede agli altri discepoli. Pietro aderisce immediatamente e si butta in mare per raggiungere al più presto il suo Signore e Maestro. Gli altri, invece, si avvicinano trascinando la barca e la rete.

La scena si sposta sulla terra ferma, dove Gesù stava aspettando i discepoli. Quì si realizza il banchetto; il pane di Gesù è unito ai pesci dei discepoli, la sua vita e il suo dono diventano tutt'uno con la vita e il dono loro. E' la forza della Parola che diventa carne, diventa esistenza.

APPROFONDIMENTO DEL TESTO;

Pietro è il primo che prende l'iniziativa e annuncia ai suoi fratelli la sua decisione di andare a pescare. Pietro esce verso il mare, che è il mondo, va verso i fratelli, perchè sa di essere stato fatto pescatore di uomini; proprio come Gesù, che era uscito dal Padre per venire a piantare la sua tenda in mezzo a noi. E ancora Pietro è il primo a reagire all'annuncio di Giovanni che riconosce Gesù presente sulla riva; si cinge la veste e si butta in mare. Sembra, quasi che Pietro voglia definitivamente seppelire il suo passato in quelle acque. Pietro si consegna a queste acque purificatrici, si lascia curare; si getta in esse, portando con sè le sue presunzioni, le sue colpe, il peso del rinnegamento, il pianto. Per risalire uomo nuovo all'incontro col suo Signore. Prima di buttarsi, Pietro, si cinge, così come Gesù, prima di lui, si era cinto per lavare i piedi ai discepoli nell'ultima cena. E' la veste copre la sua nudità. E' la veste del Signore stesso, che lo avvolge nel suo amore e nel suo perdono. Grazie a questo amore Pietro potrà risalire dal mare, potrà risorgere, ricominciare. Anche di Gesù è detto che risalì dall'acqua, dopo il suo battesimo; lo stesso verbo, la stessa esperienza accomuna il Maestro e il discepolo. Pietro è ormai un uomo nuovo ! per questo potrà affermare per tre volte di amare il Signore. Anche se rimane aperta in lui la ferita del suo triplice rinnegamento, questa non è l'ultima parola; ma proprio quì Pietro conosce il perdono del Signore e conosce la debolezza, che gli si rivela come il luogo di un amore più grande. 

Pietro riceve amore, un amore che va ben al di là del suo tradimento, della sua caduta; un di più d'amore che lo rende capace di servire i fratelli, di portali ai pascoli verdeggianti del Signore Gesù.  Non solo, ma in questo servizio d'amore, Pietro diventerà come il Pastore bello, come Gesù stesso; anche lui, infatti, darà la vita per il gregge, tenderà le mani nella crocifissione, come affermano le fonti storiche. Crocifisso a testa in giù, Pietro sarà completamente capovolto, ma nel mistero d'amore egli così si raddrizzerà veramente e porterà a compimento quel battesimo iniziato nel momento in cui si era gettato in mare cinto della veste. Pietro diventa, allora, l'agnello che segue il Pastore fino al martirio.

 

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I SEGNI INDELEBILI DELL'AMORE

GESU' RISORTO APPARE AI DISCEPOLI; ( Giovanni 20,19-31 )

La sera di quel giorno; E' l'imbrunire, il tramonto, quando il sole cade e se neva e si allungano le ombre sulla terra. Nel vangelo scopriamo che questa è l'ora dell'incontro, del ritorno, del riposo; gli operai, stanchi del lavoro, ricevono la paga, gli ammalati vengono condotti da Gesù, sulle piazze o alla porta della città, per cercare guarigione; le folle rimaste digiune vengono invitate al banchetto abbondante dei pani e dei pesci moltiplicati. E infine, i discepoli smarriti, col volto e il cuore triste, trovano compagnia, sulla via di emmaus; Gesù entra e rimane con loro, lui, il nuovo sole che non ha tramonto. E' cosi la nostra sera, beata e piena di grazia, perchè il Signore viene.

ERANO CHIUSE LE PORTE; 

Sono cosi le nostre povere porte, i nostri poveri cuori; come prigioni sigillate, scrupolosamente sbarrate, come sepolcri assicurati, a protezione della morte che ci portiamo dentro. Mentre in cielo, nel cuore di Dio, non è cosi; Giovanni descrive la sua visione e dice; Una porta era aperta nel cielo. E' Gesù la vera porta, il vero ingresso nella vita e lui è aperto per noi, spalancato ad attenderci, ad accoglierci. Ecco, lo dice di nuovo, anche per noi; * Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli com me *. Cosi è il nostro percorso pasquale, la via dell'incontro col Risorto.

