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Preghiamo insieme
31.10.2020 22:38Suona allarme della coscienza
12.10.2020 22:14ABBANDONARE IL MALE
28.09.2020 15:44SMETTI DI ODIARE
21.09.2020 22:10Grazie
11.07.2020 16:42Ombre del superbo
04.07.2020 22:42Essere un gigante
26.06.2020 22:24Sei un cristiano ???
21.06.2020 22:51Chiedi a Gesù la docilità...
21.06.2020 22:47Blog
PERCHE' MI CERCAVATE ??
26.12.2015 16:36MARIA E GIUSEPPE INCONTRANO GESU' TRA I DOTTORI NEL TEMPIO DI GERUSALEMME ( Lc 2, 41-52 )
Ci troviamo nei cosiddetti racconti dell'infanzia secondo Luca, ( cap.1-2 ). Un prologo teologico e cristologico più che storico, in cui vengono presentati i motivi che ritorneranno frequenti nella catechesi lucana; il Tempio, il viaggio verso Gerusalemme, la filiazione divina, i poveri, il Padre misericordioso, ecc. Con una lettura retrospettiva, nell'infanzia di Gesù già appaiono evidenti i segni della sua vita furura. Maria e Giuseppe conducono Gesù a Gerusalemme per partecipare a uno dei tre pellegrinaggi ( a Pasqua, a Pentecoste, per la festa delle Capanne ) prescritti dalla legge. Durante i sette giorni legali di festa, la gente partecipava al culto ed ascoltava i rabbì che discutevano sotto il portico del Tempio. Il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, la città che il Signore ha scelto per sua sede, dov'è il Tempio, unico luogo di culto per giudaismo. Gerusalemme è il luogo in cui si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo, il luogo della sua dipartita e delle apparizioni del risorto.
I genitori si misero a cercarlo con ansia e affano. Come è possibile perdere un figlio, non accorgersi che Gesù non è nella carovana?? E' il Cristo che deve seguire gli altri o il contrario ?? Dopo tre giorni termina la passione e ritrovano Gesù nel Tempio, tra i dottori, insegnando, tra lo stupore generale. Cominciano a svelarsi le caratteristiche della sua missione che trovano il loro compendio nelle prime parole pronunciate da Gesù nel vangelo di Luca; Perchè mi cercavate ?? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio ?? Ma chi ' il padre suo ?? Perchè cercarlo ?? E' lo stesso Padre delle ultime parole di Gesù, secondo Luca sulla croce; Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito e nell'ascensione al cielo; Ed ecco; io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso. Occorre, prima di tutto, obbedire a Dio, come ben aveva capito Pietro, dopo la Pentecoste, cercare il Regno di Dio e la sua giustizia , cercare il Padre nella preghiera, cercare Gesù per seguirlo. Gesù dichiara la sua dipendenza - io devo - nei confronti del Padre celeste. Egli ce lo fa conoscere nella sua immensa bontà, ma con ciò crea anche una distanza e una rottura nei confronti dei suoi. Prima dei legami affettivi, della realizzazione personale, degli affari viene il progetto di Dio. Padre, se vuoi, allontana da me questo calice ! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà.
Per la madre Maria comincia a realizzarsi la profezia di Simeone, ma essi non compresero . L'incomprensione dei suoi è anche quella dei discepoli di fronte all'annuncio della passione. Ribellarsi ?? Sottomettersi ?? Andarsene ?? Gesù scese con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso, dice Luca, e Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
L'atteggiamento di Maria esprime lo sviluppo della fede di una persona che cresce e progredisce nell'intelligenza del mistero. Gesù rivela che l'obbedienza a Dio è la condizione essenziale per realizzarsi nella vita, per un cammino di condivisione nella famiglia e nelle comunità. L'obbedienza al Padre è ciò che ci rende fratelli e sorelle, c'insegna a obbedirci l'un l'altro, ad ascoltarci l'un l'altro e a riconoscere l'uno nell'altro il progetto di Dio. In questo clima si creano le condizioni per crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini, e camminare insieme.
