QUESTO E' IL MIO FIGLIO PREDILETTO ASCOLTATELO
IL SUO VOLTO BRILLO' COME IL SOLE. ( Mt 17, 1-9 ).
ASCOLTALETO; Lo splendore della trasfigurazione evoca l'oscurità della passione e la illumina svelandone il significato profondo. Pietro, Giacomo e Giovanni possono gioire dello spendore di Cristo; presi dal timore cadono a terra. Il loro sguardo è portato lontano dal Signore, quasi a evidenziare la grandezza di un mistero troppo grande. In questo momento del Vangelo è presentata la condizione di ogni credente, che vive l'inadeguatezza umana di fronte al mistero di Dio, e vorrebbe contemplare il suo volto, ma non gli sarà dato di farlo pienamente in questa vita. Per il cristiano la fede è attesa del giorno in cui lo vedremo faccia a faccia e la comunione con il Padre sarà perfetta. La trasfigurzione annuncia la promessa della luce per ogni uomo.
Il testo del Vangelo cerca di rispondere a un interrogativo; chi è Gesù...? Ma rispondendo a questa domanda, Matteo dice pure chi è il discepolo, egli è colui che ascolta, sa discernere le parole e le azioni di Gesù, sa contemplare il suo volto.
L'ESPERIENZA DELLA TRASFIGURAZIONE.
L'invito rivolto ai discepoli è preciso; < ascoltatelo >. Ma che significa....? Innanzitutto, il discepolo è chiamato a convertirsi sul modo stesso di intendere la salvezza e la logica che la guida. Più profondamente, egli è invitato a comprendere che, anche nel profondo dell'angoscia ( la passione imminente ), non solo Gesù resta sempre il < luogo > dell'amore e della rivelazione profonda del volto di Dio, ma è pure possibile seguirlo sulla sua via ( la via della croce- risurrezione ) convinti che- cosi vivendo- non ci si perde ma ci si ritrova.
L'esperienza della trasfigurazione fa intuire ai discepoli qualcosa della pienezza del mistero di Gesù. Ma subito essi sono invitati a rimettersi in cammino. Cosi è di ogn credente: potrà accadere di avere, nella propria vicenda, qualche anticipo di risurrezione, ma egli dovrà subito rimettersi in cammino. La pienezza sta davanti, non alle spalle.
VOCAZIONE DI ABRAMO, PADRE DEL POPOLO DI DIO. ( Gn 12,1-4a ).
Il cammino di Abramo e del popolo di Dio;
Ad Abramo viene detto di mettersi in cammino > parti > verso una mèta che è presentata al futuro.
L'immagine del pellegrino, in Abramo, ma anche nei discepoli in cammino verso il monte, suscita oggi profonde riflessioni sulla caducità della condizione umana, sul fatto che il destino dell'uomo non sta nelle facili sicurezze, negli agi del mondo occidentale, nel riposo egoistico. Il cammino richiama dinamismo e movimento: si tratta di un'esperienza condivisibile solo da chi crede che la fede sia ricerca di Dio e andare incontro ai fratelli. Forse mai come oggi è questa l'immagine più bella della vocazione cristiana; essere pellegrini nel mondo, uomini in cammino verso il Regno.