GESU' STETTE IN MEZZO;

E' bellissimo vedere che lui, il Signore, non ha paura, non si ferma, non fa misure su misure per verificare la nostra disponibilità. Lui viene ed entra, anche a porte chiuse. E sta. Cioè si mostra a noi come il Risorto, il Vivente, colui che domina sulla morte, sulle nostre sconfitte che ci fanno accasciare a terra, che ci stendono. Si pone al centro, al cuore della nostra vita, delle nostre situazioni; lui non sta in disparte, ma si coinvolge totalmente, fino in fondo partecipa di ciò che è nostro, di ciò che noi siamo. E si rivela come vero punto di riferimento, come forza di coesione, che tutto attira e accoglie e trattiene e sostiene. Facciamo spazio a Gesù, apriamo a lui il cuore più profondo della nostra vita, del nostro essere.

MOSTRO' LORO LE MANI E IL FIANCO;

Viene col suo dolore, il Signore, a condividere con noi la fatica, il peso, le ferite della vita. Lui per primo è segnato col marchio a fuoco della sofferenza, dell'amore. Non mentisce mai, non camuffa, non fa finta; riporta alla nostra vista la realtà della croce, dela passione, della morte. Non possiamo fare a meno di tutto questo; è il tesoro, la vera ricchezza che ci salva. Non c'è risurrezione senza croce; non c'è amore vero senza dolore.

Questo gesto di Gesù è come un invito all'abbraccio; le sue mani aspettano le nostre; il suo fianco attende di stringere il nostro cuore. Non dobbiamo avere paura, in questa sera di pasqua, quando brillano le ferite del dolore; perchè c'è lui.

I DISCEPOLI GIOIRONO;

Infatti sorge subito la gioia, la felicità. la paura è vinta, il dolore sorpassato, cancellato. I discepoli sono felici, perchè vedono Gesù. L'espressione che Giovanni utilizza è la stessa che descrive la gioia dei Magi, quando videro la stella, dopo il lungo cammino. 

E' finita la notte, il lungo viaggio della fatica è concluso; la meta è raggiunta. Anzi, siamo stati raggiunti, preceduti dall'Amore.

COME IL PADRE HA MANDATO ME, ANCH'IO MANDO VOI;

Succede sempre così; quando nasce un amore vero, non può rimanere nascosto, senza frutti. Il Signore viene a cercarci proprio per questo; unendosi a noi, desidera donarsi ancora di più, raggiungere altri fratelli e sorelle. Lui, il primo inviato, il primo denpo, desidera ancora donare. Prende noi e ci fa come lui, trasformando le nostre povere vite in ricchezza d'amore per tutti . Ma cos'è questa missione, questo invio ?? Lo dice lui  stesso; è lieto annuncio per i poveri, liberazione per i prigionieri, luce per i ciechi,, libertà per gli oppressi, è tempo di grazia. Anche noi, allora, come Gesù, siamo inviati per tutto questo; agnelli per i lupi, offerta per chi non ha nulla.

SOFFIO';

Non viene da noi la capacità di realizzare tutto questo, perchè siamo polvere, povera sabbia sulla riva del mare. Come Adamo, plasmato da polvere del suolo, ma che riceve l'alito di Dio, il suo respiro, la sua vita e così nasce. Anche adesso Dio ritorna per continuare la sua opera di amore creativo; proprio quando tutto sembra finito, spento, sbarrato. Lui sa aprire di nuovo, sa far germogliare vita. E' così che l'alito del risorto ci raggiunge; il Signore soffia dentro di noi, come fa capire il bellissimo verbo greco usato da Giovanni e che non si trova in nessun altro passo del Nuovo Testamento.

RICEVETE LO SPIRITO SANTO;

I doni di Gesù continuano a moltiplicarsi, a crescere; prima la sua presenza certa e vittoriosa, poi le sue ferite glorioso, l'invio, la missione, poi ancora il suo respiro dentro di noi, la sua vita unita alla nostra e ora lo Spirito Santo, che è l'Amore infinito, il bacio che unisce il Padre al Figlio. proprio di questo noi siamo resi partecipi, invitati ad entrare nella relazione, nella comunione, nella fusione di Gesù con il Padre. Ma le parole del Signore ci invitano a rispondere con decisione, con forza, perchè non basta solo ricevere, quasi si trattasse di un'azione passiva; il significato di questo verbo, infatti, è molto più ampio.Ricevre, in senso bibblico, significa anche accogliere, prendere, afferrare, addirittura con una sfumatura di violenza, di forza. Nelle cose di Dio siamo chiamati ad abituarci a ricevere, prendere e poi trattenere, custodire.

E' bello pensare che Gesù aveva pronunciato questa stessa parola nell'ultima cena, offrendo ai suoi il pane e il vino, il suo corpo e il suo sangue. E' una comunione che non finisce mai, che sempre si alimenta, si nutre in questo movimento d'amore reciproco, fatto di accoglienza e di custodia, come in un abbraccio che mai si scioglie. La Pasqua è proprio questo Amore così grande.

