SE NON VI CONVERTITE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO

 

Vangelo di Luca 13,1-9

Il testo di questo Vangelo ci presenta alcuni che informano Gesù circa quei Galilei messi a morte da Pilato; a sua volta Gesù evoca i diciotto morti provocati dalla caduta della torre di Siloe.

La domanda sollevata da Gesù ( Credete che quei Galilei fossero...) e ripresa poco dopo ( Credete che fossero...) rimanda alla concezione religiosa del tempo, secondo la quale sventure e dolori erano ritenuti una conseguenza del peccato.

La disgrazia sarebbe dunque imputabile ad una colpa e vista come castigo divino. Tale giustificazione non è affatto superata, anzi sembra insita nel cuore dell'uomo, anche oggi. Gli eventi negativi vanno invece considerati come segni e richiami alla conversione.

Ad una prima lettura, le reazione di Gesù appaiono sorprendente. Egi non denuncia nè la barbarie di Pilato, nè l'incompetenza dei costruttori della torre, parla, invece; di peccato e invita alla conversione sotto pena di dannazione. Di fronte al dramma che gli viene riferito, Gesù non si rivolge al passato per stabilire colpe o colpevoli , ma invita i suoi interlocutori ad interrogarsi e a guardare avanti. Misurandosi con questi avvenimenti improvvisi e inquietanti, Gesù invita gli ascoltatori a rivolgersi all'essenziale; cercare la comunione con Dio, converstirsi, dare il giusto senso alla propria vita. A che cosa serve denunciare se, poi, la nostra vita non annuncia qualcosa di radicalmente nuovo e diverso ??????

IL TEMPO DI CONVERSIONE

La parabola del vignaiolo ci apre alla novità della misericordia divina. Lascialo ancora quest'anno; questa supplica - fatta dal vignaiolo - rivela il volto del Dio misericordioso annunciato da Gesù. Gli zapperò attorno e gli metterò il concime; l'albero non ha dato i frutti ma il vignaiolo farò di tutto perchè ne produca. 

Convertirsi e portare frutto; questa duplice e esigenza emerge con forza dalla controversia e dalla parabola. Convertirsi significa lasciare che il vangelo entri nella propria vita di modo che, poco per volta, possa occupare tutta l'esistenza, sorretti dalla certezza evangelica secondo la quale * chi si perde si ritrova *. Una propesttiva esigente, certamente.

Tuttavia, occorre ricordare la novità introdotta dalla seconda parte della parabola; non separare mai la radicalità del vangelo dalla certezza dell'amore ostinatamente misericordioso di Dio, oggi.  Solo allora la conversione è veramente cristiana; risposta, cioè, ad un dono che ci precede, ad una voce che chiama, ad un amore che interpella.

UN NUOVO MODO DI VIVERE

Dio non si rasegna facilmente ad ammettere che non c'è più nulla da fare. Non è inopportuno ricordare che non bisogna esigere che il fico produca subito; lasciamogli il tempo che serve, accordiamigli il tempo normale di un anno, altrimenti non potrà mai rispondere alle attese !

 Dovremmo, allora, rivedere tante impaziente, tante fughe in avanti, tanti idealismi che- di fatto- hanno impedito e impediscono a molti di scoprire il volto del Dio della misericordia, che accetta di scommettere sull'uomo proprio quando ormai pare irragionevole, sperare in qualcosa di buono. Prospettiva paradossale, forse per il nostro buon senso, ma, proprio per questo, evangelica e capace di trasformare l'uomo . Oggi non domani.