La pecora smarrita è ritrovata
La vera conversione ; Lc 15,3-7
CHI DI VOI.......
Bisogna partire da questa domanda fortissima di Gesù; * Chi di voi ...*, rivolta ai suoi interlocutori di quel momento, ma rivolta ancora oggi anche a noi. Siamo messi seriamente di fronte a noi stessi, per capire chi siamo, come siamo nel profondo. Chi è un vero uomo fra voi ?, dice Gesù. Come pochi versetti più sotto dirà; Chi donna ?. E' un pò la stessa domanda che poneva il salmista, dicendo; Che cos'è l'uomo ? e che ripeteva Giobbe, parlando con Dio; Che cos'è quest'uomo ?
Dunque, noi quì, in questo brevissimo racconto di Gesù, in questa parabola della misericordia, troviamo la verità; arriviamo a comprendere chi è davvero uomo, tra noi. Ma per far questo, occorre che noi incontriamo Dio, nascosto in questi versetti, perchè con lui dobbiamo confrontarci, in lui rispecchiarci e trovarci. Il comportamento del pastore con la sua pecora ci dice cosa dobbiamo fare, come dobbiamo essere e ci svela coem siamo in realtà, mette a nudo le nostre piaghe, la nostra profonda malattia. Noi, che ci crediamo dèi, non siamo nemmeno uomini.
NOVANTANOVE -- CONFRONTO CON -- UNO....
Ecco che la luce di Dio ci pone subito a confronto con una realtà molto forte, sconvolgente per noi. Incontriamo, in questo vangelo, un gregge, uno come tanti, abbastanza numeroso, forse di un uomo benestante; cento pecore. Numero perfetto, sibolico, divino. La pienezza dei figli di Dio, tutti noi, ciascuno, uno per uno, nessuno può rimanere escluso. Ma in questa realtà succede una cosa impensabile; si crea una divisione enorme, squilibrata al massimo. da una parte 99 pecore e dall'altra una sola. Non c'è alcuna proporzione accettabile. Eppure queste sono le modalità di dio. Ci viene subito da pensare e da chiederci a quale dei due gruppi noi apparteniamo. Siamo fra le 99 ? O siamo quell'unica, quella sola, così grande, così importante da fare da controparte a tutto il resto del gregge ?
Guardiamo bene al testo. La pecora unica, quella sola, emerge subito dal gruppo perchè si perde, si smarrisce, vive, insomma, un'esperienza negativa, pericolosa, forse mortale. ma sorprendentemente il pastore non la lascia andare via così, non se ne la va le mani; anzi, abbandona le altre, che erano rimaste con lui e va in cerca di lei. possibile una cosa del genere ' Un abbandono di queste dimensioni può essere giustificato ? Quì cominciamo ad entrare in crisi, perchè sicuramente ci era venuto spontaneo classificarci tra le 99, e rimaste fedeli. E invece il pastore se ne va e corre a cercare quella cattiva, quella che non meritava niente, se non la solitudine e l'abbandono che si era cercata da sè.
E poi cosa succede ? Il pastore non si arrende subito, non pensa neanche di tornare indietro, sembra non preoccuparsi delle altre sue pecore, le 99. Il testo dice che lui * va in cerca di quella perduta, finchè non la trova *. E' interessantissima la frase * va in cerca di *; sembra quasi una fotografia del pastore, che solo quella pecorella e la cerca col cuore e col pensiero. scruta il terreno, cerca le sue orme, che lui sicuramente conosce e che ha inciso nelle sue palme; interroga in silenzio, per sentire se c'è ancora l'eco lontana dei suoi belati. La chiama per nome, le ripete il loro segnale convenzionale, quello col quale ogni giorno l'ha accolta e accompagnata . E finalmente la trova. Sì, non poteva che essere così. Ma non c'è punizione, non violenza, non durezza. solo un amore infinito e una gioia traboccante. Dice Luca; pieno di gioia se la carica sulle spalle. E fa festa , a casa, con gli amici e i vicini. Il testo non racconta nemmeno che il pastore sia tornato nel desrto a riprendere le altre 99.
Davanti a tutto questo è chiaro, che dovremmo essere noi quell'unica, quella sola pecora, così tanto amata, così preferita. Dovremmo riconoscere che ci siamo smarriti, che abbiamo peccato, che senza il pastore non siamo nulla. E' questo il grande passaggio che la parola del vangelo ci chiama a compiere, oggi; liberarci dal peso della nostra presunta giustizia, deporre il giogo della nostra autosufficienza e metterci, anche noi, dalla parte dei peccatori, degli impuri, dei ladri. Ecco perchè Gesù comincia chiedendoci; Chi di voi....
NEL DESERTO.....
Questo è il luogo dei giusti, di chi si crede a posto, senza peccato, senza machia. Non sono ancora entrati nella terrapromessa, stanno al di fuori, lontano, esclusi dalla gioia, dalla misericordia. come quelli che non hanno accettato l'invito al banchetto del re e si sono tirati indietro, chi con una scusa, chi con un'altra.
Nel deserto e non nella casa, come quell'unica. Non alla tavola del pastore, dove c'è pane buono e sostanzioso , dove c'è il vino che rallegra il cuore. la tavola imbandita del Signore; il suo Corpo e il suo Sangue. Dove il Pastore diventa Egli stesso pecora, agnello immolato, cibo di vita.
Chi non ama il fratello, chi non apre il cuore alla misericordia, come fa il pastore del gregge, non può entrare nella casa, ma rimane fuori. Il deserto è la sua eredità, la sua dimora. E lì non c'è cibo, nè acqua, non pascoli, nè recinto per le pecore.