 

TOMMASO CHIAMATO DIDIMO;

Non meravigliamoci, adesso, se il Vangelo apre davanti a noi questa scena, che mette in luce tutta la verità di noi stessi. Invitati alla gioia di Dio, fatti partecipi della sua vita, del suo amore, noi ci ritroviamo sempre manchevoli, poveri, inadeguati, assenti. sì, veniamo meno, ci smarriamo, non riusciamo più a ritrovarci, a ritornare. La vicenda di Tommaso è un pò anche la nostra, è inutile negarlo. 

Non per niente lui è chiamato Didimo, * gemello * appunto. E di chi, gemello, se non di noi ? La sua lontananza, dagli altri, il suo andarsene via, le sue prese di distanza, la sua incredulità, la sua chiusura, insomma, sono tutti elementi che non facciamo fatica a ritrovare anche in noi. 

Gli dicevano gli altri discepoli; 

E' bellissimo questo verbo all'imperfetto, che ci aiuta a comprendere lo stato d'animo dei discepoli. Sembra che non facessero più altro che ripetere quanto era loro accaduto; continuamente raccontavano la storia meravigliosa del loro incontro con il Risorto. Non si stancavano, non si scoraggiavano, neanche davanti alla testadarggine di Tommaso e chissà di quanti altri. Fino ai giorni nostri dura quel racconto.

ABBIAMO VISTO IL SIGNORE; 

Il verbo, quì, è al perfetto, per indicare un'azione compiuta, piena, completa, a cui non manca nulla. Con un significato molto forte, che va dalla custodia, alla cura, all'attenzione, allo stare in guardia, questo verbo ci porta in tutta la concretezza di questa esperienza di incontro con il Signore Gesù. Un'esperienza, una visione che cambia la vita e trasforma.

Il segno dei chiodi; Tommaso cerca il segno certo dei chiodi, l'impronta, la traccia inconfondibile della morte che ha colpito il suo maestro. Per due volte ripete questa parola, quasi la grida. E' il pezzo mancante, il buco che lo scava dentro e non gli dà pace. Nel suo dolore cerca il dolore del suo Signore. Anche lui si sente scavato dentro, trapassato da quell'esperienza indicibile e solo lì, dentro quelle ferite, lui potrà ritrovarsi. La parola quì usata viene da un verbo molto forte, che significa percuotere, colpire, ferire; è tutto il mondo interiore che lo abita e che Tommaso vuole portare alla luce, vuole consegnare a Gesù.

Otto giorni dopo; Un tempo lungo, una settimana, che è come un'intera esistenza, tutta una creazione è passata, fino al giorno ottavo, cioè al primo dopo il settimo. Un tempo sacro, lo capiamo subito, una cifra simbolica e carica di luce. E' il giorno della circoncisione, quando la nuova creatura viene consegnata a Dio, nei segni dell'alleanza, del patto eterno di amore e riceve il nome, l'identità. E' il giorno, però, anche del sangue, del taglio che segna la carne, il cuore. Così si entra nel popolo di Dio, a far parte dei suoi figli, i suoi amati; con un abcio e una ferita. Tommaso è proprio in questa situazione, nel suo ottavo giorno. Davanti alle ferite d'amore del suo maestro, anche lui viene colpito, circonciso e cosi nasce, uomo nuovo, viene alla luce dopo una lunga notte.

NON ESSERE INCREDULO, MA CREDENTE;

E dopo tutto questo lungo percorso, con il suo carico di dolore, di dubbio, solitudine, fatica, giungiamo alle battute finali, adavvero ,al vero punto di arrivo, di incontro, dove il Signore ci mette alla prova, ci interroga nel profondo e chiede. Cosa cerca da noi, lui, che tutto possiede, che tutto vince ?? Chiede la nostra risposta al suo amore, al suo dolore, messo così a nudo davanti a noi, nessuna ferita, nessuna lacrima egli ci ha nascosto, ma tutto ha voluto donarci. E allora, davvero, manca solo il nostro sì. Che è fiducia, confidenza, fede e poi anche fedelà.

MIO SIGNORE E MIO DIO:

Tommaso è tutto quì, interamente presente in questo incontro sconvolgente con Gesù, che riconosce come suo Dio e suo signore. Sembra di sentire la voce della sposa, che nel Cantico, grida; * il mio amato è mio e io sono sua *

La fede, in fondo, è proprio un incontro d'amore tra l'uomo e il suo Dio; è una festa di nozze che non ha mai fine. Come già nel racconto evangelico, la porta è stata chiusa per l'inizio della festa, perchè lo Sposo è arrivato; beato chi è ritornato, anche da molto lontano ed è riuscito ad entrare, per partecipare alla danza, stretto alle mano e al fianco del Signore Gesù, pastore ferito, venuto a riprendere anche l'ultima pecora, che ancora mancava.

 

Continua...

