IL DIGIUNO CHE SALVA

SE NON CAMBIA IL CUORE , NON CAMBIA NULLA

Sobrietà, austerità, astinenza dai cibi sembrano anacronistici in questa società che fa del benessere e della sazietà il proprio vanto. Ma proprio questa sazietà che rishia di renderci insensibili agli appeli di Dio a alle necessità dei fratelli.

Per il cristiano il digiuno non è prodezza asceticam nè farisaica ostentazione di <  giustizia > , ma segno della disponibiltà al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual è l'unica cosa necessaria, è compiere un gesto profetico nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni  e cre nuove insoddisfazioni. Prendere le distanza dalle cose futili e vane significa ricercare l'essenziale; affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò riguarda tutto l'uomo ed esprime la conversione del cuore. Rinnegare se stessi non è moralismo o mortificazione delle energie vitali, ma è cessare di considerare se stessi come centro e valore supremo. In questo decentramento da sè, Cristo attua ancora la sua vittoria sul male e l'uomo viene rinnovato a somiglianza di Lui.

Rinnovàti , per celebrare la Pasqua del Signore.

In seno al popolo di Dio, il digiuno fu sempre considerato come una pratica essenziale dell'anima religiosa ; infatti, secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio, in una preghiera di supplica, la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta. Tuttavia, di fronte all'aspetto formalistico instintivo che il digiuno aveva preso, i profeti hanno ricordato il primato dell'amore verso Dio e verso il prossimo.

Nell'azione ecclesiale del digiuno c'è la presenza del Signore, senza del quale le opere dell'uomo sarebbero un'autoglorificazione. In forza di questa presenza il digiuno della Chiesa non è mesto e lugubre, ma gioioso, festivo. Digiunando, la Chiesa esprime la propria vigilanza e l'attesa del ritorno dello Sposo è sempre presente alla sua Sposa, dall'altra questa presenza non è ancora piena e va dunque preparata e sollecitata. La rottura definitiva del digiuno avverrà quando tutti saranno assisi al banchetto del Regno.