NATALE DEL SIGNORE
24.12.2015 16:33UN BAMBINO E' NATO PER NOI
Per riconquistare gli uomini, per sollevarli verso di sè, per parlare con loro, Dio è venuto quaggiù come un bambino, come un balbettìo che è facile soffocare. E molti effettivamente lo soffocano. Lo soffocano facendo del Natale la festa del consumo, dello spreco istituzionalizzato; festa dei regali e dei lustrini, della tredicesima e del panettone, festa di una certa poesia di generale bontà, di un sentimentalismo che si vernicia di generosità e commozione.
Altri soffocano DIO-BAMBINO impedendogli di crescere; Dio rimane bambino per tutta la loro vita; una freagile statuetta di terracotta, relegata in una scatola, che si depone nella bambagia una volta all'anno; solo una scusa per dare un certo * colore * religiorso. Le parole che questo bambino ha portato agli uomini non sono ascoltate; sono impegnative ed inopportune.
VENNE FRA LA SUA GENTE
La venuta di Gesù, non è una tradizione annuale, non è un mito, non è una favola. Gesù è parte vera della nostra storia umana. Il senso teologico della venuta di Cristo non distrugge di per sè la cornice festosa e la poesia del Natale, ma la ridimensiona e la colloca nel giusto contesto; Gesù che nasce è la Parola di Dio che si fa carne; noi, esseri umani, siamo portati forse a soffermarci di più sul bambino, tenero e fragile, che non sul suo aspetto di Verbo Incarnato. Per questo nella liturgia di oggi il lieto annuncio della nascita di Cristo ci viene dato con le parole di Luca e con quelle di Giovanni. Luca si sofferma su alcuni paricolari storici che ci danno una sufficiente garanzia di storicità e credibilità e ci mostrano un Gesù povero, figlio di umili artigiani, un numero soltanto in una remota provincia dell'impero romano, un portatore di tutte le promesse dell'Antico Testamento, anche se in un modo un pò diverso da quello atteso e sospirato dal popolo ebraico, tanto che solo i poveri, gli * svuotati *, i vigilanti lo riconoscono. Giovanni inserisce l'Incarnazione nel piano della storia della salvezza. Come attraverso il Verbo eterno era sbocciato la prima creazione, per opera dell'Incarnazione dello stesso Verbo avviene una nuova creazione; l'uomo accede alla condizione di figlio di Dio; il rapporto uomo-Dio che il peccato aveva interrotto è risaldato in Cristo. Divenuto figlio di Dio l'uomo è in grado di realizzare il suo compito di creatura; egli può rivolgersi a Dio e chiamarlo * padre * ed è libero perchè è figlio e non servo, ed ama gli altri uomini prechè fratelli.
UN UOMO COME NOI
Non è facile neppure tentare di descrivere l'unico grande mistero dell'Incarnazione di Dio. Come scrive Giovanni, * non basterebbe tutti i libri della terra *.
In tutte le testimonianza della fede cristiana primitiva è chiara una cosa; nell'ambito della storia si presenta un uomo, un uomo come tutti noi, tale però che in tutta la sua esistenza terrena, dalla nascita fino alla teribile morte in croce, oltrepassa le dimensioni dell'umano e proprio per questo ci apre una porta che fa intravedere la trascendenza dell'esistenza umana. Un uomo che compie segni straordinari e pronuncia parole che non tramontano; mette in pretica l'amore come nessun altro e rivela che cosa è l'amore che salva gli uomini; è immagine e segno di Dio in questo mondo. Un uomo, nel quale l'eterno irrompe nel tempo, attravreso il quale gli uomini vengono a conoscere le profondità e le altezze della esistenza umana.
Egli diventa speranza per gli uomini destinati alla morte, poichè morendo ci meritò la vita e ci aprì un nuovo futuro. Tutto ciò si rivela già nella sua nascita; il debole bambino che giace nella mangiatoia è il salvatore del mondo.