IL MAESTRO AL SERVIZIO DEI DISCEPOLI

GIOVANNI 13,1-15

Gesù è consapevole che sta per concludersi il suo cammino verso il Padre e quindi sta per portare a termine il suo esodo personale e definitivo. Tale passaggio al Padre avviene mediante la croce, momento nodale in cui Gesù consegnerà la sua vita a vantaggio dell'uomo.

LAVANDA DEI PIEDI;

Gesù si trova in una cena ordinaria con i suoi. Ha piena coscienza della missione che il Padre gli ha affidato; da lui dipende la salvezza dell'umanità. Con tale consapevolezza vuole mostrare ai * suoi *, mediante la lavanda dei piedi, come si porta a compimento l'opera salvifica del Padre e indicare in tale gesto la donazione della sua vita per la salvezza dell'uomo. E' volontà di Gesù che l'uomo si salvi e uno struggente desiderio lo guida a dare la sua vita e a consegnarsi. E' consapevole che * il Padre gli aveva dato tutto nelle mani *, tale espressione lascia intravedere che il Padre lascia a Gesù la completa libertà di azione.

Gesù inoltre, sa la sua vera provenienza e la meta del suo itinerario è Dio; sa che la sua morte in croce, espressione massima del suo amore, è l'ultimo momento del suo cammino salvifico. La sua morte è un * esodo *; è l'apice della sua vittoria sulla morte, nel suo donarsi ( dare la vita ) Gesù ci rivela la presenza di Dio come vita piena ed esente dalla morte.

Con questa piena consapevolezza della sua identità e della sua completa libertà Gesù si accinge a compiere il grande e umile gesto della lavanda dei piedi.  Il gesto compiuto da Gesù intende mostrare che il vero amore si traduce in azione tangibile di servizio. Gesù si spoglia delle sue vesti e si cinge di un grembiule, simbolo del servizio. Più precisamente gesù che depone le sue vesti è un'espressione che ha la funzione di esprimere il significato del dono della vita. Quale insegnamento Gesù vuole trasmettere ai suoi discepoli con questo gesto ? Mostra loro che l'amore si esprime nel servizio, neldare la vita all'altro come lui ha fatto.

Al tempo di Gesù la lavanda dei piedi era un gesto che esprimeva ospitalità e accoglienza nei confronti degli ospiti. In via ordinaria era svolto da uno schiavo oppure dalla moglie nei confronti del marito e anche dalle figlie verso il loro padre. Inoltre era consuetudine che tale rito della lavanda dei piedi avvenisse sempre prima di mettersi a mensa e non durante. tale inciso dell'azione di Gesù intende sottolineare la singolarità del suo gesto.

E così gesù si mette a lavare i piedi ai suoi discepoli . Il reiterato uso del grembiule con cuì Gesù si è cinto sottolinea che l'atteggiamento del servizio è un attributo permanente della persona di Gesù. Difatti, quando avrà terminato la lavanda, Gesù non si toglie il panno che funge da grembiule. Tale particolare intende sottolineare che il servizio -amore non termina con la sua morte. La minuziosità di tali dettagli mostra l'intento dell'evangelista a voler sottolineare la singolarità e l'importanza del gesto di Gesù. Lavando i piedi dei suoi discepoli Gesù intende mostrare ad essi il suo amore, che è un tutt'uno con quello del Padre. E' davvero sconvolgente questa immagine che Gesù ci rivela di Dio; non è un sovrano che risiede esclusivamente nel cielo, ma si presenta come servo dell'umanità per innalzarla a livello divino. Da questo servizio divino scaturisce per la comunità dei credenti quella libertà che nasce dall'amore e che rende tutti i suoi membri * signori * ( liberi ) perchè servi. E'come dire che solo la libertà crea vero amore. D'ora in poi il servizio che i credenti renderanno all'uomo avrà come scopo quello di instaurare rapporti tra gli uomini in cuì l 'uguaglianza e la libertà siano una conseguenza della pratica del servizio reciproca. gesù con il suo gesto intende mostrare che qualsiasi dominio o tentativo di sopravvento sull'uomo è contrario all'atteggiamento di Dio che, invece, serve l'uomo per elevarli a sè. Inoltre non hanno più senso le pretese di superiorità di un uomo sull'altro, perchè la comunità fondata da Gesù non ha caratteristiche piramidali, ma dimensioni orizzontali, in cuì ciascuno è a servizio degli altri, sull'esempio di Dio e di Gesù.

In sintesi, il gesto che Gesù compie esprime i seguenti valori; l'amore verso i fratelli chiede di tradursi in accoglienza fraterna, ospitalità, cioè in servizio permanente.

