CENTO ANNI DI VITA

 

E' una felice coincidenza il fatto che il centenario del nostro monastero coincida con l'Anno dedicato alla vita consacrata. Anno che, come ha detto Papa Francesco, non riguarda soltanto le persone consacrate, ma la Chiesa intera, cioè; tutto il popolo cristiano invitato a prendere sempre oiù consapevolezza del dono che è la presenza di tante consacrate e consacrati, eredi di grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo ( cfr. lettera ap. Anno vita consacrata. III.2 ). Tutti siamo, quindi, invitati a ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata in genere ma, soprattutto per la vita monastica claustrale. Un noto scrittore diceva che finchè le finestre dei monasteri si accendono la notte per la preghiera notturna, Dio non distruggerà questo mondo e un altro sottolineava che il mondo, oggi va a rotoli perchè l'uomo non è più capace di congiungere le mani e piegare le ginocchia nel silenzio della sua camera. La sola presenza del monastero è un richiamo alla preghiera. Esso, testimonia il primato di Dio e induce gli uomini a pensare a Lui.

SENSO DI GRATITUDINE,

Lodare, ringraziare il Signore per il cento anni di vita di questo monastero, ringraziarlo per le miraviglie che attraverso le persone che in esso hanno vissuto egli ha compiuto e continua a compiere è stato molto bello farlo con la partecipazione delle parrocchie circonvicine che hanno animato con la partecipazione e il proprio coro la liturgia di ogni giorno. 

Nella lettera ai consacrati Papa Francesco ci ha invitate a guardare il passato con gratitudine. Ogni nostro istituto, ha detto, viene da una ricca storia carismatica. Alle sue origini è presente l'azione di Dio che, nel suo Spirito, chiama alcune persone alla sequela ravvicinata di Cristo, a tradurre il Vangelo in una particolare forma di vita, a leggere con gli occhi della fede i segni dei tempi, a rispondere con creatività alle necesstità della Chiesa ( cf. i.i. ). In questo anno, ha comtinuato il Papa, sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona ( cf. LG 12  ). Raccontare quindi la propria storia o quella del proprio istituto è fare memoria del primo amore, cioè rivivere la gioia del primo incontro con Gesù quello che ha cambiato la nostra vita. Non ama sul serio, dice Papa Francesco, chi non ricorda i giorni del primo amore. E un cristiano senza più memoria del suo primo incontro con Gesù è una persona svuotata, spiritualmente inerte, come solo sanno essere i tiepidi ( cf. 30 gennaio 2015 ).

La fondazione del monastero passionista di Vignanello ha iniziato ad essere pensata, desiderita e voluta nei primi anni del novecento. Come per ogni opera di Dio si dovettero superare diverse difficoltà ma alla fine ciò che Dio vuole nessuno lo può impedire. 

Con l'approvazione del vescovo diocesano di Civita Castellana, mons. Giacomo Ghezzi, il contributo economico di Clementina e Giacinta Gionfra iniziarono i lavori di costruzione grazie ad un'altro benefatore, il Principe Don Alessandro Ruspoli, che prese a cuore quella fondazione donando il terreno per la costruzione, per l'orto e, successivamente, aggiunse anche il bosco esistente. Il mattino dell'8 maggio 1915, tre religiose provenienti dal monastero di Tarquinia fecero ingresso nel monastero. Il 16 maggio 1916 venne benedetta e inaugurata la Chiesa dedicata a San Lorenzo Martire. 

SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE.........

Nonostante un cammino iniziale non facile, l'opera di Dio andava avanti e in breve il monastero cominciava a popolarsi. E la Provvidenza non abbandonò le monache; nè durante la grande guerra, nè quando subìto dopo furono costrette a cedere il monastero adibito a lazzaretto per la cura degli appestati del vaiolo nero, trovarono ospitalità nel castello Ruspoli per 8 mesi e neppure quando venne meno il pane quotidiano; le api produssero così tanto miele da sopperire ai loro bisogni.

Fondate da San Paolo della Croce, per condividere lo stesso carisma dei confratelli Passionisti e sostenerli nel loro apostolato con la preghiera e il sacrificio, le Passioniste, trascorrono la loro giornata tra lavoro e preghiera nel continuo ricordo della Passione di Gesù che San Paolo della croce, definiva; la più grande e stupenda opera del Divino Amore. Il silenzio, la solitudine, il contatto con la natura facilitano la comunione con Dio e la contemplazione. Dal 1990 abbiamo allargato il nostro orizzonte giungendo fino in Indonesia dove vive una fiorente comunità. Diversi giovani indonesiane, vivificano questo monastero e altri monasteri italiani.

LA  MEMORIA;

L'8 maggio giorno dell'anniversario abbiamo fatto memoria delle origini con una solenne celebrazione presieduta dal nostro vescovo sua Ecc.za Mons. Roamno Rossi affiancato dal Superiore generale P. Joakin Rego e da 24 sacerdoti Passionisti. Ringraziamo il Signore per tutte le monache che hanno vissuto e vivono in questo monastero e per tutto ciò che in questi cento anni ha compiuto e continua a compiere il Signore. Certe che non abbiamo solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire ! Guardiamo al futuro, nel quale lo Spirito ci proietta per fare con noi ancora cose grandi ( cf. VC 110 ).

ECCOCI;

Eccoci Signore davanti a te, Sposo della Chiesa e delle nostre anime. Eccoci davanti a te, con il dono di cento anni, ecco la nostra esistenza e quella di tante nostre sorelle che ci hanno precedute ed ora godono la visione beatifica dei santi.

Eccoci, un'esistenza trascorsa tra luci ed ombre, generosità ed entusiasmi, ma impegnata solo ed esclusivamente a dar.Ti gloria. 

Eccoci davanti a te, Signore per dirti un'unico grande grazie per le innumerevoli meraviglie che tu in questi cento anni hai operato in questo monastero in ciascuna di noi e attraverso noi piccoli e insignificanti strumenti nelle tue mani. 

Di questi cento anni, Signore, ai tuoi occhi, nessuna lacrima è scorsa invano, nessun sospiro è stato ignorato, nessuna sofferenza disprezzata, nessuna gioia perduta. E noi vogliamo rimanere fedeli al tuo progetto di amore su questo monastero e su ognuna di noi. 

Vogliamo rimanere con te per gustare la gioia della tua presenza e diffondere la pace che sperimentiamo perchè tu sei con noi e noi siamo importanti ai tuoi occhi.

                            Comunità Passioniste Vignanello.