BEATA SEI TU VERGINE MARIA PERCHE' HAI CREDUTO ( Lc 1, 39-45 )
19.12.2015 21:47All'annuncio dell'angelo Maria dice; Ecco, io sono la serva del Signore. In quel momento essa diventa la madre di Gesù. E appena sa che una sua anziana cugina, Elisabetta, ha bisogno di lei, subito entra in quello spirito di servire, di donarsi che Gesù ha iniziato. Maria si alzò e andò in fretta ..... la parola passa all'azione,
Maria va a visitare Elisabetta;
Luca mette l'accento sulla prontezza di Maria nel rispondere alle esigenze della Parola di Dio. L'angelo le annuncia che Elisabetta è incinta e immediatamente Maria si mette in cammino per verificare ciò che l'angelo le ha annunciato. Esce di casa per anadre a servire una persona che ha bisogno di aiuto. Da Nazaret fino alle montagne della Giudea i chilometri sono più di 100. Non c'erano nè pullman, nè treni. Maria ascolta la Parola e la mette in pratica in modo assasi efficiente.
Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto. E' il messaggio di Luca alla comunità; credere nella Parola di Dio, che ha la forza di realizzare ciò che ci dice. E' la Parola che crea. Genera vita nuova nel seno di una vergine, nel seno del popolo povero e abbandonato che l'accoglie con fede. Questo l'elogio che Elisabetta fa a Maria si completa con l'elogio che Gesù fa di sua madre; * Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
Dopo l'elogio di Elisabetta, Maria inizia proclamando la svolta avvenuta nella sua vita sotto lo sguardo amoroso di Dio, pieno di misericordia, canta felice il suo magnificat; l'anima mia magnifica il Signore.....
RALLEGRATEVI SEMPRE NEL SIGNORE
12.12.2015 16:16IL SIGNORE E' VICINO RALLEGRATEVI ( lettera di San Paolo ai Filippèsi )
La gioia di cui parla la Parola di Dio è un altra cosa; nasce nel cuore e riempie il cuore di pace. E' una serenità diffusa, una sicurezza tranquilla. Nemmeno il dolore può sommergerla, perchè fondamenta su motivi saldissimi.
Quali sono i motivi della gioia dei cristiani ??
Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico, Dopo aver ammonito severamente, Dio perdona chi si riconosce peccatore e si pente; ecco il primo motivo di gioia. Il secondo è il Signore è vicino a noi, è con noi. Gesù, Dio-uomo è con noi, è il Salvatore . Il Signore è mia luce e mia salvezza, è vicino a noi come amico, come Padre. Qualunque cosa ci capiti, siamo nelle sue mani, sotto i suoi occhi. E' vicino come una mamma che consola il figlio ammalato e stanco. Dobbiamo alimentare la gioia di questa vicinanza con la preghiera, cioè parlando con Dio. * In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
ALTRUISTA;
Le folle interogavano Giovanni dicendo; cosa dobbiamo fare ??? Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ha, ....
E' l'amore cristiano che ribalta ogni egoismo, tra gli individui e tra i popoli. I Padri del Concilio Vaticano II in nome di Dio ci hanno insegnato; * Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e popoli, così che i beni creati debbono, secondo un equo criterio, essere partecipati a tutti, avendo come guida la giustizia e compagna la carità. A tutti gli uomini spetta il diritto di avere una parte di beni sufficienti a sè e alla propria famiglia.
ESSERE ONESTO AL PROPRIO DOVERE ;
I pubblicani e alcuni soldati interogavano Giovanni; Cosa dobbiamo fare?? Disse loro Giovanni; Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato, e ai soldati; Non approfittate delle armi per maltratare e rubare .
E' un insegnamento per noi. Ognuno ha un ruolo da svolgere nella società; operaio, impiegata, commerciante, insegnante, soldato,.. Questi ruoli occupano una parte molto grande del nostro tempo e della nostra vita. Ora capita che la realtà di essere cristiano, figlio di Dio, la mettiamo al centro della vita quando siamo semplici persone, ma la dimentichiamo spesso quando esercitiamo il nostro ruolo.
ORA COSA DOBBIAMO FARE ??
Dobbiamo essere cristiani, amare gli altri, servirli, volere il loro bene, sia come persone private, sia mentre esercitiamo il nostro ruolo nella vita. Il cristianesimo non è un'attività del tempo libero. E' pensare e vivere come pensava e viveva Gesù, i ogni momento della nostra vita.
RALLEGRATI, PIENA DI GRAZIA ...!!