RESISTENZA DI PIETRO;

La reazione di Pietro al gesto di Gesù si esprime in atteggiamenti di stupore e protesta. Anche nel modo di rapportarsi a Gesù avviene un cambiamento; Pietro lo chiama * Signore *. tale titolo riconosce a Gesù un livello di superiorità che stride con il * lavare * i piedi, un'azione che compete, invece, a un soggetto inferiore. La protesta è energicamente espresa dalle parole; tu lavi i piedi a me ?. Agli occhi di Pietro questo umiliante gesto della lavanda dei piedi è sembrato come un'inversione dei valori che regolano le relazioni tra Gesù e gli uomini; il primo è il Messia, Pietro è un suddito. Pietro disapprova l'uguaglianza che Gesù vuole creare tra gli uomini.

A tale incomprensione Gesù risponde invitando Pietro ad accogliere il senso del lavargli i piedi come una testimonianza del suo affetto verso di lui. Più precisamente gli vuole offrire una prova concreta di come lui e il Padre lo amano. 

Ma Pietro non desiste; rifiuta categoricamente che Gesù si metta ai suoi piedi. per Pietro ognuno deve ricoprire il suo ruolo, non è possibile una comunità o una società basata sull'uguaglianza. Non è accettabile che Gesù abbandoni sua posizione di superiorità per rendersi uguale ai suoi discepoli.  tale idea del Maestro disorienta Pietro e lo porta a protestare. Non accettando il servizio d'amore del suo Maestro, non accetta neanche che muoia in croce per lui. E', come dire, che Pietro è lontano dalla comprensione di cosa sia il vero amore, e tale ostacolo è di impedimento perchè Gesù glielo mostri con l'azione.

Intanto se Pietro non è disposto a condividere la dinamica dell'amore che si manifesta nel servizio reciproco non può condividere l'amicizia con Gesù e rischia, davvero, di autoescludersi.

In seguito all'ammonimento di Gesù; * Se non ti laverò, non avrai parte con me *, Pietro aderisce alle minacciose parole del maestro, ma senza, però, accettare il significato profondo dell'azione di Gesù. Si mostra aperto, disposto a farsi lavare da Gesù, non solo i piedi, ma, anche le mani e la testa. Sembra che a Pietro sia più facile accettare il gesto di Gesù come un'azione di purificazione o abluzione piuttosto che come servizio. Ma Gesù gli risponde che i discepoli sono diventati puri ( puliti ) nel momento in cuì hanno accettato di lasciarsi guidare dalla Parola del Maestro, rifiutando quella del mondo. Pietro e i discepoli non hanno più bisogno del rito giudaico della purificazione ma di lasciarsi lavare i piedi da Gesù, ovvero di lasciarsi amare da Lui, gesto che conferisce loro dignità e libertà.

IL MEMORIALE DELL'AMORE

Al termine della lavanda dei piedi Gesù intende dare alla sua azione una validità permanente per la sua comunità e nello stesso tempo lasciare ad essa un memoriale o comandamento che dovrà regolare per sempre le relazioni fraterne .

Gesù è il Signore, non nella dimensione del dominio, ma in quanto comunica l'amore del Padre ( il suo Spirito ) che ci rende figli di Dio e idonei a imitare Gesù che liberamente dona l'amore ai suoi. tale atteggiamento interiore Gesù ha inteso comunicarlo ai suoi, un amore che non esclude nessuno, neppure Giuda che sta per tradirlo. Quindi se i discepoli lo chiamano Signore, devono imitarlo; se lo considerano Maestro devono ascoltarlo.

Continua...

L'AMORE SCONFINATO

PASSIONE DI GESU' (Lc 22,14-23,56 )

Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mis passione; Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finche non sia compiuto. Luca ci offre uno sprazzo di luce sulla dimensione interiore di Gesù, mentre si appresta a patire e morire; ciò che lo spinge è, come sempre per lui, la scelta radicale di adeguarsi alla volontà del Padre, ma s'intravede in queste parole anche un umanissimo desiderio di fraternità, di condivisione, di amicizia. 

E ricevuto un calice, rese grazie. Non siamo ancora al calice eucaristico propriamente inteso, ma solo alla prima delle quattro coppe di vino che si consumano nel corso della cena pasquale.

Da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non verrà il regno di Dio; Secondo accenno esplicito alla morte ormai prossima. E' una ripresa degli annunci della passione e, come quelli, richiama implicitamente anche alla risurrezione. Il tono, comunque, pur nella serietà del momento contiene gli accenti della speranza e dell'attesa escatologica, con la certezza che il Padre non lo abbandonerà alla morte. Gesù è conscio di ciò che dovrà affrontare, ma si dimostra profondamente sereno, interiormente libero, sicuro del proprio destino ultimo e degli esiti ultimi di quanto sta per succedergli.

Il racconto dell'istituzione dell'Eucaristia contiene molte affinitàcon quello riferito da Paolo ( 1 Cor 11,23-25 ) e ha un marcato carattere sacrificale; Gesù si mette in stato di oblazione e non offre delle cose, ma se stesso, a beneficio di chi crede in lui.

