CONDANNIAMO IL GIUSTO A UNA MORTE INFAME

Dicono gli empi tra sè, con ragionamenti errati; Tendiamo insidie al giusto, perchè ci è di imbarazzo ed è contrario alle nostre azionI; ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. ( Sap 2, 1a. 12-22 ).

Gli empi accusano il giusto di costituire per loro un continuo rimprovero; sono urtati per le sue professioni di sapienza e dichiarazioni di essere figlio di Dio. Perciò si propongono di perseguitarlo fino a ucciderlo, per vedere se Dio interverra in suo aiuto.

Gesù fu il giusto per eccellenza, il Figlio di Dio , che pose ogni fiducia nel Padre, che fu maltratato  e condannato a una morte ignominia.

Anche nella Chiesa di oggi, la persecuzione è di attualità.  Le persecuzioni più o meno cruente e le sistematiche opposizioni che sempre incontra ( proprio in ambienti di estrazione cristiana ) hanno la loro vera spiegazione nel fatto che la Chiesa costituisce un rimprovero per i suoi oppositori, ai quali non rimane che il ricorso alla violenza, al sopruso.

Si può forse ricondurre a questa motivazione anche lo spirito scettario con cui si combattono e si criticano uomini, gesti e istituzioni della Chiesa sotto lo spicioso pretesto della secolarizzazione.  Cristo ha incluso nelle beatitudini dei suoi seguaci anche questa; < Beati quando vi oltraggeranno e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia.  L'eucaristia, memoriale della condanna di Cristo, ha nella Chiesa un posto centrale anche perchè la passione si rinnova di continuo, sotto mille forme, nelle carni vive del corpo mistico.