07.12.2015 17:07AVE, PIENA DI GRAZIA.... ( Lc 1,26-38 )
Per il saluto di Gabriele a Maria Luca utilizza la parola greca * chairè. Era il saluto usato comunemente quando si incontrava una persona. Però di per sè la parola è l'imperativo signolare del verbo * chairein e significa * esulta *. Tenendo conto che nei testi profetici la Figlia di Sion, personificazione del popolo di Israele, viene invitata a rallegrarsi per la salvezza, pare molto probabile che Luca intende il saluto angelico nel suo senso etimologico. Maria è la Figlia di Sion, personificazione e compimento di Israele, che viene invitata alla gioia perchè la salvezza tanto attesa è finalmente giunta e questo proprio attraverso il suo assenso alla parola che le viene rivolta.
Maria viene salutata come * piena di grazia *. Nel testo originale greco si tratta di una sola parola, participio passivo il cui soggetto sottinteso è Dio. E l'angelo stesso che interpreta questa parola quando risponde allo stupore- turbamento di Maria, dicendo * Hai trovato grazia presso Dio *. Dio colma Maria, del suo favore chiamandola a diventare madre di suo Figlio. L'iniziativa è di Dio. E' lui che l'ha scelta e preparata per questa vocazione che ora le propone.
Il mistero di ogni chiamata divina è racchiuso quì. Da una parte Dio sceglie e pian piano prepara la persona alla sua missione, ma dall'altra, il chiamato sperimenta la sua vocazione come un'irruzione divina che rompe il flusso tranquillo della sua esistenza...
ECCO LA SERVA DEL SIGNORE
Maria allora fa le sue domande.Vuole discernere prima di dare il suo assenso. Questa, secondo Luca, è una caratteristica che conserverà, una caratteristica tutta sua. Cerca di capire quanto può, poi si arrende, si getta in questa avventura che Dio le propone, perchè crede che * nulla è impossibile a Dio *. Dio sarà davvero con lei e compirà in lei e per mezzo suo le sue meraviglie. Maria si abbandona a Dio, piena fiducia. Ma questo non vuol dire che diventa schiava, oggetto passivo nelle mani di Dio. * Servo di Dio * è un titolo di onore che nell'Antico Testamento viene dato a quelle persone che espletano, per vocazione divina, una funzione decisiva nella storia di salvezza, come ad esmpio Abramo, Mosè, Giosuè, Davide e i profeti.
Quindi Maria si riconosce collaboratrice di Dio e dà una risposta entusiasta, espressa in greco con una forma del verbo chiamato ottativo, forma che indica desiderio, che forse possiamo tradurre come * Oh Sì. avvenga di me quanto hai detto *.
PREPARIAMO LA VIA DEL SIGNORE
05.12.2015 21:58L'Avvento è tempo di conversione, tempo per preparare la via del Signore, per raddrizzare i sentieri perchè il regno di Dio venga. L'uomo moderno non è molto attento al tema della conversione a Dio. Di fronte alle gravi sfide che gli si impongono ( fame, ignoranza, guerra, ingiustizia ) mobilita tutte le sue energie, abbandona anche le vie della comodità, si impone una conversione quotidiana; la conversione dell'uomo a se stesso. Ma la conversione a Dio come disponibilità radicale a Lui e rinuncia totale a se stessi, lo lascia insensibile o anche ostile perchè lo rimanda alla sua debolezza e sembra distoglierlo dai suoi compiti reali.
Il cristiano è consapevole di dover contribuire alla realizzazione del disegno di Dio che ha affidato l'universo alle mani operose dell'uomo ( cf IV pregh. euc. ), e alla soluzione dei problemi del mondo, collaborando all'opera di creazione e dando il meglio di se stesso. Ma, tutto ciò, dove si trova la conversione a Dio ?? Se i cristiani perdono il senso della conversione a Dio, e se il cristianesimo presenta soltanto il volto di un umanesimo senza dimensione religiosa si priva il mondo di un dono divino.
SPIANATE LA VIA ;
Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò presente nel mondo ( II pref. dell'avvento ). Con Giovanni Battista, il Precursore, Dio sta per visitare il suo popolo. La voce severa che grida nel deserto ci prepara al giudizio di Dio non con atti puramente esterni e rituali ma con la conversione del cuore. Gesù continuerà in questa linea di conversione; l'opzione per il Regno vorrà dire spogliamento di sè, rinuncia ad ogni forma di orgoglio, disponibilità agli impulsi dello Spirito, obbedienza. L'uomo che vorrà seguire Gesù, l'uomo che vuol vedere * la salvezza di Dio * è chiamato a fare il vuoto in sè, e a perdersi in qualche modo.
