L'AMORE DEL PADRE
FIGLIO PRODIGO ;LUCA 15,1-3. 11-32
Luca ' stato chiamato da Dante * scriba mansuetidinis christi *. E' infatti l'evangelista che ama sottolineare la misericordia del Maestro per i peccatori e raccontare scene di perdono. Nel suo vangelo la misericordia di Dio si manifesta in Gesù Cristo. Si può dire che il Gesù di Luca è l'incarnazione della presenza misericordiosa di Dio tra noi. * Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso *. Luca sottolinea una immagine di dio, già rivelata nell'Antico Testamento, ma che purtroppo sembra sia stata trascurata dagli scribi e i farisei che sottolineavano l'immagine di Dio * che castiga la colpa dei padri nei figli. I farisei e gli scribi infatti si vantano di essere giusti agli occhi di Dio perchè non trasgrediscono la legge. Gesù critica questo atteggiamento con il suo insegnamento e anche con il suo modo di agire. Lui, il *giusto* di Dio, accoglie i peccatori e mangia con loro. Si pensi alla parabola del pubblicano che tornò a casa sua dal tempio giustificato, a differenza del fariseo che si esaltò davanti a Dio giudicando il suo prossimo ( Lc 18,9-14 ). Gesù ci fa vedere che il pensiero e l'agire di Dio sono assai diversi da quelli umani. Dio è diverso, e la sua trascendenza si manifesta nella misericordia che perdona le colpe. * Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione *. Non darò sfogo all'ardore della mia ira... perchè sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira * ( Os 11,8-9 ).
Questa parabola del figlio prodigo; sottolinea questo volto di Dio Padre misericordioso. Per questo alcuni fanno riferimento al racconto come * la parabola del padre prodigo nella misericordia e nel perdono *. Il brano evangelico fa parte di un susseguirsi di tre parabole della misericordia, con un preambolo che ci fa contemplare * tutti i pubblicani e i peccatori * che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo. Questi si rispecchiano nell'atteggiamento del figlio minore, che rientra in se stesso e comincia a riflettere sulla sua condizione e su ciò che ha perso andandosene via dalla casa di suo padre.
Alla misericordia del padre che si commuove ( Lc 15,20 ), si contrappone l'atteggiamento severo del figlio maggiore, che non accetta suo fratello come tale, ma nel dialogo con il padre lo definisce; * questo tuo figlio il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute... Quì si itravede l'atteggiamento degli scribi e dei farisei che * mormoravano; Costui riceve i peccatori e mangia con loro *. Loro non si mescolano con i peccatori considerati immondi, ma si distanziano da loro. L'atteggiamento di Gesù è diverso, è scandaloso ai loro occhi. Lui ama trattenersi con i peccatori e qualche volta si autoinvita a casa loro per mangiare con essi ( Lc 19, 1-10 ). La mormorazione degli scribi e dei farisei impedisce l'ascolto della Parola.
Molto suggestivo fra i due fratelli. Il minore, che riconosce la sua miseria e la sua colpa, torna a casa dicendo; Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Il maggiore fa vedere un atteggiamento di arroganza non solo nei confronti di suo fratello, ma anche nei confronti di suo padre ! Il suo rimprovero contrasta molto con la tenerezza del padre che uscendo da casa, gli va incontro per * pregarlo * di entrare. Il padre agisce nello stesso modo con tutti e due i suoi figli, è lui che va incontro a loro per farli entrare in casa sua. E' l'immagine di Dio padre che ci invita alla conversione, a ritornare da lui.