L'ESSERE IN PIU'... DEGLI ALTRI, DISPREZZA L'ESISTENZA DELL'ALTRO.
UN PROFETA NON E' DISPREZZATO CHE NELLA SUA PATRIA, TRA I SUOI E IN CASA SUA.
Venne nella sua casa, e i suoi non lo hanno accolto. Davvero , come dice Gesù a Pietro , non < la carne e il sangue> ma soltanto il Padre può rivelare chi è Gesù. Se , mai la prossimità e la familiarità quotidiana sono piuttosto un ostacolo a comprendere ciò che di straordinario si manifesta in lui come segno che Dio l'ha scelto per essere profeta e messia.
E' accaduto per molte persone sante, che i loro confratelli nella diocesi o famiglia religiosa o i collaboratori prossimi non avvertissero la straordinarietà di una vita ordinaria eroicamente vissuta all'insegna della fedeltà e della dedizione, tanto più reale quanto meno appariscente.
Come per Gesù, questa incomprensione è fonte di amarezza ma non di scoraggiamento, perchè vissuta sotto il segno della rinuncia al trionfo personale e della speranza del regno. Essa è pietra di paragone dell'autenticità di certe vocazioni e carismi ( senza con questo garantire che ogni persona incompresa o stravagante sia un vero profeta ), perchè li sottrae dalla semplice approvazione umana e dal facile successo , per proiettarli nella dimensione della fede verso l'opera di Dio.