Una simile conversione religiosa è accessibile ad ogni uomo, di qualunque condizione sociale o spirituale, non è legata concretamente a nessuna pratica penitenziale anche se tende ad ad esprimersi inazioni significative, ed è proposta a tutti gli uomini, poichè tutti sono peccatori, e Gesù stesso dichiara di essere venuto solo per i peccatori. E' un cambio radicale della mentalità e degli atteggiamenti profondi, che si manifesta in azioni nuove e in una vita nuova; è una disponibilità totale a servizio dell'amore di Dio e degli uomini. Il regno di Dio è dunque in cammino; nessuno potrà arrestarlo.. Il giudizio di Dio sta su di noi come la scure sta alla radice dell'albero. Spetta ai singoli far sì che si tratti di un giudizio di conversione o di un irrimediabile indurimento.
UN CAMMINO SENZA FERMARSI...
L'itinerario che ogni uomo deve percorrere nella sua vita, come pure il cammino di tutta l'umanità nella sua storia, non hanno la scorrevolezza delle moderne autostrade. La continua marcia dell'uomo verso la felicità si apre nella precarietà ed è irta di ostacoli, spezzata da bivi sempre dilanianti.
Eppure l'uomo non desiste da questo suo continuo andare; come il popolo di Israele nel deserto vaga verso la * sua * terra. Cristo è il bivio decisivo sulle strade degli uomini; o con lui o contro di lui. Quella di Cristo è però la strada più ardua; una strada che passa attraverso il sangue e la croce, ma è l'unica che porta a Dio. In Gesù la via dell'uomo e la via di Dio si incontrano. L'invito di Cristo ad ognuno è sempre pressante; * vieni, seguimi *. Non c'è altra strada per giungere a Dio che seguire i passi di Cristo; solo così l'uomo non cammina nel buio e nell'incertezza.
LA VIA DELL'AMORE
Percorrere la strada di Cristo vuol dire incontrarsi con lui; vuol dire puntare decisamente su di lui abbatendo gli ostacoli frapposti. Il segno visibile di questo incontro è la celebrazione eucaristica. Segno non solo della nostra scelta per Cristo, ma anche della scelta degli uomini come fratelli e compagni di viaggio. E' scegliere l'impegnativa strada dell'amore e della giustizia, perchè questa è stata la via di Cristo.
Partecipare all'Eucaristia significa diventare pane per gli altri come Cristo lo è per noi; significa donare la vita per far crescere intorno a noi l'amore e la giustizia.
OGNI UOMO VEDRA' LA SALVEZZA DI DIO
04.12.2015 22:23TEMPO DI CONVERSIONE ( Lc 3, 1-6 )
IL Messia atteso doveva combattere il nemico e il peccato;
Tutto il paese degli ebrei era in quel momento dominato e umiliato dai Romani. L'imperatore Tiberio dominava il mondo da Roma. In Giudea il governatore Ponzio Pilato dominava gli ebrei in nome dell'imperatore. Servi dei Romani erano i principi che governavano le altre regioni del paese. La società ebraica attendeva perciò un Messia, un inviato da Dio, che avrebbe scacciato l'esercito romano che occupava il paese. Il Messia avrebbe riportato la nazione al suo antico splendore, come ai tempi di Davide.
Contrariamente a quello che tutti aspettavano, Giovanni iniziò la sua predicazione con un grido di allarme; non contro il nemico romano, ma contro un nemico più profondo, intimo e devastante; il peccato. * Vi annuncio che Dio è in collera con voi, perchè la vostra condotta è come una strada storta, tortuosa, che impedisce a Dio di venirvi incontro.
Quelle persone che chiedevano a Dio la libertà della nazione, non si accorgevano di essere a loro volta schiavi dell'egoismo, della prepotenza, del denaro. Le autorità, invece di servire i deboli, li opprimevano. I sacerdoti, invece di portare alla gente la voce di Dio che consola, si erano impadroniti della religione per acquistare grande autorità e ammucchiare denaro con le offerte. Gli stessi poveri, invece di aiutarsi, si sfruttavano spesso a vicenda.
