DAMMI DA BERE
UN DIALOGO CHE DIVENTA RICERCA. ( Gv 4, 5-42 )
La samaritana rappresenta tutti coloro che intendono conoscere Gesù e scoprire nella fede il senso della vocazione cristiana.
Ciò che colpisce di questa pagina di parola di Dio è il duplice effetto di questo incontro. La donna conosce Gesù Cristo che si rivela quale Messia atteso dal popolo; è il momento decisivo della selta, per lei inizia il cammino della fede, il progresso nella verità. Al tempo stesso però la donna conosce se stessa e svela il senso della propria vita ; penetra nel profondo mistero della sua persona, cioè il sentirsi conosciuta da Gesù ( che sapeva ogni cosa di lei ), e si fa testimone della salvezza. Leggendo il Vangelo non si incontra solo Dio, ma anche l'uomo. Se conoscere è amare, allora l'incontro con il Signore è scoperta di essere amati, prima ancora che nascessimo, consapevolezza di essere amati nonostante il peccato e mentre si è ancora peccatori, fiducia nell'amore che trasforma in creature nuove.
LA VITA RITROVATA.
Se sapessimo immaginarci al posto della samaritana allora potremmo fare esperienza della fede come di una reale possibilità in grado di cambiare la vita e orientata. Non saremo solo convinti di un fatto intellettuale, in ricerca ideologica o impegnati in un vuoto moralismo, ma piùttosto forti nella pienezza della fede, vissuta nell'amore per Dio e nel riconoscimento di essere amati dal Padre. Per la samaritana è la vita stessa in gioco; altro che vuote parole! Non solo, tutta la sua vita è sotto lo sguardo di Dio, la fede incontrata e testimoniata è la sua vita, come lo è l'acqua, senza cui nessun vivente sopravvive. Gesù è la vita, la verità, la via.
IL NUOVO CULTO.
Dove adorare...? Con questa domanda è la donna che prende l'iniziativa spostando il dialogo tutto sul versante religioso. Gesù accetta di rispondere e ,da buon giudeo, sa che il Deuteronomio, per favorire l'unità del popolo, aveva soppresso tutti i santuari locali a vantaggio del solo tempio Gerusalemme .
Ma Gesù non si ferma al passato nè ad esso rimanda; le sue parole aprono, invece, sul presente; < viene l'ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità > . Nella vicenda di Gesù ha inizio un nuovo culto, non più legato a un solo popolo nè un luogo privilegiato. Ed è un culto che chiama in causa l'uomo nella sua totalità ( spirito e verità ).
Il dialogo è interroto dall'arrivo dei discepoli e la donna corre in città a rendere testimonianza di quanto ha udito. Gesù parla con i suoi discepoli affinchè comprendano che tutti, tanto quelli che seminano quanto quelli che raccoglieranno, faticano per l'unica opera di Dio.
La tentazione dell'uomo è sempre quella di voler catturare Dio dentro i propri schemi e le proprie attese, cosi come hanno fatto gli Ebrei nel loro cammino di liberazione; non si fida dei tempi e dei modi con i quali Dio conduce la storia. Ecco allora che il popolo in cammino vuole segni concreti, vuole una risposta efficace- di un'efficacia mondana- alle proprie attese. E Dio viene incontro alle incertezze dell'uomo concedendo un segno; l'acqua che sgorga dalla roccia.
La lettura ( Rm 5, 1-2. 5-8 ) ci conferma che il credente ha una profonda certezza; per mezzo di Gesù Cristo egli comprende la fedeltà di Dio. Nel suo camminare il credente avrà certamente dubbi, incertezze, profondi interogativi. La fede non li scavalca ma aiuta il credente a viverli nella certezza della gloria di Dio, cioè della sua piena e definitiva manifestazione.