LA MANO DI COLUI CHE MI TRADISCE E' CON ME, SULLA TAVOLA; Mangiando con lui, Gesù ammette anche Giuda alla comunione con sè, eppure è ben cosciente che questo discepolo sta per tradirlo definitivamente. Il contrasto è stridente e voluto dall'evangelista, come altre volte nel corso di questo racconto.

Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; Al contrario di Giuda, gli altri discepoli sono * perseveranti con Gesù nelle prove *,  perchè gli sono rimasti accanto, almeno fino a questo momento. Il Signore, dunque, riconosce che essi hanno raggiunto un alto grado di comunione con lui, tale da meritare loro uno speciale onore nella gloria del Padre.  E', dunque, Gesù stesso che istituisce uno stretto parallelo fra la comunione costante dei suoi discepoli ( quelli di allora come quelli di oggi ) con la sua sofferenza e la condivisione finale ed eterna della sua gloria.

Simone; ecco; Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perchè la tua fede non venga meno; Questo piccolo brano sembra riportato da un altro contesto. L'accenno di Gesù a satana e alla sua azione verso i discepoli riporta a quanto l'evangelista aveva segnalato sulle cause del tradimento di Giuda e fa quasi un parallelo con la prospettiva lucana della passione come ultimo assalto di satana nei confronti di Gesù. Pietro viene difeso dalle insidie del tentatore dalla preghiera di Gesù stesso e dal fatto di aver decisamente scelto di essere discepolo del Signore, perchè ha una missione particolare nei confronti dei suoi fratelli di fede. Gesù si premura anche di preavvisarlo; a lui, come agli altri discepoli, la terribile passione di Gesù costerà una dura lotta contro satana e i tanti agguati che, sotto diverse forme, tende ai discepoli che saranno accanto a Gesù nelle varie fasi della sua passione a motivo della terribile prova cui Egli verrà sottoposto; in queste ultime parole è apertamente riferito il testo di Isaìa sul * Servo sofferente *, con il quale Gesù viene chiaramente identificato.

Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte......  Pietro, io ti dico; oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi;  Pietro è un uomo dal carattere generoso, anche un pò frettoloso, come dimostra la sua dichiarazione, che sembra costringere Gesù a dichiarare la previsione del suo rinnegamento.  Come nei versetti 24-27 i capi della comunità cristiana venivano messi di fronte alla propria responsabilità di * servi * della fede dei fratelli loro affidati, ora viene ad essi richiamato il dovere della prudenza e della vigilanza su se stessi, sulla propria debolezza.

Il racconto dell'agonia morale-spirituale nel Getsemani segue molto da vicino quello di Marco, eccetto che per alcuni particolari, specialmente il riferimento alla teofania consolatoria mediante la presenza dell'angelo.  Gesù intensifica la propria preghiera, mentre si avvicina il momento più difficile e insidioso della propria vita. Il Getsemani, come Luca segnala, era il luogo * solito * dei pernottamenti di Gesù a Gerusalemme.

Con l'arresto, inizia la vera e propria passione di Gesù. Questo racconto di passaggio presenta gli avvenimtni seguenti come * l'ora delle tenebre * e mostra Gesù come colui che vince e vincerà sulla violenza mediante la pazienza e la capacità di amare anche i propri persecutori; spiccano, perciò, le parole tristi ma amorevole che egli rivolge a Giuda; * Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo ? *. 

Il processo giudaico non subisce evoluzioni nel corso della notte. Di Gesù prigioniero non viene riferito alcunchè, fino al mattino. Quest'assenza di notizie circa quanto avviene a Gesù subito dopo l'arresto e fino all'inizio del processo è tipica di Luca.

Pietro disse; O uomo, non so quello che dici.. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto... E' uscito fuori, pianse amaramente. L'incrocio dei due sguardi, avvenuto chissà  come nell'agitazione di quella notte interminabile, segna la presa di coscienza di Pietro; nonstatnte le sue spavalde dichiarazioni di fedeltà, si è realizzato quanto Gesù gli aveva detto poco prima. In quello sguardo, Pietro sperimenta in prima persona la misericordia del Signore di cui aveva sentito parlare da Gesù; non nasconde la realtà del peccato, ma la guarisce riportando l'uomo alla piena coscienza della propria realtà e dell'amore personale di Dio per lui.

Tu dunque sei il Figlio di Dio ??...  *Voi stessi dite che io lo sono....*. Che bisogna abbiamo ancora di testimonianza ?? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca; Il processo giudaico inizia ufficialmente con le prime luci del giorno ed è centrato sulla ricerca dell prove in base alle quali condannare a morte Gesù. Secondo Luca, quindi, i capi giudei non sono ricorsi a false testimonianze, ma- pur nella loro feroce avversione verso Gesù- si sono comportati con una certa correttezza giuridica verso di lui.