LA DENUNCIA DI GIOVANNI;
Con coraggio, Giovanni denuncia il male presente in tutto il popolo e invita al riconoscimento dei propri peccati e alla conversione. Dio è sempre dala parte dell'uomo; * Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio *.
La Chiesa ci propone questa pagina per farci prendere coscienza che anche in noi, che ci prepariamo a rivivere il Natale, può annidarsi lo stesso nemico profondo, intimo, devastante; il peccato. E per dirci che anche per noi la via di uscità è la conversione. Solo così la nostra vita non sarà una storta, tortuosa, che impedisce a Dio di venirci incontro.
Peccato, conversione, perdono di Dio. Sono realtà che forse a qualcuno di noi sanno di sorpassato. Invece Gesù ci insegna che è su queste tre realtà pesanti e decisive che giochiamo la nostra vita. Per questo la Chiesa ci fa pregare; * Raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia.
LA CONOSCENZA DI SE'
Ognuno vede dentro di sè. Ognuno sa dove sono le storture, dove si è fatto il ido l'egoismo, la prepotenza, la sensuatlità, il male. Ognuno sa dove e quando ha detto a Dio ; * Non disturbarmi, che devo fare gli affari miei *. E ognuno sente la sua responsabilità nelle storture comuni, i comportamenti malvagi che sono diventati comportamenti comuni.
DIO MISERICORDIOSO CHE PERDONA
E' Dio che torna a sorridermi, a chiamarmi * figlio mio *. Gesù ha descritto la gioia di Dio nel raccogliere chi se n'era andato. La festa del perdono Gesù ha voluto che fosse perenne nella sua Chiesa. Perchè la conversione non è purtroppo un evento che si verifica una volta per sempre nella vita di una persona. La nostra strada tende ogni giorno a tornare storta, il male tende a rinascere nella vita di tutti i giorni.
L'Avvento è tempo della festa del perdono. Attraverso il sacramento della Penitenza, il Padre è pronto a riabbracciarci, a chiamarci * figlio mio *, a rivestirci della gloria che viene da Dio.
ATTENZIONE...!! DIO PUO' ARRIVARE IN OGNI MOMENTO....
28.11.2015 22:10VEGLIATE IN OGNI MOMENTO....!!!! ( Lc 21,25-28.34-36 ) ( esortazione alla vigilanza )
Dio giunge sempre ! La sua venuta avviene quando meno si aspetta. Può succedere che lui venga e la gente non si renda conto dell'ora della sua venuta ( cf Mt 24, 37-39 ). Gesù dà consigli alla gente, in modo da stare sempre attenti; evitare ciò che possa turbare e appesantire il cuore ( dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita ); pregare sempre chiedendo la forza per continuare ad attendere in piedi la venuta del Figlio dell'uomo. Detto con altre parole, il discorso chiede un duplice atteggiamento ; da un lato, la vigilanza attenta di colui che è sempre accorto; e dall'altro la tranquillità serena di colui che sta in pace. Questo atteggiamento è segno di molta maturità, poichè combina la coscienza della serietà dell'impegno e la coscienza della relatività di tutto.
QUANDO AVVERA' LA FINE DEL MONDO ??
Quando diciamo * la fine del mondo * , di che mondo stiamo parlando ?? La fine del mondo di cui parla la Bibbia o la fine di questo mondo, dove regna il potere del male che schiaccia e opprime la vita ??Questo mondo di ingiustizia avrà una fine. Nessuno sa come sarà il nuovo mondo, poichè nessuno può immaginare ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano. Il nuovo mondo della vita senza morte oltrepassa tutto, come l'albero supera il suo seme.
I primi cristiani erano ansiosi e desideravano conoscere il giorno di questa fine. Ma non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere. L'unico modo di contribuire affinchè possano * giungere i tempi della consolazione da parte del Signore è rendere testimonianza al Vangelo in ogni momento e con ogni azione, fino ai confini della terra.
IL NOSTRO TEMPO ! IL TEMPO DI DIO !!
