IL CAMMINO DELLA FEDE

SIAMO TUTTI CIECHI; ( Marco 10, 46-52 )

Il cieco che rappresenta l'uomo sulla via della fede, non vede Gesù; intuisce soltanto la presenza del Signore negli avvenimeti, ma esprime già la sua fede rimettendosi alla iniziativa salvifica di Dio. Questa apertura a Dio è subito contestata dal mondo che lo circonda ed è necessario tutto il coraggioper mantenere il proposito di apertura all'uomo-Dio. 

Il candidato alla fede si sente cosi oggetto della attenzione di alcuni che gli rivelano la chiamata di Dio, lo incoraggiano e lo invitano a convertirsi ( alzarsi o risuscitare, e spogliarsi del vecchio uomo ) Allora si intreccia il dialogo finale ; Che vuoi ??. Si tratta dell'impegno definitivo, presentato sotto forma di domanda e di risposta, per mettere bene in risalto la libertà totale delle due parti che contraggono l'alleanza. 

Infine, la vista è restituita al cieco come una visione della fede che lo impegna immediatamente a * seguire * Cristo per la strada

IL CAMMINO DELLA FEDE NON E' FACILE;

Seguire la chiamata di Dio ha sempre voluto dire lasciare qualcosa dietro di sè, andare verso l'ignoto ( Abramo ), rinnegare la logica della carne e delle sicurezze umane per affidarsi totalmente al Dio delle promesse .

Questo diventa più difficile oggi. Se nel passato la fede poteva costituire una spiegazione o una interpretazione dell'universo, un luogo di sicurezza di fronte alle assurdità della storia e al mistero del mondo, oggi non è così. I movimenti di idee, il progresso tecnologico, la espanzione dei consumi, la mobilità migratoria e turistica, l'urbanizzazione crescente e caotica con le conseguenti enormi difficoltà di integrazione comunitaria, l'aggressione della pubblicità, l'instabilità politica, economica e sociale, con tutti i problemi connessi, concorrono ad acuire la lacerazione interiore, ancor più sensibile negli uomini di cultura. In questo quadro la carenza di una fede cosciente e robusta, favorisce il dissolversi della religiosità, sino ad una rottura totale con la pratica religiosa.

NON C'E' PIU' POSTO PER UNA FEDE ANONIMA;

In un mondo come il nostro non c'è più per una fede anonima, formalistica, ereditaria. E necessario una fede fondata sull'approfondimento della parola di Dio, sulla scelta e sulle convinzioni personali. Una fede consapevolmente abbracciata e non passivamente ricevuta  in eredità

Tutto questo comporta un nuovo modo di affrontare il problema della iniziazione cristiana, un nuovo modo di considerare l'evangelizzazione e la sacramentalizzazione.

Un immenso campo di azione si apre alla pastorale in genere e a quella catechistica in particolare. Il cristiano dovrà percorrere o ripercorrere, se si tratta di un adulto, non tanto un cammino fatto di tappe e di gesti sacramentali, quanto piuttosto un itinerario di fede, un catecumenato restaurato, senza del quale non hanno senso nè efficacia i gesti sacramentali donati a scadenze fisse.