Gesù rispondendo positivamente alla domanda * Sei tu il figlio di Dio ?*, si mostra pienamente cosciente della propria dignità divina. In forza di essa, la sua sofferenza, la sua morte e la sua risurrezione sono testimonianza eloquente del Padre e della sua volontà benefica verso l'umanità.  In questo modo, però, egli * firma * la propria condanna a morte; è un bestemmiatore che profana il Nome e la realtà di JHWH,perchè se ne dichiara esplicitamente * figlio *.

Sei tu il re dei Giudei ??.... * Tu lo dici...*. Costuì solleva il popolo, insegnando *: Siamo al passaggio dal processo giudaico a quello romano; i capi ebrei consegnano il condannato al governatore perchè esegua la loro condanna e, per offrirgli una motivazione a lui accettabile, * addomesticano * i moventi della loro condanna, mostrandoli sotto un aspetto politico. Gesù, perciò, viene presentato come sobillatore del popolo e usurpatore del titolo regale d'Israele ( che ormai era divenuto quasi soltanto un ricordo o un'onorificenza ).

Lo strumento mediante il quale Gesù avrebbe perpetrato il suo reato, guarda caso, è la sua predicazione; quella parola di pace e di misericordia che aveva sparso a piene mani viene ora usata contro di lui !

Gesù conferma l'accusa, ma certamente la sua regalità non è davvero quella che veniva accusato di cercare, bensì uno dei riflessi della sua natura divina. Questo, però, nè Pilato nè gli altri sono in grado di capirlo.

Lo mandò da Erode; Pilato, avendo forse intuito che si cercava di coinvolgerlo in un * gioco sporco *, tenta probabilmente di disfarsi del prigioniero, addulcendo il rispetto della giurisdizione; Gesù appartiene a un distretto che non ricade, inquel momento storico, sotto la diretta responsabilità dei Romani, ma dipende da Erode Antipa.

Questi è presentato dai vangeli come un personaggio decisamente ambiguo; ammira ed è avverso a Giovanni Battista, a causa dei rimproveri del profeta contro la sua situazione matrimoniale irregolare e quasi incestuosa, infine lo arresta e poi lo fa uccidere per non fare una cattiva figura con i suoi ospiti. Poi cerca di conoscere Gesù per pura curiosità, avendone conosciuta la fama di operatore di miracoli, imbastisce un processo contro di lui, lo interroga di persona, ma poi - dinanzi al suo ostinato silenzio - lo abbandona agli scherni dei soladti, com'era avvenuto al termine del processo religioso- come avverà quando Gesù sarà crocifisso. Finisce col rimandarlo a Pilato.

Luca conclude questo episodio con una intererrante annotazione; il gesto di Pilato inaugura una nuova amiciazia fra lui ed Erode. Sulla limpidezza delle motivazioni di tale amiciazia le circostanze parlano chiaramente.

Mi avete portato quest'uomo come agitatore del popolo.... , non ho trovato in quest'uomo nessuna delle colpe di cuì lo accusate.  Come aveva anticipato nel primo incontro con Gesù e come ripeterà in seguito, Pilato dichiara di ritenerlo innocente. Cerca di convincere i capi e il popolo a lasciare andare Gesù, ma essi hanno ormai deciso la sua morte e insistono che sia condannato a morte.

In cosa è consistito l'interrogatorio effettuato dal governatore ?? Ben poco, a giudicare dalle poche frasi riportate da Luca. Eppure, Gesù ha risposto positivamente a Pilato, dichiarandosi * re dei Giudei *! A questo punto, è evidente che Pilato non lo considera un uomo pericoloso a livello politico, nè per l'ordine pubblico, forse anche perchè il tono della dichiarazione di Gesù non lasciava dubbi in questo senso.

E' abbastanza evidente l'intento dell'evangelista, che cerca di attenuare le responsabilità del governatore romano. Questi, tuttavia, è conosciuto dalle fonti storiche come un'uomo, per natura inflessibile e, in aggiunta alla sua arroganza, duro, capace solo di concussioni, di violenze, rapine, brutalità, torture, esecuzioni senza processo e crudeltà spaventose e illimitate, e che egli amava provocare la nazione a lui affidata, ricorrendo ora a sgarbi, ora a dure repressione.

Dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà;  Il fatto di essere ritenuto innocente, comunque, non avrebbe risparmiato a Gesù una dura * punizione *, inflitta solo per non lasciare troppo deluse le attese dei capi giudei.

Togli di mezzo costuì!! Rimettici in libertà Barabba!. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere; Alla fine, Pilato cede totalmente alle insistenze dei capi e del popolo, pur se non pronuncia alcuna condanna formale nei confronti di Gesù. 

Barabba, vero delinquente e agitatore politico, diventa così il primo uomo salvato ( almeno in quel momento ) dal sacrificio di Gesù.