Quanto però a quel giorno o quell'ora, nessuno lo sa, nè gli angeli nel cielo nè il Figlio, eccetto il Padre. E' Dio che determina l'ora della fine. Il tempo di Dio non si misura con il nostro orologio o calendario. Per Dio, un giorno può essere uguale a mille anni, e mille ann uguali a un giorno. Il tempo di Dio scorre indipendentemente da noi. Noi non possiamo interferire con esso, ma dobbiamo essere preparati per il momento in cui l'ora di Dio si rende presente nel nostro tempo. Ciò che dà sicurezza, non è sapere l'ora della fine del mondo ( di ogni persona ) bensì la parola di Gesù presente nella vita. Il mondo passerà, ma la sua parola rimane in eterno.
CRISTO RE DELL'UNIVERSO
21.11.2015 16:51
IL REGNO DI CRISTO
Gesù Cristo è Re, perchè è l'unico mediatore della salvezza di tutta la creazione. In Lui, tutte le cose trovano il loro compimento, la loro vera consistenza secondo il disegno creatore di Dio. Dio continua a creare per mezzo dell'amore, e tutta la creazione è chiamata, nell'uomo, a partecipare alla sua stessa vita divina, a entrare nella sua Famiglia.
Questo disegno di amore si compie soltanto nell'invio dell'Uomo Dio perchè solo l'Uomo-Dio è capace, nella sua umanità, di far entrare nella Famiglia del Padre. Se tale è il disegno creatore di Dio, è in Gesù Cristo che tutta la creazione trova il punto d'appoggio della sua consistenza definitiva. In questo senso Gesù Cristo è il primogenito di ogni creatura; egli è il Re della creazione perchè egli solo è l'immagine di Dio invisibile, e la realizzazione del disegno creatore dipende unicamente da lui. Ma, poichè la creazione si è staccata dal suo Dio per effetto del peccato, la regalità di Gesù Cristo assume l'aspetto di una riconciliazione universale che egli opera versando il suo sangue sulla
CRISTO RISPETTA LA LIBERTA' E LA RESPONSABILITA' DELL'UOMO
La regalità di Cristo è universale e ha un reale potere su tutte e su tutti; nessuna realtà creata sfugge al suo giudizio supremo. Egli ha acquistato questa regalità per mezzo della sua morte sulla croce in remissione di tutti i peccati. Il primogenito di ogni creatura è pure il primogenito di fra i morti, il risorto.
La regalità di Cristo è un tema cristologico abbondantemente sfruttato nella tradizione ecclesiastica, per le sue concrete incidenze sul ruolo della Chiesa nel mondo. La riflessione teologica su questo argomento ha talora peccato di gratuità; a più riprese si è degradata in una ideologia giustificatrice di una situazione contigente della Chiesa, che alcuni si auguravano di veder continuare. In particolare, il tema è servito per spiegare i rapporti fra Chiesa e il mondo in un * regime di cristianità *, senza tener abbastanza conto del carattere transitorio di quest'ultimo. Quando questo stato di cose ha cominciato a scricchiolare alcuni si sono riferiti alla regalità di Cristo per difendere certe istituzioni e combattere i nemici della Chiesa con spirito non alieno da clericalismo. D'altra parte l'avvento del mondo moderno rischia di mettere in causa una giusta concezione della regalità universale di Cristo, relegandola al puro dominio dello spirito.
LA REGALITA' DI CRISTO E' PER LA REGALITA' DELL'UOMO
La festa di Cristo Re può essere l'occasione per approfondire una verità essenziale della nostra fede e per rivalutare il contenuto di questa regalità nel contesto dei nuovi rapporti Chiesa-mondo. Cristo è Re per creare un popolo regale, la regalità dell'uomo, libero da ogni asservimento dell'uomo, per favorire e accogliere le risorse, le consuetudini, le ricchezze dei popoli, purificarle, consolidarle, elevarle. In particolare, i laici, partecipi della regalità di Cristo, devono operare per la promozione della persona umana, per animare di spirito evangelico le realtà temporali, e dare così testimonianza concreta che Cristo Re è liberatore e salvatore di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. Cristo , l'uomo nuovo, solidale con la comunità umana, eleva e perfeziona, nel suo mistero pasquale, l'attività degli uomini per una migliore, più umana convivenza nella collaborazione, nella fraternità, nella pace.
GESU', IL RE MARTIRE
Gesù dice; Sono venuto per rendere testimonianza alla verità, usando un termine molto forte, che racchiude in sè il significato di martirio, in greco. Il testimone è il martire, colui che afferma con la vita, col sangue, con tutto ciò che è e che ha, la verità in cui crede. Gesù testimonia la verità, che è la Parola del Padre e per questa Parola egli dà la vita. Vita per vita, parola per parola, amore per amore. Gesù è l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio; in Lui c'è solo il sì, per sempre e da sempre e in questo sì Egli ci offre tutta la verità del Padre, di se stesso, dello Spirito e in questa verità, in questa luce, egli fa di noi il suo regno. * Quanti confidano in Lui, comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore *.
Gesù è Re; che ha come trono la croce, come porpora il suo sangue versato, come reggia i cuori degli uomini, poveri come Lui, ma fatti ricchi e consolati da una continua risurrezione.
VEDRANNO IL FIGLIO DELL'UOMO VENIRE SULLE NUBI
13.11.2015 22:37IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO ( Mc 13,24-32 )
Tutto passa, ma non la parola di Dio e la sua promessa di vita. La certezza che le parole del Signore non passeranno mai infonde fiducia a chiunque riflette sulla caducità del mondo e delle cose del mondo. Costruirsi sulla Parola di Dio permetterà che non sussista l'abominio della desolazione e che il sole, la luna e le stelle non perdano il loro splendore. L'oggi di Dio diventa per l'uomo l'unica via per accedere a se stesso perchè, se nelle sue parole l'oggi non sarà mai ieri nè domani, non dovrà più temere la morte.
ALLA FINE DEI TEMPI, CRISTO VERRA' NELLA GLORIA , PER RIUNIRE TUTTI GLI UOMINI NEL SUO REGNO
L'uomo di fede non deve temere la fine dei tempi; egli non ne conosce il momento nè come esattamente avverà, ma la parola invita alla fiducia. Dunque; il cristiano vive penamente il momento dell'attesa; ciò significa non aspettare passivamente l'ingresso nella realtà dei risorti, ma costruire fin da oggi quella realtà, quì, nel tempo. Il cristiano vve questa tensione escatologica, si sente orientato alla pienezza dei tempi.
La venuta di cieli nuovi comincia dunque quì, nell'impegno cristiano di trasformazione della propeia persona, del proprio ambiente di vita, del proprio campo di azione.
SIAMO PELLEGRINI
La condizione del cristiano è quella del pellegrino, in viaggio verso la vera patria che lo attende. L'esistenza terrena è una tappa del viaggio, ma non si esaurisce quì il cammino di un uomo. L'immagine del pellegrino è carica di spunti per trovare il giusto stile della vita cristiana, per incarnare atteggiamenti spirituali importanti. Il pellegrino viveuna precarietà; non ha raggiunto mai la meta, non ha nulla di definitivo da vantare; cammina e va. Così il cristiano vive l'esperienza spirituale del sentirsi * di passaggio *, in cammino, in crescita verso la statura di Gesù Cristo, mai appagato, mai definitivamente sistemato. Il vivere la fede come cammino, come sforzo mai raggiunto, come tensione è un'attitudine santa grazie a cui il credente può trovare serenità e beatitudine.
Il viaggio del pellegrino si realizza nel deserto, così dice la tradizione dei padri. Deserto quale luogo dell'incontro con il Signore, luogo dell'alleanza, luogo della prova e dell'infedeltà. Ma attraverso il deserto l'uomo giunge alla terra dove scorre latte e miele; terra di pace e abbondanza.
Ecco vivere la storia come il viaggio nel deserto è uno spunto utile a svelare tutto il semso della parola di oggi; il cristiano vive il travaglio del proprio tempo, assume il peso dell'incertezza, prova l'angoscia per la paura del domani, ma si sente in viaggio, sa che il deserto fiorirà e sarà attraversato da fiumi d'acqua viva. Con sè il pellegrino ha una bisaccia con poche essenziali cose, la parola di Dio, la fede. E' immediato imparare dal pellegrino seguire i suoi passi, facendosi testimoni della speranza nel mondo travagliato di oggi.