Presero un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui; Simone e le donne, più che testimoni privilegiati della passione, sono, in Luca, dei modelli di discepolato, persone che mostrano fattivamente al lettore come seguire il Signore. Grazie a loro e alla folla, inoltre. Egli non è solo mentre si avvicina alla morte, ma è attorniato da uomini e donne che gli sono profondamente ed emotivamente vicni, pur se hanno bisogno di convertirsi, cosa alla quale egli non manca di richiamarli, nonstante la sua terribile situazione.

Simone di Cirene viene * preso *, ma Luca non lo mostra riluttante nell'aiutare il Signore. La gran folla, è anch'essa, vivamente partecipe di quanto avviene a Gesù. Ciò crea un contrasto stridente con la folla che, poco prima, ne ha preteso la condanna a morte da Pilato.

Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno; Luca evidenzia la preoccupazione principale del Signore crocifisso che, pur nell'atroce dolore fisico causato dalle operazioni di crocifissione, prega per loro il Padre; non gli interessa la propria condizione nè le cause storiche che l'hanno prodotta, ma solo la salvezza di tutti gli uomini. Come lui, farà il martire Stefano, a dimostrare il carattere paradigmatico della vita e della morte di Gesù per l'esistenza di ogni cristiano.

Per sottolineare questo deciso orientamento di Gesù, Luca omette il grido dal tono angosciato che riferiscono gli altri sinottici; Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato??

Crocifissero lui e i due malfattori.... Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose; In verità ti dico; oggi con me sarai nel paradiso; L'episodio del dialogo con uno dei suoi compagni di condanna è emblematico del modo in cuì Luca comprende la morte di Gesù; un atto di autodonazione compiuto per amore e nell'amore per portare a salvezza il maggior numero di uomini, di qualunque condizione e in qualunque situazione si trovino.

Oggi; ( v.43 ); Il ladrone aveva parlato al futuro, ma Gesù gli risponde utilizzando il verbo al presente; la salvezza che Egli dona agisce subito, gli * ultimi tempi * iniziano con questo evento salvifico.

* Con me sarai * ; Espressione che indica la piena comunione che vige fra Dio e coloro che egli accoglie presso di sè nell'eternità. Secondo alcuni scritti apocrifi tardo-giudaici, il Messia doveva proprio aprire le porte del paradiso. 

Era già verso mezzogiorno... Gesù gridando a gran voce; * Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito *. Detto questo, spirò.  le ultime parole di Gesù, per la loro indole, sembrano in contrasto con la notizia dell'alto grido, che le precede.

Giunto agli estremi della sua vita umana, Gesù compie un supremo atto di fiducia nel Padre, per la cuì volontà Egli è arrivato a tanto. In queste parole si può intravedere un accenno alla risurrezione; il Padre gli riconsegnerà questa vita che ora Gesù gli affida.

Luca racconta molto stringatamente gli ultimi momenti di Gesù; non gli interessa indulgere su particolari che offrirebbero solo soddisfazione a una certa macabra curiosità, la stessa che attirava e attira tanti spettatori alle esecuzioni capitali in tutte le piazze del mondo.

                         

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo; * Veramente quest'uomo era giusto *. Così pure tutta la folla... ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava percuotendosi il petto;  L'efficacia salvifica del sacrificio di Gesù agisce quasi immediatamente, con la sola evidenza dei fatti avvenuti; pagani ( come il centurione che ha comandato il plotone incaricato dell'esecuzione ) e Giudei ( la gente ) iniziano a cambiare. Il centurione * glorifica Dio * e sembra essere a un passo dal diventare un credente cristiano. Le folle giudee, forse senza accorgersene, si allontanano compiendo gesti di pentimento come Gesù ha chiesto alle donne di gerusalemme.

Tutti i suoi conoscenti... stavano, da lontano a guardare tutto questo; A preudente distanza, conoscendo le disposizioni romane che proibivano eccessivi gesti di lutto per i condannati alla croce ( pena il subire la stessa condanna ), il gruppo dei discepoli assiste attonito a tutta la scena. Luca non riporta alcun accenno alle loro emozioni o atteggiamenti; forse, il dolore e la violenza li hanno storditi fino al punto da renderli incapaci di qualsiasi reazione visibile.

Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia; Gesù ha davvero subìto il supplizio. E' davvero morto, come tanti altri uomini prima e dopo di lui, sulla croce, in un comune corpo di carne. Quest'evento senza il quale non vi sarebbe salvezza nè vita eterna per alcun uomo è verificato dal fatto che è necessario seppellirlo, tant'è vero che Luca si dilunga in alcuni particolari riguardanti il veloce rito di sepoltura realizzato da Giuseppe.

Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto; Come il Creatore si riposa nel giorno settimo della creazione, consacrando così il sabato, ora il signore fa il suo sabato nella tomba.

Nessuno dei suoi, ormai, sembra più capace di attendersi qualcosa; le parole di Gesù sulla risurrezione sono apparentemente dimenticate. le donne si limitano a preparare gli olì per rendere più dignitosa la sepoltura del Maestro.

 

 

 

 

Continua...


 

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